Calcio – Serie B – 27 esima giornata – Il derby costa la panchina a Zenga

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Calcio – Il campionato di Serie B si avvale di un nuovo allenatore ed il conseguente esonero.

Costano care a Walter Zenga le quattro sconfitte patite nelle ultime cinque giornate del campionato cadetto. Il Venezia, infatti, ha deciso di esonerare l’ex  portiere dell’Inter  ed ecco al suo posto Serse Cosmi.

Zenga, che era arrivato sulla panchina lagunare nel mese di ottobre in sostituzione di Stefano Vecchi, lascia la squadra in quindicesima posizione con 26 punti. La decisione della società è stata determinata dalla crisi di risultati e dalla necessità di dare una scossa all’ambiente nel tentativo di conquistare la salvezza.

Il nuovo allenatore Serse Cosmi, tecnico esperto e di carisma che sarà chiamato a risollevare le sorti della squadra già dall’insidiosa gara interna contro il Palermo in programma domenica prossima alle 21:00.

Ma andiamo a rivisitare quanto accaduto nella fine settimana in serie B.

 

Nella 27esima giornata il Pescara vince 2-0 contro lo Spezia e sale al terzo posto in classifica. Il Perugia supera 3-1 la Salernitana: Verre e Sadiq aprono le marcature, Casasola accorcia, ma nella ripresa Han chiude ogni discorso. Il Verona vince 1-0 il derby con il Venezia grazie a Di Gaudio e rimane in piena zona playoff.

 

PESCARA-SPEZIA 2-0

Una botta di Mora dalla distanza, deviata da Bruno, mette subito i brividi a Fiorillo dopo appena due minuti di gioco; pallone alto di poco sopra la traversa. È solo l’inizio. Perché al 19’ Mancuso sfrutta perfettamente la torre di Memushaj, su cross di Marras, e insacca facilmente sulla linea di porta da solo sul secondo palo. Quarto gol consecutivo e diciassettesimo stagionale per il vicecapocannoniere della serie B, già a segno contro i liguri all’andata, oltre alla tripletta dell’aprile di un anno fa, sempre all’Adriatico. Lo stesso Mancuso avrebbe la possibilità di raddoppiare ma il suo sinistro viene bloccato senza problemi da Lamanna. Allo scadere Scognamiglio colpisce di testa senza saltare, ma la sfera termina fuori. Al 59’ Crecco raddoppia di testa scegliendo perfettamente il tempo su un calcio d’angolo dalla destra battuto da Memushaj (secondo assist per lui). A metà del secondo tempo lo Spezia rimane in 10 uomini per l’espulsione di Da Cruz, che trattiene Ciofani e si prende il suo secondo giallo. Nel finale Mora prova un paio di volte di segnare in acrobazia ma è impreciso e non riesce a inquadrare la porta. Il Pescara risolve così agevolmente la pratica Spezia, torna alla vittoria dopo lo stop di Benevento e può festeggiare la temporanea terza posizione.

 

PERUGIA- SALERNITANA 3-1

Al 5’ Sadiq arriva a tu per tu col portiere avversario che è bravo a chiudergli lo specchio della porta. Ancora Sadiq protagonista poco più tardi, con un traversone dalla destra per il tiro di Verre respinto dalla difesa campana in corner. Melchiorri prova a girare un calcio d’angolo ma finisce a lato. Al 28’ i padroni di casa passano in vantaggio con il destro di Verre dal limite, sporcato da Mantovani. Alla mezz’ora Sadiq raddoppia su assist dell’autore del primo gol, tirando una fucilata sotto la traversa sulla quale nulla può fare Micai. Quando la partita sembra in discesa per la squadra di Nesta, la Salernitana accorcia le distanze al 35’: Casasola (alla sua centesima presenza in serie B) indovina il diagonale nell’angolino basso, sull’invito di Anderson, che non lascia scampo a Gabriel. La gara si riapre ed entra ancora di più nel vivo a inizio ripresa quando Sadiq si fa espellere ingenuamente per due ammonizioni ricevute nell’arco di 60 secondi, per l’intervento in ritardo su Pucino: Perugia in 10 al 55’. Nonostante l’inferiorità numerica, il Perugia torna in vantaggio di due reti al 71’: punizione battuta da Falzerano, sponda di testa da parte di Gyomber per l’accorrente Han Kwang-song, subentrato a Melchiorri pochi minuti prima. 3-1 nel momento più complicato per gli umbri che, con questo successo, salgono momentaneamente al settimo posto.

