Calcio – Serie A – Prima di Ritorno
E’ finito il girone d’andata e a guardar bene la classifica le posizioni sono quelle che si potevano prospettare in agosto. A parte l’Atalanta in positivo e Inter e Sassuolo in negativo, questo girone di andata non ha fornito novità e sorprese. Sicuramente alcune singole partite hanno avuto risultati sorprendenti, su tutte le tre sconfitte della Juventus in primis quella con il Genoa, ma la somma dei risultati ha prodotto una classifica molto simile a quella finale della scorsa stagione e molto difficilmente ci saranno variazioni a maggio al termine della serie A.
Il nostro campionato non è sicuramente il più bello e il più equilibrato, per quello passare in Inghilterra e sintonizzarsi sulla Premier League, ma a nostro modesto avviso rimane il più complicato e il più difficile da affrontare; alle volte sarà noioso e con pochi concessione allo spettacolo, ma rimane il più tirato e quello con più pressioni in assoluto in Europa. Non vedremo mai 7-0 o 8-0 come può capitare in Spagna e anche se le favorite alla fine riescono quasi sempre a prevalere devono sudare le proverbiali sette camicie per portare i tre punti a casa; una minima incertezza può pregiudicare l’esito finale del match, ultimo esempio la vittoria in Coppa Italia della Juventus che per settanta minuti ha controllato con tranquillità l’incontro con l’Atalanta, per mollare gli ultimi venti minuti mettendo a serio rischio la qualificazione. Infine le polemiche che scorrono a fiumi in Italia, cosa rarissima da vedere all’estero nei campionati di maggior spessore, danno un ulteriore senso di difficoltà ad ogni singola vittoria: anche qui l’esempio di Napoli Sampdoria della scorsa settimana è solo l’ultimo in ordine di tempo.
Come detto dai più attenti osservatori della Serie A l’unica antagonista della Juventus è la stessa Juventus. I roboanti acquisti estivi, Higuain e Pjanic su tutti, hanno avuto sicuramente parecchi problemi ad inserirsi nella squadra, nonostante abbiano alzato il tasso qualitativo generale, i tantissimi infortuni, su tutti quelli di Marchisio e Dybala, due giocatori che per le loro caratteristiche sono fondamentali per i meccanismi della squadra, e qualche “strana idea” tattica di mister Allegri, vedi Genova, hanno rallentato la crescita dei bianconeri, ma nonostante tutto ciò la Juventus guida con tranquillità la classifica. Contando pure che la vecchia signora dovrà recuperare la partita con il Crotone rimandata per la Supercoppa, il vantaggio sulla seconda pare consolidato e momentaneamente non si vedono pericoli alle porte per conquistare il sesto scudetto che farebbe entrare la società nella leggenda del calcio italiano. Ora che Allegri sembra aver trovato la giusta quadratura tattica alla squadra, pare veramente complicato trovare un concorrente all’altezza del ruolo di antagonista. Il 4-3-2-1 che il mister di Livorno sta schierando ultimamente sembra il sistema migliore per sfruttare appieno le caratteristiche di Higuain che predilige spaziare in tutto il reparto di attacco senza avere compagni affianco, e di Pjanic che assieme a Dybala posizionato dietro l’attaccante argentino, può sfruttare al meglio tutto il suo talento. In più la confermata difesa a quattro sembra essere stata metabolizzata dai giocatori, dopo anni di difesa a tre, dando più equilibrio e sostanza alla squadra. L’unico nuvola che offusca il luminoso cielo bianconero, sono i cali di tensione e di concentrazione che ogni tanto si manifestano, molto probabilmente figli di una troppa sicurezza e di un eccesiva supponenza. Nel nostro campionato non si deve mai mollare un centimetro anche se si è in vantaggio e ci si chiama Juventus. Qui dovrà essere bravo Allegri a lavorare sulla testa dei suoi ragazzi e inculcare la mentalità della squadra che non molla mai nulla anche quando la partita pare indirizzata.
