UCL – L a Champions League applaude le gesta di Atalanta, Lazio e Juventus (in ordine rigoroso di importanza
del successo) e boccia l’Inter tradita da Arturo Vidal.
Se prima del match di San Siro la strada verso gli ottavi per l’Inter appariva in salita, dopo il ko contro il Real Madrid
l’obiettivo appare come un miraggio, soprattutto a guardare la classifica.
Primo tempo da incubo per l’Inter che dopo appena 7’ è già costretta a rincorrere: Barella sgambetta Nacho in area,
l’arbitro Taylor concede il rigore e dal dischetto Hazard non sbaglia. Sotto di un gol, l’Inter fatica a reagire e le Merengues vanno a un passo da 2-0 con Vazquez che al 13’ colpisce in pieno il palo alla destra di un immobile Handanovic. Alla mezz’ora il portiere sloveno respinge con i pugni un destro da dentro area ancora di Hazard. Conte è una furia. Sembra di vedere la stessa partita di domenica contro il Torino. Al 33’ arriva la seconda doccia gelata della serata: Vidal cade in area sulla pressione di Varane (azione simile a quella che ha portato al rigore il
Real), questa volta, però, l’arbitro inglese lascia correre (il Var gli darà ragione!) e il cileno diventa una furia. Doppio giallo nel giro di pochi istanti e Inter in dieci. Il finale di tempo è ancora di stampo spagnolo, ma al riposo su va sullo 0-1.
Nella ripresa Conte passa al 4-4-1 mandando nella mischia Perisic e D’Ambrosio. L’avvio è buono, l’Inter dà la sensazione di poter pareggiare da un momento all’altro, poi al 58’ Zidane manda in campo Rodrygo per Mariano Diaz e il giovane 19enne brasiliano impiega pochi secondi per segnare il suo sesto gol stagionale: destro al volo su cross dal fondo di destra di Vazquez. È la mazzata definitiva per Conte e la sua Inter che, sotto di due gol e, soprattutto, con l’uomo in meno, alza definitivamente bandiera bianca al quarto d’ora della ripresa.
Qualificazione difficile, difficilissima, ma non impossibile. Partiamo da un record negativo stabilito dalla squadra di Conte, che per la prima volta nella sua storia non vince nessuna delle prime 4 partite del girone di Champions. Pareggi contro Shakhtar e Borussia Moenchengladbach, poi la doppia sconfitta con il Real, prima a Madrid e poi a San Siro: per un totale di appena 2 punti, con l’Inter che resta ultima nel girone guidato dal ‘Gladbach (8 punti). Poi Real Madrid a 7 e Shakhtar a 4.
Inevitabilmente, la strada dell’Inter per gli ottavi passa per due vittorie nelle prossime due partite, le ultime due del girone.
Una situazione che ricorda un po’ quella dell’Atalanta nella passata edizione della Champions, con i nerazzurri di Gasperini che riuscirono nell’impresa di qualificarsi vincendo le ultime due, dopo aver fatto un solo punto (un pari e 3 sconfitte) nelle prime 4. Da adesso, dunque, è vietato ogni minimo passo falso: vincere diventa l’unica opzione. Per sperare di passare come secondi, dato che il primo posto è ormai impossibile.
Si inizia dunque dalla trasferta in Germania contro il ‘Gladbach attuale capolista, sfida in programma il primo dicembre. I nerazzurri vincendo accorcerebbero dalla vetta, salendo a 5 punti (con i tedeschi fermi a 8) e, in caso di contemporanea vittoria del Real sullo Shakhtar, diventerebbe decisiva l’ultima gara del girone, il 9 dicembre in casa contro lo Shakhtar.
Una giornata in cui i nerazzurri dovranno sì vincere, ma anche sperare che il Real Madrid batta il Borussia M’Gladbach, fermandolo dunque a quota 8. E gli spagnoli, se volessero vincere il girone, sarebbero sicuramente motivati a fare i tre punti La classica impresa impossibile che può divenire possibile ma non basandosi esclusivamente sulle proprie “forze”.
Una curiosità sull controversa spulsion di Vidal. L’emittente spagnola Gol Television ha analizzato e interpretato il labiale che è costato ad Arturo Vidal l’espulsione da parte dell’arbitro inglese Anthony Taylor nel corso del match tra Inter e Real Madrid. Dopo aver visto negato un possibile calcio di rigore nei suoi confronti, Vidal è andato ad affrontare l’arbitro a muso duro andando a gridargli contro la seguente frase: “Hai lì il Var di merda per poter rivedere e non fai nulla“.
Dopo lo 0-5 subito in casa, i nerazzurri (quelli atalantini) si rilanciano e vanno a vincere sul campo dei Reds. Segnano nella ripresa lo sloveno e il tedesco. Sono 7 adesso i punti in classifica per la squadra di Gasperini.