 

VERONA-VENEZIA 1-0

Tra ambizioni di playoff e desiderio di tranquillità, al Bentegodi Verona e Venezia si affrontano in un derby con la voglia di dare nuova spinta agli obiettivi stagionali. Grosso si porta avanti per primo, al 18’ infatti il Verona va avanti con il primo gol in stagione di Di Gaudio: pallone raccolto in area e calciato sotto la traversa in maniera sporca, ma efficace. La reazione del Venezia non c’è e anzi Zenga rischia di incassare il secondo gol sul cross di Lee che diventa un tiro e scuote la traversa di Vicario. Al 39’ primo acuto del Venezia, Lombardi recupera il pallone al limite dell’area e calcia con forza, molto bravo Silvestri ad alzare sopra la traversa. Nella ripresa il Venezia non riesce a forzare i ritmi della partita e a mettere in difficoltà il Verona che non ha alcun interesse a rischiare. Al 58’ arriva poi l’opportunità di chiudere la partita per la squadra di Grosso: Segre trattiene Bianchetti in area, calcio di rigore battuto da Pazzini che però viene respinto da Vicario, con Zenga che ringrazia il proprio portiere e resta in partita. Continua però a essere il Verona la squadra che si fa vedere in avanti e in un paio di circostanze Pazzini va vicino a trovare la gioia personale. Finisce con la vittoria di misura per Grosso che così resta al centro della zona playoff della classifica, Zenga invece, con 7 punti nelle ultime 11 giocate, deve guardarsi le spalle.

 

BRESCIA-CITTADELLA 0-1

Il Brescia vuole reagire al pareggio di Padova, il Cittadella sogna di entrare nella zona playoff della classifica. La squadra di Venturato inizia meglio la gara, con personalità e coraggio e il campo premia l’atteggiamento ospite. All’11’ Alfonso respinge il tentativo di Schenetti che sterza e si libera, Finotto al volo non sbaglia da dentro l’area per il vantaggio del Cittadella. Brescia che ha difficoltà a scuotersi, in una giornata in cui fatica a costruire in fase offensiva e anzi Alfonso deve salvare i padroni di casa dal doppio svantaggio sulla conclusione di controbalzo di Schenetti. Nella ripresa non arriva la scintilla giusta per la capolista, anzi. Moncini non riesce a toccare il pallone a pochi metri da Alfonso, il Brescia resta attaccato alla gara e nel finale prova almeno a trovare il pareggio, ma la pressione è disordinata e poco lucida. Le uniche occasioni sono per Torregrossa, ma prima Paleari si oppone e poi è lo stesso numero 11 del Brescia a mettere sull’esterno della rete a pochi centimetri dalla porta. Brescia che resta fermo a 47 punti, Cittadella che sale a 36, scavalcando il Perugia e prendendosi l’ultimo posto buono per i playoff.

 

PALERMO-LECCE 2-1

Il Brescia si è piantato in testa alla classifica, il Palermo è terzo dopo la brutta sconfitta di Crotone e deve dare un segnale a sé e a tutto il campionato. Il Lecce di Liverani, però, è squadra vera e con obiettivi ambiziosi tanto quanto quelli dei rosanero. Al Barbera, insomma, si gioca per tornare in Serie A al più presto possibile. La squadra di Stellone è la prima a provare a indirizzare la partita dalla sua parte, già al 4’ Trajkovski dal limite dell’area tira forte e preciso alle spalle di Vigorito che non può nulla. Il Lecce non si scompone e inizia a tenere a lungo il pallone, con il Palermo costretto sulla difensiva. I giallorossi però fanno fatica a concludere, l’unico a riuscirci per due volte è Falco, accentrandosi da destra e liberando il mancino su cui però Brignoli è sempre attento. Il portiere del Palermo è però superlativo al 44’ quando Lamantia si coordina al volo da dentro l’area, ma vede il suo tentativo deviato sul palo. Duello, quello tra Lamantia e Brignoli, che riparte all’inizio del secondo tempo, ma per il Lecce c’è solo un calcio d’angolo. Al 52’, poi, il Palermo trova il lampo che vale il raddoppio: Puscas sfrutta un velo, entra in area e batte sotto la traversa Vigorito. Il Lecce non vuole uscire dalla partita e poco dopo tenta di dimezzare lo svantaggio, ma il solito Falco è chiuso dal solito Brignoli, mentre a metà frazione la conclusione dell’esterno offensivo di Liverani è larga. Nel Palermo invece ci prova Trajkovski a chiudere ogni discorso, senza fortuna da posizione molto angolata. Al 93’ Tabanelli trova il modo di segnare per il Lecce con una meravigliosa conclusione al volo che Brignoli guarda finire all’incrocio dei pali, ma è ormai troppo tardi. Stellone torna a sorridere, ma soprattutto si riprende il secondo posto e vede di nuovo il Brescia vicino, a soli due punti di distanza.

