Calcio – Serie A: la seconda giornata di ritorno.
La prima giornata di ritorno ha formalmente riaperto il campionato. La sonora sconfitta della Juventus a Firenze, sonora più per la prestazione offerta dai bianconeri che per il risultato, ha dato animo e speranza a tutti gli inseguitori che vincendo i loro incontri hanno recuperato terreno alla battistrada solo il Milan ha pareggiato, ma aveva l’impegno più complicato sfidando il Torino in casa granata.
Proprio la settimana passata scrivevamo che il nostro campionato non sarà il più bello, ma resta il più arduo da affrontare. Senza il giusto approccio mentale e la giusta cattiveria non si supera nessun avversario, soprattutto una Fiorentina che nello specifico affrontava il crocevia di una stagione travagliatissima. Così una Juventus distratta e poco affamata si è fatta sopraffare da una Fiorentina con il sangue agli occhi che non ha mollato un centimetro. Ora per la Vecchia Signora si apre una fase di dubbi e di incertezze che la partita di domenica alle 12.30 con la Lazio può acuire in caso di risultato negativo o attenuare in caso di vittoria, ma di certo anche in caso positivo la crisi non sarà superata, perché la Juventus nel corso della stagione ha già avuto cadute di questo tipo seguite da vittorie convincenti. Tutti gli analisti del settore si sono soffermati più sul fattore psicologico che su quello tecnico per commentare la quarta sconfitta bianconera. Noi preferiamo sottolineare la duplicità del problema, perché una squadra che non ha sicurezze e basi solide dimostra anche poca convinzione e poche certezze sul campo. Che dopo cinque scudetti ed una serie infinita di vittorie, venga a mancare la fame per i tre punti è fisiologico, qui debbono essere bravi staff tecnico e dirigenza a tenere sulla corda il gruppo, ma è indiscutibile anche che la Juventus di oggi continua ad apparire una squadra in cerca di un percorso tattico e che manca di una propria identità. Allegri sorprendendo tutti, si è presentato a Firenze riproponendo dopo mesi la difesa e tre e lasciando Pjanic in panchina dopo i miglioramenti che il bosniaco aveva avuto nel nuovo ruolo di trequartista. I continui cambi di modulo e di interpreti hanno destabilizzato la squadra togliendo le sicurezze e le competenze tattiche che in questi sei anni ha maturato. Se vediamo le altre big del campionato hanno tutte un impronta tattica ben delineata e un gruppo di giocatori che si può definire titolare o per lo meno che ha la certezza del ruolo in campo. Nella Juventus ciò non avviene visto il continuo tourbillon a cui Allegri sottopone gli elementi in rosa, sembrava che il 4-3-2-1 delle ultime uscite fosse l’abito adatto per Higuain Pjanic e Dybala, ma il ritorno al 3-5-2 di Firenze ha scompaginato ancora un volta le idee alla squadra. L’approccio alla partita della Juventus è molle probabilmente perché mancano le sicurezze tattiche e i giocatori appaiono sul campo come disorientati e confusi. La controprova la si potrà avere in Champions dove lì non è possibile affermare che manchi la fame, ma ora c’è una Lazio da affrontare e il Porto è ancora lontano.
