Italia-Germania compie 50 anni: la semifinale dei mondiali che ha fatto storia e che per questo motivo è stata soprannominata la “partita del secolo”.
Il 17 giugno del 1970, allo stadio Azteca di Città del Messico, andava in scena la semifinale mondiale tra Italia e Germania. Il 4-3 con cui gli azzurri si imposero dopo i tempi supplementari è diventato un pilastro della storia del calcio, azzurro e non solo, e ha finito per diventare una pagina di storia italiana anche fuori dal rettangolo verde. Quella notte andò in onda in mondovisione, più che una partita, La Partita, come scrissero i messicani nella targa apposta allo stadio.
Italia-Germania 4-3 è stata raccontata negli anni da film, spettacoli teatrali, libri, resta però soprattutto un ricordo di gioia e follia collettiva, la prima per gli italiani dopo la guerra, di emozioni inaspettate che arrivavano in bianco e nero dal Messico.
E’ il primo Mondiale in cui gli arbitri possono decidere di tirare fuori due cartellini colorati, il giallo per l’ammonizione, il rosso per l’espulsione, ed è anche il primo in cui gli allenatori possono fare due sostituzioni. Se la Germania si ferma in semifinale grazie all’impresa degli azzurri di Valcareggi, porta però a casa il titolo di miglior marcatore con Gerd Mueller, autore di ben 10 reti davanti al brasiliano Jairzinho con 7.
In ricordo della sfida che si disputò allo Stadio Azteca di Città del Messico la Figc ha organizzato una serie di eventi. Questa sera alle 23:40 su Rai 1 andrà in onda una puntata speciale di “Porta a Porta” dedicata al match con il presidente della Figc Gabriele Gravina, il Commissario tecnico della nazionale italiana Roberto Mancini e tre protagonisti di quell’indimenticabile semifinale, Gianni Rivera, Roberto Boninsegna e Giancarlo De Sisti, ospiti in studio.
Alle 21:05 su Rai Radio 1, all’interno del programma “Zona Cesarini”, interverranno per parlare della Partita del Secolo Tarcisio Burgnich, Roberto Boninsegna, Giancarlo De Sisti, Mario Bertini, Karl-Heinz Schnellinger, l’ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia Viktor Elbling, Gianfelice Facchetti, i giornalisti Riccardo Cucchi e Birgit Schönau e lo scrittore Nando dalla Chiesa.
La Figc presenterà una grafica che rievocherà l’iconografia dell’epoca e lancerà una campagna incentrata sull’hashtag #LaPartitaDelSecolo, volta a raccogliere le emozioni di chi ha seguito la sfida del Mondiale messicano. Le piattaforme digital della Figc saranno animate anche da contenuti che ricorderanno i protagonisti e il racconto di Italia-Germania 4-3 e che spiegheranno il significato della partita, oltre che da un video realizzato da Gianfelice Facchetti, figlio del capitano di quella Nazionale Giacinto Facchetti. Radio Italia, invece, celebrerà “La Partita del Secolo” attraverso i contributi video di alcuni tra i più apprezzati cantanti italiani, che verranno pubblicati sui canali social. Domenica 21 giugno alle 12.30, invece, il presidente Gabriele Gravina, accompagnato da Gianni Rivera, Roberto Boninsegna e Giancarlo De Sisti, sarà ospite dell’ambasciatore del Messico a Roma, Carlos Garcia de Alba.
Il 50/o anniversario di Italia-Germania 4-3 viene celebrato da pubblicazioni che stimolano i ricordi, regalando un viaggio a ritroso su come eravamo e poi farci capire come (o cosa) siamo diventati. Il giornalista Maurizio Crosetti, pubblica “4 a 3:Italia-Germania 1970, la partita del secolo”, mentre l’ex primavoce di Tutto il calcio minuto per minuto, Riccardo Cucchi, rilancia con “La partita del secolo. Storia, mito e protagonisti di Italia-Germania 4-3”. Roberto Brambilla e Alberto Facchinetti, propongono il volume: “Quattro a tre”, che dice tutto.
La partita ha inizio alle ore 16:00 di mercoledì 17 giugno presso lo Stadio Azteca di Città del Messico, a circa 2.200 m d’altitudine e sotto la direzione dell’arbitro messicano Arturo Yamasaki. Le due Nazionali sono arrivate in semifinale attraverso percorsi differenti: l’Italia, Campione d’Europa uscente, nella fase eliminatoria ha racimolato una sola vittoria contro la Svezia, grazie all’1-0 siglato al 10′ da Angelo Domenghini, e due pareggi a reti inviolate contro Uruguay e l’esordiente Israele, chiudendo al primo posto il proprio girone, mentre ai quarti si è facilmente sbarazzata dei padroni di casa del Messico con un perentorio 4-1. La Germania, invece, è reduce da tre vittorie consecutive nella prima fase eliminatoria contro Marocco (2-1), Bulgaria (5-2) e Perù (3-1) e successivamente nei quarti di finale elimina i quotati campioni del mondo in carica dell’Inghilterra, i quali cedono solo ai tempi supplementari al 108′ con rete del solito Gerd Muller (3-2) che poi risulterà essere alla fine del torneo il capocannoniere con ben 10 reti.
