Calcio – Uefa Champions League: Italiane tutte eliminate

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Calcio – Per tentare una missione impossibile bisogna crederci e la Lazio non lo ha fatto lasciando a casa titolari importanti e dando spazio alle seconde linee. Così in una partita di carattere i capitolini sono usciti sconfitti con onore dalla Germania ma sensa osare.
Decisive per la sconfitta le assenze di Lucas Leiva e Ciro Immobile che hanno lasciato spazio a Gonzalo Escalante (prestazione impalpabile la sua) e Vedad Muriqi autore di un fallo da rigore (di quelli che a dire il vero in Italia non ti fischiano mai contro) che ha spianato la vittoria alla squadra di casa che di regali ne aveva avuti ababstanza gia 15 giorni fa all’Olimpico di Roma.
Una nota di merito va al 37enne Marco Parolo capace di realizzare la storica rete della Lazio a Monaco.
Il Bayern campione del mondo e d’Europa s’impone (2-1) anche al ritorno e allunga a 60 partite la sua incredibile striscia di gare in cui va a segno e a 19 match l’imbattibilità in Europa.
Il Bayern, che poco prima aveva sfiorato il bersaglio con un sinistro a giro dal limite di Sané, ha approfittato del primo angolo per passare. Sul traversone, Muriqi ha trattenuto Goretzka. Rigore che Lewandowski ha freddamente trasformato.
Dopo essere stato costretto a togliere Fares, per un piccolo problema al ginocchio, Inzaghi in avvio di ripresa ha perso anche Lazzari che si è infortunato al mignolo della mano in uno sfortunato contrasto con Sané.
Cosìa ha messo Lulic a sinistra e adattato Parolo a destra imbottendo il centrocampo con l’ingresso di Pereira al posto di uno svagato Muriqi.
Il Bayern ha continuato a controllare e, al 67’, ha sfiorato il 2-0 con Lewandowski che ha centrato in pieno il palo con un destro dal limite. Flick ha deciso di far riposare i big togliendo Goretzka, Lewandowski, Muller e poi Kimmich e al 70’, ha raddoppiato con una perfetta verticalizzazione di Alaba per Choupo-Moting, appena entrato.
La Lazio è riuscita a ridurre le distanze nel finale.
Al minuto 82, su una punizione-cross di Pereira, Parolo si è avventato sul secondo palo e ha insaccato di testa. Galvanizzati, i biancocelesti hanno insistito e hanno addirittura sfiorato il 2-2 con un colpo di testa di Acerbi su calcio d’angolo. Il Bayern ha capito di non doversi addormentare e nel finale ha legittimato il successo impegnando Reina con Gnabry lanciato in porta da Sané.
“Usciamo dalla coppa con onore”. Simone Inzaghi non ha nulla da rimproverare alla Lazio: “Visto il risultato dell’andata contava soprattutto la prestazione e c’è stata”, sottolinea. “Con i campioni d’Europa e del mondo abbiamo disputato una buona gara. C’era il rischio di un’altra imbarcata e invece siamo rimasti fino in fondo in partita. Sappiamo che ci sono squadre ingiocabili, una di queste è il Bayern. Si meritano quello che stanno vincendo in questi anni: sono il massimo a cui si può puntare a livello di club. Resta il grandissimo orgoglio per il cammino che abbiamo fatto in Europa. Il nostro obiettivo era passare il girone e ci siamo riusciti da imbattuti”.
Adesso la Lazio si concentrerà sul campionato: “L’obiettivo è restare in Champions, un primo passo lo abbiamo fatto tornandoci. Dobbiamo fare queste partite che mancano nel migliore dei modi anche se sappiamo che ci sono tante rivali.
Fine di un ciclo? Questi ragazzi personalmente mi hanno dato e continuano a darmi tantissimo. E’ normale che ci sono dei percorsi e delle stagioni”.
Francesco Acerbi è soddisfatto per la prova della Lazio a Monaco: “Abbiamo fatto una buonissima partita, volevamo fare una gara di gruppo e dare una risposta a noi stessi.
Siamo usciti a testa alta. Resta il rammarico per l’andata: eravamo troppo nervosi. Stavolta invece abbiamo giocato più sereni, anche se di fronte avevamo il Bayern. Sono dei vincenti, loro hanno tanti campioni: prendo spunto da queste gare europee, guardo i campioni”.
Adesso i biancocelesti punteranno tutto sul campionato, per centrare nuovamente la qualificazione in Champions: “Siamo in lotta anche quest’anno, dobbiamo vincere in queste partite che mancano, siamo un gruppo che merita di stare tra le prime 4”.
Il Chelsea replica il successo dell’andata (questa volta per 2-0) ed elimina gli spagnoli dell’Atletico Madrid tra qualche polemiche per alcune sviste dell’arbitro, l’Italiano Daniele Orsato.
Infatti nel primo tempo l’arbitro italiano non concede un rigore plausibile – e ultimo uomo – di Azpilicueta su Carrasco, mentre la gomitata di Havertz su Savic, poi pure espulso per un episodio meno grave, è come minimo “arancione”, e non da giallo.
Detto ciò, il Chelsea del nuovo e ancora imbattuto (13 partite) tecnico tedesco Thomas Tuchel, l’ha meritata tutta: 3-5-2 tosto e letale, Kanté e gli scongelati Rudiger e Alonso sontuosi, e due gol in contropiede: al 34’ con Ziech, in porta dopo tre passaggi fendenti dalla propria area di Kanté, Havertz e Werner, e ai titoli di coda con l’ex romanista Emerson Palmieri, su assist dell’altro subentrato Pulisic.
Atletico Madrid penalizzato ma sbiadito e impotente come Suarez, fuori al 59’: 2-0 per il Chelsea, dopo l’1-0 dell’andata e la rovesciata di Giroud.
L’Atletico Madrid ha fatto quello che ha potuto. Certo, se nel primo tempo avesse avuto una delle due cruciali decisioni arbitrali a favore, staremmo parlando di un’altra partita, e la paradossale espulsione di Savic è stata il simbolo di un destino segnato di questi ottavi – vedi anche l’andata. Ma sin dal primo minuto, i colchoneros hanno dimostrato di non essere all’altezza, fin troppo granitici nel classico 4-4-2 di Simeone e spesso soverchiati da ripartenze e folate del Chelsea.
Bayern e Psg sono di un altro pianeta. Ma questo Chelsea, sulla partita secca, può giocarsela con chiunque anche se non ad armi pari.




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