Lazio che sale a Torino determinata da una striscia positiva che non si ricordava da anni e con un solo punto da recuperare sul terzo posto del Napoli. La vittoria in rimonta sull’Atalanta ha definitivamente convinto i ragazzi di Inzaghi di poter puntare alla Champions e sicuramente la Lazio non si farà sfuggire ogni minima occasione per agguantare il terzo posto. Inzaghi ha creato un gruppo solido e maturo dove anche l’assenza di Keita, in coppa d’Africa, è stata assimilata dalla squadra senza problemi. Unica concessione tattica che Inzaghi si concede è l’alternanza di una difesa alle volte a tre, ovviamente più coperta, o a quattro, se si vuol essere più offensivi, ma il canovaccio tattico della squadra è chiaro. Lo sfruttare al massimo gli spazi e la velocità con giocatori come Immobile, Felipe Anderson, Milinkovic, l’uomo del momento i cui movimenti e la sua tecnica lo fanno sempre più avvicinare a Pogbà, ed un centrocampo solido e compatto retto sempre con maestria da Biglia. Come sempre in questi ultimi anni, si cerca di stimolare patron Lotito ad agire sul mercato di gennaio per integrare questa rosa, ma mai come quest’anno pensiamo che il gruppo di Inzaghi abbia bisogno di certezze, quindi non sembra il caso di destabilizzare l’ambiente con voci di mercato in uscita o in entrata. In fondo la Lazio gioca solo il campionato e le rosa appare ben attrezzata. Sarebbe servito solo un vice Keita, ma prenderlo a fine gennaio per averlo pronto chissà quando, sembra una cosa poco logica. Unico errore la partenza di Cataldi, perché in caso di assenza a centrocampo la coperta pare un po’ corta. Le indiscrezioni che filtrano da Formello dicono che domenica sarà difesa a quattro con Patric a sinistra al posto dello squalificato Lulic e Wallace preferito a Bastos, a far coppia con De Vrij al centro. Confermatissimo il trio di centrocampo e sorpresa nel pacchetto offensivo con il giovane Lombardi che dovrebbe vincere il ballottaggio con Luis Alberto. Invece continuano i grossi dubbi in casa Juve. Vedremo se Allegri giocherà con la difesa a tre o a quattro; pare sicuro l’impego di Pjanic ma dovremmo vedere in quale ruolo verrà impiegato il bosniaco. L’assenza di Alex Sandro per squalifica è un bel grattacapo da risolvere, essendo il brasiliano uno dei pochi ad essere in forma psicofisica ottimale e mancando Evrà ancora alle prese con il suo futuro in bianco nero. Fossimo in Allegri punteremmo sulla schieramento a quattro con il ritorno di Rugani che tanto ha impressionato nelle sue ultime prove e con il duo Dybala Pjanic alle spalle del Pipita, ma i dubbi da sciogliere per mister livornese appaiono veramente tanti.
Se da una parte abbiamo una Juventus confusa e con poche certezze, dall’altra abbiamo una Roma determinata e cinica come mai si ricordavi negli ultimi tempi. Le ultime due vittorie per 0-1 in trasferta su campi difficili come quelli di Udine e Genova denotano una maturità ed una sicurezza difensiva che questa Roma non aveva mai dimostrato. La sconfitta nello scontro diretto con la Juve non ha demotivato Spalletti e la squadra anzi ha dato motivazioni e sicurezze maggiori, ora la Roma è squadra solida soprattutto dietro e non è più vittima di cali di concentrazioni e black out difensivi che la condizionavano. Anche se Dzeko pare essersi fermato, la squadra arriva sempre davanti alla porta creando numerose occasioni, il gol questa squadra lo troverà sempre e se la difesa tiene il gioco è fatto. A parole sembra un discorso molto semplice, ma Spalletti ha dimostrato per l’ennesima volta di essere uno degli allenatori più preparati della nostra serie A, gestendo un periodo iniziale difficile e trovando un equilibrio tattico che ora appare inappuntabile. Il 3-4-2-1 sembra essere l’abito ideale per questa formazione per sfruttare le caratteristiche dei suoi interpreti. Se poi Dzeko ritroverà la via del gol, ogni traguardo non è da escludere. Domenica sera arriva all’Olimpico un Cagliari che per tradizione ha sempre impensierito i giallorossi, ma che in questo momento non pare avversario da mettere in difficoltà la Roma. Unico dubbio per Spalletti la presenza di Perotti, sempre in non perfette condizioni fisiche ma dato in recupero, nel caso El Shaarawy sarà di nuovo titolare. Difesa a tre confermata con Fazio sempre più protagonista, che con il rientro in pianta stabile di Rudiger pare anche più solida. Emerson e Peres confermati sulle fasce per dare spinta ed contemporaneamente equilibrio, mentre Nainggolan sarà il solito valore aggiunto soprattutto in questa nuova posizione avanzata sulla tre quarti. Il Cagliari affronterà la Roma molto rinfrancato dalla bella vittoria sul Genoa che ha dato morale alla squadra e ossigeno alla classifica. Rastelli se la giocherà molto probabilmente più coperto del solito. Occhio a Borriello e al suo dente avvelenato contro le sue ex squadre. Attenzione particolare per il giovane Barella che si sta segnalando fra le novità più interessanti di questa serie A.
