Euro 2020 – Inghilterra: è finale “di rigore”

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Euro 2020 – Inghilterra come da copione! Saranno i padroni di casa domenica ad affrontare l’Italia nella finalissima di Euro 2020. Tutto come previsto, un girone facile, semifinali e finale in casa ed anche un rigore visto solltanto dall’arbitro che ha evitato agli inglesi la “pericolosa” lotteria dei rigori nella quale i danesi apparivano favoriti grazie ad un grandissimo portiere Schmeichel.


Intendiamoci l’Inghilterra ha meritato ma è stata aiutata dapprima da un autogol, poi da una Danimarca che finiti i cambi è rimasta in dieci ed infine da un rigore ancor più scandaloso di quello “donato” al Belgio contro l’Italia. Infatti mentre in quello pro Belgio il contrasto c’era stato (seppur imnpalpabile), la caduta in area per presunto fallo di Maehle su Sterling è un tuffo in piscina senza acqua. E’ inoltre incredibile che l’arbitro non abbia fatto ripetere l’azione incriminata constatata la presenza contemporanea di due palloni in campo.
I giocatori stessi lo hanno ammesso. “Non penso fosse rigore – ha detto Kane ad Itv, la rete che ha trasmesso il match in Inghilterra – E’ un penalty molto ‘soft’”. Dello stesso parere Gary Neville, commentatore a bordo campo: “Ad essere sinceri, qualunque squadra sarebbe distrutta ad aver perso una semifinale per un rigore così. Anche se in tutti gli Europei il metro per il ricorso al Var è stato questo”. E ancora Wright: “Sterling ha detto di essere stato toccato, anche se molto lievemente. D’altronde ne hanno dati tanti di questo genere in tutto il torneo”.
tra i tanti contrari alla decisione dell’arbitro Makkelie, anche il neo tecnico della Roma José Mourinho che sui social e a Talk Sport ha espresso il suo disappunto: “Ha vinto la squadra più forte. L’Inghilterra ha meritato ed è stata fantastica ma per me non è mai rigore. A questi livelli in una semifinale europea davvero non ho capito la decisione. Sono felice per l’Inghilterra, ma come uomo di calcio sono deluso per la decisione che è stata presa”.
“Un penalty discutibile” titola L’Equipe. “Il contatto è minimo – si legge poi nell’articolo – per non dire inesistente”. Anche i francesi quindi si schierano dalla parte dei danesi. D’altronde l’evidenza dei fatti è tale che durante la telecronaca su Itv persino i commentatori hanno ammesso che il rigore non c’era. Tornando oltremanica, il Telegraph non si discosta dalla media dei commenti: “Abbiamo vinto con un rigore inventato”. Ovviamente l’unico convinto che il fischio sia stato corretto è Sterling: “Era un rigore limpido” ha commentato nel post partita Raheem. Dietmar Hamann, ex giocatore di Manchester City e Liverpool, lo ha invece accusato sulle pagine del Manchester Evening News di essere un tuffatore: “E’ andato contro lo spirito del gioco, del quale gli inglesi si vantano tanto. Quando arrivò qui Klinsmann tutti a parlare del fatto che era un simulatore. Ora che lo fanno loro, va bene così”. Persino, Nikola Vucevic, giocatore Nba croato dei Chicago Bulls, ha voluto dire la sua su Twitter: “Non posso credere che abbiano dato rigore. Che buffonata”.


Su Rai 1 Spillo Altobelli ha rincarato la dose: “Se avessero dato all’Italia un rigore come quello dato agli inglesi i giornali britannici ne avrebbero parlato per un anno intero“.
Ed è proprio questo il pericolo maggiore che dovrà affrontare l’Italia: non tanto la forza degli inglesi, sembrati nettamente inferiori a Belgio e Spagna, ma piuttosto il clima, gli spalti e la possibile soggezione dell’arbitro che dovrà essere ricco di personalità per saper conservare serenità ed obiettività.
Da segnalare che la Uefa ha comunicato sul proprio sito ufficiale la procedura con tre accuse nei confronti della nazionale inglese.
“È stato aperto il procedimento disciplinare a seguito della semifinale di Euro 2020 tra Inghilterra e Danimarca (2-1), giocata il 7 luglio allo stadio di Wembley, a Londra”. Con questa nota ufficiale sul sito della Uefa viene annunciata l’apertura di un provvedimento nei confronti della nazionale inglese.
Il comunicato prosegue poi con le tre accuse specifiche (e relativi articoli del regolamento disciplinare violati) nei confronti dell’Inghilterra, tra cui quello di aver utilizzato il laser nei confronti di Schmeichel durante il calcio di rigore di Kane:
Uso del puntatore laser da parte dei suoi sostenitori – Articolo 16(2)(d) del Regolamento Disciplinare UEFA (DR)
Disturbo causato dai suoi sostenitori durante l’inno nazionale – Articolo 16(2)(g) DR
Accensione di fuochi d’artificio da parte dei suoi sostenitori – Articolo 16(2)(c) DR
Il comunicato si conclude con “il caso sarà trattato dall’Organo di Controllo, Etica e Disciplina UEFA (CEDB) a tempo debito”.


