Basket – Un giro d’affari da circa 90 milioni di euro, di cui il 30% riferito alla sola Olimpia Milano. Sono i dati dei fatturati dei club della Serie A di basket, relativi all’anno 2019 (ultimi dati disponibili) e quindi prevalentemente alla stagione 2018/19, al termine della quale sono stati due i club a fallire (Avellino e Torino). dati molto interessanti ma anche preoccupanti per il futuro della pallacanestro italiana
Si va dai 2,6 milioni di ricavi di Cremona fino ai 29,7 milioni dell’Olimpia, così. Numeri che nel frattempo per alcuni club sono senza dubbio cresciuti (come per la Virtus Bologna, che ha aumentato il budget nelle ultime stagioni), allo stesso modo dei costi: complessivamente i costi hanno sfiorato i 100 milioni, di cui quasi la metà in stipendi.
Costi quindi decisamente maggiori rispetto ai ricavi: la perdita aggregata è stata così pari a 9,6 milioni di euro, con un solo club capace di chiudere in utile, ovverosia la Reyer Venezia che nel 2018/19 ha conquistato lo scudetto.
Bilanci basket Serie A, i numeri
Complessivamente, quindi, il giro d’affari è pari a 90,4 milioni di euro, con costi per 98,6 milioni. I salari pesano per 42,7 milioni, pari quindi al 47% dei ricavi: si va dal 30% di Brindisi fino al 62% di Reggio Emilia.
Per quanto riguarda i ricavi, non tutti i club specificano le diverse tipologie di entrate. Per quanto riguarda ad esempio i ricavi da ticketing, sono quattro i club a rendere noto il dato (Cantù, Reggio Emilia, Brindisi e Pistoia): per queste quattro società, la biglietteria e gli abbonamenti valgono complessivamente 2,5 milioni di euro, pari a circa il 21% dei rispettivi fatturati.
La mancanza di spettatori alle manifestazioni sportive della FIP è il problema più grave per assicurare una giusta ripartenza sportiva ed economica per tutte le squadre della pallacanestro italiana per il presidente Gianni Petrucci.
La Fip, la sua commissione scientifica e la Lega hanno fatto le loro richieste, perché alcune regioni sono disponibili a far disputare le partite con un numero di spettatori limitato, in proporzione alla capienza degli impianti. Ma oggi voglio fare una domanda: se il Comitato Tecnico Scientifico risponde attraverso gli organismi deputati sempre con un semplice no, perché non dà mai una motivazione?
Se la pallacanestro non potrà riprendere con un numero minimo di spettatori, la sanificazione e tutte le certificazioni del caso, non avrà né presente né futuro. Non potrà andare avanti. Gli sforzi degli imprenditori nel nostro sport stanno facendo sono sovrumani in proporzione a quello che ritorna loro dal punto di vista economico.
Il basket non è come il calcio che può vivere di ingenti diritti TV. Possibile che allo sport non si spieghi mai il “perché no”? Noi chiediamo un percentuale di spettatori rispetto alla capienza degli impianti, con le dovute garanzie dal punto di vista sanitario. Nella speranza di riempire i palazzetti il prima possibile!