Il secondo scontro diretto della giornata si svolgerà questa sera al Meazza; Milan – Napoli sarà veramente una sfida ad eliminazione per la Zona Champions. Il Milan segue il Napoli a soli quattro punti con una partita da recuperare, quindi un eventuale vittoria significherebbe sulla carta un probabile sorpasso. Sicuramente Montella e la squadra si saranno fatti questo discorso e le motivazioni saranno altissime. Il Milan sta disputando un campionato superiore alle attese e forse anche superiore alla vera forza della squadra, il banco di prova del Napoli sarà la cartina di tornasole per capire dove può arrivare questa squadra. Mancheranno Romagnoli, Locatelli e molto probabilmente De Sciglio, ma il consolidato 4-3-3 non muterà. I probabili sostituti Gomez in difesa e Sosa a centrocampo, sono tra gli acquisti più discussi dell’intera storia del Milan e stasera per loro sarà una prova davvero complicata. A dir la verità Montella A centrocampo avrà anche l’alternativa di schierare come centrale Bertolacci, che dopo un lungo calvario sembra finalmente avere trovato una affidabilità fisica. Nel caso Pasalic sarà il titolare nel centro sinistra, visto che Bonaventura ha scalzato definitivamente Niang nel tridente offensivo. L’altro uomo sempre al centro delle polemiche, Bacca dovrebbe essere titolare con La Padula pronto in panchina. Fondamentale per gli uomini di Montella sarà reggere l’urto della fase offensiva del Napoli, in questo momento fra le migliori in assoluto nel panorama europeo, per poi colpire in ripartenza negli spazi che il Napoli lascia spesso davanti alla sua difesa. Ed è proprio il reparto arretrato il grosso problema di Sarri non solo perché il Napoli sta concedendo troppo agli avversari, ma soprattutto perché gli uomini sono veramente contati. Koulibaly e Ghoulam in coppa d’Africa, Chiriches e Tonelli in non perfette condizioni fisiche e forse non recuperabili, Albiol alla prese con i mali di stagioni, per Sarri il rebus difesa è tutto da risolvere. Il tridente leggero dovrebbe essere sicuramente confermato, mentre a centrocampo affianco alla certezza Hamsik, si contendono una maglia da titolare Jorginho / Diawara e Zielinski /Allan. Per tutti questi motivi ci si aspetta una partita emozionante e spettacolare, che sembra essere un vero spartiacque per le due squadre, anche se siamo solo alla seconda di ritorno e tempo ci sarà per recuperare.