Ma torniamo alla partita che ha portato l’Inghilterra intera al sogno finale 55 anni dopo quella del Mondiale ‘66 La Danimarca dimostra una volta di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, di non essere solo la squadra che si è compattata e ha reagito allo spavento del malore di Eriksen, ma di essere un gruppo ben amalgamato, capace di unire qualità e spirito di sacrificio sotto la direzione un grande allenatore. Il cammino dei ragazzi di Hjulmand è già comunque nella storia dell’Europeo e rimarrà secondo solo a quello vincente del 1992.
Il match comincia subito su ritmi molto elevati, con le squadre che non si risparmiano né dal punto di vista fisico né da quello della cattiveria agonistica. I padroni di casa, spinti da oltre 60.000 tifosi, premono di più, ma faticano a trovare varchi per presentarsi con pericolosità dalle parti di Schmeichel. Gli scandinavi si confermano estremamente abili a compattarsi e ripartire con qualità, ma anche a gestire il gioco senza timori riverenziali quando serve. La partita è pimpante e piacevole, ma a sbloccarla è una giocata individuale: la punizione di Damsgaard dai 25 metri è un capolavoro balistico di potenza e precisione, che fa esplodere la gioia danese e ammutolisce Wembley.
I tifosi inglesi impiegano poco a rianimarsi: prima Sterling si divora l’1-1 calciando addosso a Schmeichel da due passi, poi, sull’ennesima grande giocata da rifinitore di Kane, il pari arriva grazie a uno sfortunato autogol di Kjaer, che butta la palla nella propria rete per anticipare ancora Sterling. Un primo tempo scoppiettante e tutto sommato equilibrato si chiude in parità.
Nella ripresa non cala l’intensità, le squadre continuano ad affrontarsi a viso aperto con continui ribaltamenti di fronte e le emozioni non mancano.
L’Inghilterra sfiora il 2-1 con una zuccata di Maguire neutralizzata da un intervento fenomenale di Scmheichel, poi con il trascorrere dei minuti prende campo e comincia a schiacciare gli avversari nella loro trequarti. Hjulmand sceglie allora di sacrificare un po’ di qualità togliendo Dolberg e Damsgaard, mentre Southgate getta nella mischia Graelish al posto di Saka per tentare di vincerla prima dei supplementari. Il risultato dei cambi però è solo quello di spezzettare il gioco, che negli ultimi 25 minuti si spegne progressivamente, lasciando spazio a un po’ di paura di perdere.


Ad inizio dei tempi supplementari la prima grande chance è sul destro di Kane, ma Schmeichel è ancora superlativo sul tiro incrociato del capitano inglese.
Con gli ingressi di Foden e Henderson la pressione sulla difesa danese si fa soffocante, ma a far svoltare la serata ci pensa ancora Sterling. L’esterno del City finisce a terra in area dopo l’ennesima serpentina e Makkelie indica subito il dischetto. Il contatto, un po’ con Maehle un po’ con Jensen, è davvero minimo, ma il Var convalida (l’azione era per altro viziata dalla presenza di due palloni in campo).
Kane dal dischetto si fa ipnotizzare da Schmeichel, che però non trattiene il pallone (forse anche infastidito dagli specchietti di alcuni pseudo tifosi inglesi) e permette al bomber del Tottenham di insaccare sul tap-in. La Danimarca prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo riversandosi in avanti alla ricerca del gol che varrebbe i calci di rigore, ma le energie sono poche ed il giocare in dieci per aver esaurito i cambi non aiuta.
Gli inglesi e la squadra appaiono convintissimi che il trofeo rimarrà in Inghilterra dove il calcio è nato, spetterà agli azzurri dimostrare che il sogno inglese non potrà avverarsi.
Ripetiamo: tecnicamente l’Italia è nettamente superiore ma attenzione all’ambiente ed all’arbitro che dovrà dimostrare di essere all’altezza di una grande, grandissima finale nella quale a vincere dovranno essere i migliori!




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