Il calcio d’inizio è affidato alla Nazionale di Ferruccio Valcareggi, che già dal primo minuto inizia a tessere la sua ragnatela di passaggi, in modo tale da stancare l’avversario, scongiurare i tentativi di attacco e preservare il possesso palla. La partita si sblocca all’8′ minuto di gioco: al termine di una bella combinazione con Gigi Riva, Roberto Boninsegna, appena ricevuto il pallone, viene prontamente accerchiato dal reparto difensivo tedesco, che non può nulla contro il potente tiro dalla distanza di Boninsegna, che col sinistro batte il portiere Sepp Maier dal limite dell’area. Per i seguenti ottanta minuti l’Italia giocò una partita difensiva, tenendo sulle spine i tedeschi con alcuni insidiosi contropiede. Il portiere italiano Enrico Albertosi, al 89′, salvò il risultato deviando un pericoloso colpo di testa di Uwe Seeler.
Fu però il milanista Karl-Heinz Schnellinger, al suo primo e unico gol in quarantasette partite con la nazionale, a portare la gara in parità due minuti e mezzo oltre i tempi regolamentari. La cosa, contrariamente a quanto succede oggi, a quei tempi era insolita; questo spiega la delusione e lo sconcerto del telecronista Nando Martellini che al fischio finale dei tempi regolamentari disse al microfono: «Due minuti oltre il tempo regolamentare: un recupero clamoroso concesso dall’arbitro Yamasaki!»
Iniziarono così i tempi supplementari che, per la straordinaria densità di emozioni offerte, entrarono nella storia: al gol di Gerd Müller al 94′, abile a sfruttare un errato tocco del numero 4 della difesa italiana Fabrizio Poletti dopo un debole colpo di testa di Uwe Seeler, rispose un difensore azzurro, Tarcisio Burgnich (al suo secondo e ultimo gol in nazionale in sessantasei partite), su un errore difensivo tedesco. L’Italia, un minuto prima della fine del primo tempo supplementare, passò addirittura in vantaggio, con uno straordinario assolo di Riva in contropiede.
Beckenbauer, a seguito di un infortunio che gli causò la lussazione di una spalla, restò stoicamente in campo – in quanto la Germania Ovest aveva già effettuato le due sostituzioni consentite dal regolamento dell’epoca – giocando con un braccio fasciato lungo il corpo, fino alla fine dei supplementari. Al quinto minuto del secondo tempo supplementare, la Germania Ovest trovò il pareggio. Il colpo di testa di Seeler su un pallone proveniente da un calcio d’angolo sembrò indirizzare la palla fuori, ma Müller intervenne di testa, trovando uno spiraglio tra Rivera (piazzato sulla linea di porta) e il palo. Albertosi non nascose affatto il suo rincrescimento nei confronti di Rivera, conscio che quell’errore poteva rivelarsi fondamentale per le sorti della gara.
Fu un’azione corale, a riportare dopo appena sessanta secondi l’Italia in vantaggio: palla rimessa in gioco dal centro campo, undici passaggi, nessun intervento dei tedeschi e conclusione dello stesso Rivera che di piatto superò Maier. Finì 4-3; l’Italia dopo trentadue anni era in finale del mondiale e per tutta la notte, nelle piazze italiane, l’impresa fu festeggiata come la vittoria del campionato stesso in attesa della finale vera e propria. In Germania Ovest invece la gente non prese bene la sconfitta: dopo la partita ci furono diversi episodi di caccia all’italiano e molte macchine a loro appartenenti furono date alle fiamme dai tifosi tedeschi inferociti. Fu una notte particolarmente difficile per le forze dell’ordine, tanto che, in occasione del successivo incontro tra Italia e Germania Ovest per la finale del mondiale del 1982, la polizia tedesca si organizzò attivandosi ai massimi livelli e con il massimo scrupolo per evitare il ripetersi dei disordini della notte del 1970.
L’eco dell’avvenimento fu enorme. I tifosi messicani decisero su due piedi di murare una lapide all’esterno dello Stadio Azteca per eternare una partita che aveva esaltato il gusto latino-americano per lo spettacolo e la battaglia.