La sorpresa del momento è senza timore di smentite l’Inter. E i complimenti sono tutti per Pioli che in meno di due mesi ha saputo dare un’identità ed un’impronta ad una squadra che sembrava alla sbando. A nostro modesto avviso nel calcio di oggi il ruolo dell’allenatore è ancora più fondamentale che in altri tempi, essendosi il valore tecnico dei giocatori livellatosi, verso il basso purtroppo, mentre quello tattico si è alzato, l’allenatore è quel quid in più che può dare la svolta ad una squadra anche a stagione in corso. Pioli è l’ennesima dimostrazione di questa regola; con una rosa di primordine, mal sfruttata dai suoi predecessori, è riuscito a dare la quadratura del cerchio mai trovata finora. Il 4-2-3-1 ha fornito quell’equilibrio finora mancato, sorprende il ritrovato Kondogbia finalmente a suo agio nel centrocampo nerazzurro e ancor più sorprende l’innesto di Gagliardini che per come gioca sembra un veterano che calchi da anni questi palcoscenici. Il rientro di Brozovic aumenta le frecce all’arco di Pioli. Il croato potrebbe far rifiatare uno dei due o schierarsi al centro nei tre dietro ad Icardi, soffiando il posto a Joao Mario e Banega. Si ha comunque la sensazione che chiunque entri in questa squadra sa precisamente quello che deve fare, tutto il contrario rispetto alla gestione De Boer. I meccanismi paiono oliati da sempre e le occasioni da gol fioccano a differenza di pochi mesi fa. Chi ne guadagna è Icardi, il cui fiuto per il gol è sempre allerta. In questo modo il terzo posto non pare una chimera, ma il pesante gap con cui Pioli è partito costringe il mister a non fare nessun passo falso. Proprio per questo la trasferta di Palermo non sembra impegno probante per frenare la cavalcata nerazzurra. Il Palermo è come ormai da più di un anno, in gravissima crisi. Corini sembra aver strappato una conferma a tempo, ma è inutile mettere in discussione ogni allenatore che arriva a Palermo se la qualità media della rosa a sua disposizione è veramente scarsa. Sicuramente l’allenatore veneto alzerà le barricate infoltendo centrocampo e difesa per togliere spazi ai nerazzurri, lasciando al solo Nestorovski la fase d’attacco.
I sotto clou della giornata sono Chievo – Fiorentina che aprirà la giornata di oggi, Bologna – Torino e Atalanta –Sampdoria di domenica pomeriggio. La Fiorentina è chiamata alla conferma; dopo la brillante vittoria sulla Juventus la squadra viola dovrà ripetersi sul difficile campo del Chievo, se vuol dare continuità alla classifica e se vuol tornare in lizza per l’Europa. Risolta la querelle Kalinic che ha risposto picche alle sirene cinesi, ora c’è solo da guardare in casa e pensare alla classifica da sistemare. Il croato è squalificato, giocherà Babacar titolare, ma il resto della squadra vincente con la Juventus sarà confermata in blocco col dubbio Sanchez esterno di difesa a destra, vera rivelazione della scorsa giornata, probabilmente sostituito da Tomovic. Anche il Torino è alle prese con la squalifica del suo centravanti titolare, Belotti, favorito Maxi Lopez per la sostituzione, e con il momentaccio di Ljajic che non trova più né la porta né la giusta condizione e che domenica avrò una nuova chance per invertire la rotta. Per il resto formazione titolare confermata, che se la dovrà vedere con un Bologna che non abbina mai la prestazione al risultato, ma che tra le mura amiche è sempre temibile. L’Atalanta è chiamata a riprendere il cammino interrotto con le sconfitte in coppa Italia con la Juve e in campionato con la Lazio. Le prestazioni dei bergamaschi sono state sempre ottime, ma forse le voci di mercato e i troppi complimenti hanno un po’ distratto la squadra. La partita con la Sampdoria appare ostica e scorbutica, anche perché i doriani vorranno rifarsi della pesante débâcle di giovedì sera con la Roma.
Completano la giornata Empoli – Udinese, due squadre in buona salute, che potrebbero anche accontentarsi di un pari, Genoa – Crotone con i rosso blu di casa che attraversano un periodo veramente complicato e che dovranno assolutamente vincere per non alimentare le polemiche e Pescara – Sassuolo una partita che si porta appresso le scorie dell’andata, la vittoria a tavolino del Pescara per irregolarità di tesseramento da parte del Sassuolo del giocatore Ragusa, che si annuncia anche come una partita fondamentale per i padroni di casa che non possono fallire un’altra occasione e per i nero verdi che con un eventuale sconfitta verrebbero trascinati in zona retrocessione.
20/01/17 PIERFRANCESCO BONANNO