Come accade da anni alla spalle della truppa bianconera si accomoda una Roma che nonostante gli alti e bassi dovuti più a problemi di personalità e di ambiente che a veri e propri problemi tecnici e strutturali, si gode un secondo posto frutto della capacità di mister Spalletti di rivoltare la sua squadra come un pedalino, traendone sempre il massimo del profitto. Sfruttando i tredici gol di Dzeko, una delle vere sorprese del girone di andata se si pensa al cammino della passata stagione del bosniaco, e la vena di Salah un vero folletto alle volte imprendibile per le difese avversarie, Spalletti ha superato il momento di crisi della sua squadra cambiandone l’assetto tattico soprattutto nel cuore del centrocampo. Il duo davanti alla difesa De Rossi Strootman ha garantito quell’equilibrio e quella protezione che spesso erano mancate alla difesa giallorossa, mentre un Nainggolan in versione trequartista/incursore ha garantito alla Roma un connubio qualità quantità che solo il giocatore belga sa dare, unico in tutto il panorama del nostro campionato. Il ritrovato Dzeko ha garantito il numero di reti che erano sempre mancati negli anni passati, mentre la difesa a tre e mezzo, denominazione più giornalistica che reale, ha trovato un suo assetto definitivo. Ottimo l’inserimento di Fazio che ha garantito un collega di reparto all’altezza di Manolas, grande flop invece si è rivelato l’altro acquisto estivo difensivo Vermaelen, e grande scoperta è stata quell’Emerson Palmieri tanto bistrattato dai giornalisti e tanto difeso da Spalletti, che ha dato solidità all’out sinistro, consentendo a Bruno Peres di traslocare sulla destra e dar vita alla difesa a tre e mezzo di cui parlavamo sopra. La Roma in cuor suo spera sempre in un passo falso bianconero per poter attaccare la prima posizione, visto anche lo scontro diretto perso solo, ma che ha dimostrato un equilibrio quasi totale in campo fra le due formazioni. Ora la compagine giallorossa dovrà affrontare il girone di ritorno con la personalità della grande squadra, non pensando all’assenza di Salah in coppa d’Africa e non lasciandosi influenzare dalle chiacchiere di mercato degli elementi più forti, né degli eventuali infortuni, ultimo in ordine di tempo quello di Perotti, né tantomeno dar troppo peso alle chiacchiere e ai rumors di tutto i tipi che nella Capitale sono sempre all’ordine del giorno. Se la Roma saprà sfruttare tutte le sue potenzialità darà filo da torcere alla Juventus fino all’ultimo, ricordandosi sempre che avrà lo scontro diretto in casa.
Il terzo incomodo si chiama Napoli; la squadra di Sarri dopo un inizio in chiaro scuro dovuto alla partenza di Higuain e al seguente infortunio del suo sostituto il polacco Milik, è tornata ai livelli dell’anno passato con alcune variazioni sul solito canovaccio del 4-3-3 tanto caro a Sarri. Se guardiamo i gol realizzati l’anno passato con la presenza del Pipita e quelli realizzati quest’anno senza il bomber argentino ci accorgiamo che non c’è differenza. Il tridente leggero che Sarri ha dovuto adattare per colmare la mancanza di un vero centravanti, si è dimostrata una delle tante invenzioni geniali del tecnico di Figline. Ora la fase offensiva del squadra partenopea è tornata quel meccanismo perfetto che avevamo ammirato l’anno passato; Mertens nel ruolo di “finto nueve” si è trovato a meraviglia realizzando un numero di reti incredibili, Callejon è il solito motorino inesauribile fondamentale per le due fasi, mentre Insigne continua a dispensare lampi di classe. Hamsik si dimostra un vero capitano sempre pronto ad aiutare tutti i suoi compagni e a realizzare reti decisive. I veri problemi del Napoli sono stati in difesa. Purtroppo gran parte dei punti persi nel corso del girone di andata sono dovuti a clamorosi errori difensivi, anche da parte dei giocatori più affidabili ed esperti come Reina e Koulibaly. I gol subito dai partenopei sono stati veramente troppi, soprattutto nella prima parte del girone, ma il distacco accumulato appare incolmabile, almeno per il primo posto. Ora vedremo come la squadra reagirà al ritorno di Milik e all’acquisto di un bomber vero come Pavoletti. Difficile pare la convivenza fra i due e difficile pare anche fare a meno di qualcuno del tridente attuale che si sta comportando benissimo. Se Sarri saprà trovare una nuova quadratura dell’attacco e in più dare finalmente una solidità difensiva, attenzione alla mancanza di Koulibaly e Ghoulam impegnati in coppa d’Africa, il Napoli potrà puntare alla Champions diretta, ma se continuerà ad avere black out difensivi dovrà guardarsi più alle sue spalle che pensare a chi lo procede.