 

PADOVA-CROTONE 0-0

Ultima contro terzultima, basta la classifica di Padova e Crotone a raccontare l’importanza di questa sfida per entrambe le squadre, reduci da due risultati incoraggianti contro Brescia e Palermo. La paura di perdere però si impadronisce di tutti i giocatori in campo, se poi si aggiunge una qualità della manovra con più ombre che luci il risultato del primo tempo non può che essere l’assenza di vere possibilità di modificare il risultato. Gara che può cambiare al 57’, quando Sampirisi prende il secondo giallo, forse un po’ severo, lasciando il Crotone in 10. Padova che allora ci prova, ma trova solo imprecisione con i suoi attaccanti. Mbakogu da fuori e Cocco di testa da due passi mettono a lato i palloni che avrebbero potuto cambiare la storia di questa sfida.

 

CARPI-ASCOLI 1-1

Il Carpi ha bisogno di punti per inseguire posizioni diverse dalla penultima in classifica, Ascoli che cerca di puntellare una situazione in questo momento tranquilla. Gara che si sblocca in favore degli ospiti al 42’: Beretta protegge un pallone sul fondo e lo mette in mezzo per Ngombo che in corsa tocca di sinistro e mette in porta. Carpi che rimette tutto in equilibrio a inizio ripresa: al 48’ il capitano Poli è bravo a deviare una punizione, con il pallone che diventa imprendibile per Milinkovic-Savic. Ascoli che si rende ancora pericoloso con Beretta a metà frazione, ma Piscitelli dice di no. Nel finale bianconeri in 10 per il rosso di Ganz e Carpi che ci prova, senza però trovare un episodio favorevole per conquistare tre punti fondamentali.

 

POSTICIPO

LIVORNO-BENEVENTO 2-0

 

Livorno vincente – I toscani, infatti, con il 2-0 al Benevento ottengono la terza vittoria di fila in casa, dove non prendono gol da 405′. Diamanti al 20′ apre le danze con un sensazionale sinistro da 30 metri e dedica la rete ad Astori, poi al 31′ serve l’assist per Gonnelli. Il Benevento si ferma dopo 10 risultati utili consecutivi e frena la rincorsa alla Serie A, restando quarto a -4 dal Brescia. Livorno 14.esimo con Venezia e Foggia.

2-0 firmato Alessandro Diamanti e Lorenzo Gonnelli, terza vittoria consecutiva in casa e porta livornese imbattuta in casa da 405′. È l’ex fantasista della Nazionale il vero protagonista del match: sempre nel vivo della manovra, è in fiducia e i compagni si affidano a lui. “Alino” al 20′ rompe a suo modo la partita: sinistro sensazionale dai 30 metri, il pallone scende all’improvviso e sorprende Montipò, che ha la colpa di buttarsi in ritardo. Palla all’angolino destro e Livorno in vantaggio. Già in precedenza i toscani si erano fatti vedere con un bel triangolo Diamanti-Murilo, ma il brasiliano aveva aperto troppo poco il piatto, e Montipò aveva respinto senza troppi problemi. Ancora Diamanti protagonista al 31′: è suo il cross per il colpo di testa vincente di Gonnelli, in rete dopo quattro anni. Rete che sorprende sia il pubblico del Picchi che Montipò, che valuta male la traiettoria della sfera. Gonnelli invece è bravo sia a sovrastare in elevazione Maggio, sia a trovare un angolo di conclusione difficile: la palla sfiora il legno, Montipò – immobile – viene beffato sul suo palo. La reazione dei campani, che hanno bisogno di una vittoria per tallonare il Brescia, è tutta in un tiro di Coda respinto da Zima con i pugni. Il portiere dei toscani si era fatto trovare pronto anche su una punizione di Insigne, quando il punteggio era ancora 0-0.

A inizio ripresa Bucchi prova a spronare i suoi inserendo Ricci per Bonaiuto. Poi alza ancora di più il baricentro facendo entrare Viola al posto di Volta. Il Benevento deve fare la partita, ma trova un Livorno chiuso e organizzato: Di Gennaro smorza un tentativo a colpo sicuro di Viola in area piccola, Valiani chiude su Armenteros ben servito da Ricci. I nuovi innesti di Bucchi tentano di dare la scossa ai compagni, ma gli amaranto si chiudono perfettamente. E anzi provano il colpo del 3-0 ancora con Diamanti, che tenta di sfruttare la serata no di Montipò provando a sorprenderlo con un pallonetto dalla trequarti finito alto non di molto. Le speranze del Benevento si eclissano quando al 76′ Maggio, già ammonito e graziato in precedenza, tampona Murilo al limite dell’area: espulsione sacrosanta. Ma i campani hanno comunque il merito di non mollare, mostrando spirito combattivo: il palo di Armenteros nei minuti finali è l’utima emozione di un match giocato a ritmi alti, e vinto da una squadra che in casa non sbaglia più un colpo. Fischio finale, e il Livorno va a gioire sotto la Curva Nord, che ricambia. Adesso i toscani possono tornare a guardare la classifica con meno ansia: 26 punti e quattordicesimo posto insieme a Venezia e Foggia. Il Benevento perde meritatamente e sciupa l’occasione di portarsi a -1 dal Brescia con una gara in meno.




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