Klopp, privo di tanti titolari e con un folto turn over, schiera il suo 4-3-3 col tridente offensivo composto da Mané, Origi e Salah, guarito dal Covid-19. Gasperini invece cambia modulo schierando un 3-5-2 con Gomez e Ilicic davanti e Pessina a rinfoltire il centrocampo orobico. L’Atalanta gioca bene, con calma e senza paura, pressando il Liverpool in uscita; così arriva la prima chance per Ilicic che però spreca calciando alto dal limite. Al 9’ il primo tiro in porta con Gosens che improvvisamente calcia di sinistro, ma Alisson è attento e bravo e deviare in angolo sul primo palo. Qualche secondo dopo, altra palla recuperata e Gomez col destro calcia sul fondo da buona posizione. Poi la gara si cristallizza, con le due squadre che prediligono il possesso palla più che affondare; anche se Ilicic ha ancora una
chance al 21’ su un rinvio corto, ma conclude largo. La prima e unica occasione dei Reds arriva solo al 44’ quando Salah calcia alto dopo una bella azione.
I bergamaschi colpiscono al 60’: perfetto cross dalla sinistra di Gomez e inserimento di Ilicic che insacca in spaccata
col destro. Ritorno al gol con l’Atalanta per lo sloveno che non segnava per Gasperini dal 10 marzo scorso contro il Valencia. Klopp ne ha abbastanza e effettua un quadruplo cambio: dentro Firmino, Fabinho, Robertson e Jota e fuori Salah, Origi, Wijnaldum e Tsimikas.
La chiude Gosens Ma l’Atalanta piazza il colpo decisivo al 64’: Pessina caparbiamente tiene palla a sinistra, passa a Gomez che crossa in area, sponda di testa di Hateboer e Gosens insacca solo davanti al portiere. È il gol che mette ko il Liverpool.
Una doppietta del bomber e il gol di Parolo regalano tre punti pesantissimi alla squadra di Inzaghi che vola a +4 sul Brugge.
L’inizio di gara della Lazio è fulminante Immobile, al primo pallone toccato, sblocca il risultato dopo appena tre minuti con una perla dai 20 metri. La squadra di Inzaghi è totalmente padrona del campo e spinge soprattutto sulla corsia sinistra, dove Acerbi ha spesso l’opportunità di sganciarsi in proiezione offensiva. Al 22’ la supremazia territoriale biancoceleste si concretizza con il raddoppio di Parolo, il cui rasoterra da fuori area si insacca all’angolino. Proprio quando la sfida sembra mettersi in discesa per la Lazio, lo Zenit torna subito in partita
grazie a un lampo di Dzyuba. Il gigante russo riceve in area e, con straordinaria rapidità di esecuzione, si gira e batte
Reina. Il gol dà fiducia agli uomini di Semak, che provano ad alzare il baricentro finendo però per esporsi alle ripartenze dei padroni di casa. Le migliori occasioni da rete sono tutte di marca laziale: al 40’ Parolo manca la porta di un soffio da pochi passi, mentre al 46’ Kerzhakov si supera sul tiro a colpo sicuro di Lazzari.
All’intervallo il risultato sta decisamente stretto alla squadra di Inzaghi.
Nella ripresa i russi sembrano intenzionati a mostrare un piglio più aggressivo, ma a scompaginare i loro piani è ancora Immobile. Dopo neanche dieci minuti, infatti, il bomber di Torre Annunziata si procura e trasforma di potenza il rigore del 3-1. La Lazio incanala la sfida su binari decisamente favorevoli e gestisce il doppio vantaggio con autorevolezza.
Semak vara uno schieramento a trazione anteriore, mentre Inzaghi immette forze fresche sul terreno di gioco. Muriqi sfiora il poker all’85’. Per la Lazio arriva così l’ottavo risultato utile consecutivo tra campionato e Champions, dove la Lazio è ancora imbattuta e veleggia spedita verso gli ottavi di finale.
Ottavi di finale di Champions League per la Juventus. Dopo un primo tempo sottotono con il Ferencvaros, che passa in vantaggio grazie a Uzuni e viene ripreso da Ronaldo, nella ripresa i bianconeri vanno all’arrembaggio alla ricerca dei tre punti. Gli ungheresi tengono, ma poi entra Morata che, in pieno recupero raccoglie un assist di Cuadrado e fa secco il colpevole Dibusz per un gol che porta i suoi a 9 punti in classifica, secondo posto alle spalle del Barcellona
“Non abbiamo fatto una prima pressione veemente, ma è normale dopo tante partite non avere sempre la stessa intensità. L’importante era non sbilanciarci e non rimanere lunghi per prendere queste ripartenze. È successo nel primo tempo”. La Juventus ha faticato anche perché dai cambi “mi aspettato di più – ha detto Pirlo a Sky Sport – però era una partita difficile, loro si sono chiusi bene e noi dovevamo cercare di allargarli. Il ritmo della palla non era alto ed era più semplice per loro scalare da destra verso sinistra”.
Barcellona, Chelsea e Siviglia staccano il pass per gli ottavi di Champions League. Nel girone G della Juventus, tutto facile per i blaugrana che, nonostante l’assenza di Messi, passeggiano 4-0 a Kiev. Dinamo superata grazie alle reti di Dest, Braithwaite (doppietta) e Griezmann, che prima del match ha smentito le voci di un possibile litigio con Messi.
Pronostico rispettato per il Borussia Dortmund che supera senza problemi il Club Bruges per 3-0, difendendo così il
primato nel gruppo F, quello della Lazio. Il Psg aggancia il Lipsia, battuto 1-0 grazie al rigore di Neymar.