Alle spalle del Napoli scalpitano Lazio e Milan che di certo non si possono considerare sorprese visto il loro palmares e il loro blasone, ma che han disputato un girone di andata ottimo, andando al di là delle loro aspettative estive. Alla Lazio la vera sorpresa è Mister Inzaghi che dopo il balletto della panchina a cui è stato costretto in estate, dai più non veniva considerato adatto a questi livelli. Invece il giovane allenatore si è fatto spazio conquistando la fiducia prima dei suoi ragazzi, che lo seguono ciecamente, e poi della piazza e degli addetti ai lavori. Sfruttando le qualità di Immobile, soprattutto nella prima parte del girone, e la classe di Felipe Anderson e Keita, Inzaghi ha costruito una squadra solida e micidiale negli spazi. Quello che ha colpito di più rispetto all’anno passato è la solidità difensiva, tenendo anche conto del lungo infortunio di De Vrij di gran lunga il migliore difensore bianco celeste, solidità che ha consentito di subire pochissimo e di arrivare al quarto posto in classifica. Un punticino dietro, ma anche una partita in meno, il Milan si gode una splendida quinta piazza ed un fantastico fine anno, impreziosito dalla vittoria in Supercoppa contro la Juventus, che ha consentito ai rossoneri di alzare un trofeo dopo parecchi anni di astinenza. Anche qui il principale artefice delle fortune del Milan è il mister quel Vincenzino Montella che sembra tanto cambiato rispetto alle sue ultime annate a Firenze e alla brutta parentesi della Sampdoria dell’anno passato. Ora sembra più maturo, più attento alla fase difensiva anche a scapito del controllo del gioco, peculiarità che era nel DNA del mister napoletano. Meno possesso palla, ma più velocità nel ripartire e nel lanciarsi negli spazi. Anche qui la cosa che ha stupito di più rispetto all’anno passato è la solidità della fase difensiva, grande merito in questo anche alla crescite esponenziali di Donnarumma, un vero fenomeno per la sua età. Il 4-3-3 di Montella dà sicurezza è ormai è stato mandato giù a memoria dai giocatori anche se spesso vengono cambiati di ruolo, su tutti Bonaventura un vero jolly imprescindibile. Unico neo il centravanti Bacca pare avulso alla squadra e la Padula nonostante il suo impegno e la sua dedizione, qualità rare da vedere a certi livelli, non pare ancora pronto per ribalta di così elevato valore. Se Montella riuscirà a trovare e a costruire un centravanti all’altezza della sua squadra, il Milan avrà davanti un roseo futuro.
L’Atalanta attestata in sesta piazza è la vera e secondo noi unica sorpresa del campionato. Come avrete notato abbiamo sempre un occhio di riguardo alla figura dell’allenatore, cosa che spesso giornali e media non fanno, rispetto ai giocatori e alle partite in se per se. Soprattutto nel caso della formazione orobica, a nostro avviso il principale artefice è mister Gasperini, allenatore spesso sottovalutato e non ritenuto all’altezza delle big, soprattutto dopo la pessima esperienza all’Inter. A Bergamo Gasperini sta dando il meglio di se, prima è stato capace di resistere con la forza delle sue idee ad un pessimo inizio stagione, e Bergamo non è un ambiente facile per nessuno, poi ha avuto il coraggio di puntare su ragazzi giovani e ritenuti inesperti, accantonando giocatori esperti e nuovi acquisti che la società aveva pagato fior di quattrini, Paloschi su tutti, e infine conquistando tutti con il suo gioco a tratti entusiasmante. Solo il tempo ci saprà dire quanto i giovani che ha lanciato che proprio in questi giorni sono su tutti i giornali per essere al centro di ricchissime trattive di mercato, Gagliardini Caldara Kessie solo per fare i nomi più importanti, sono veramente dei crac dal futuro radioso, o molto della loro attuali fortune dipendono dal tecnico di Grugliasco che li ha valorizzati in maniera impensabile. Ora la Dea deve mantenere i piedi per terra e capitalizzare il lavoro fatto finora. Se non si perderà il filo logico del gioco e non si smantellerà troppo la squadra, il traguardo dell’Europa sarà sicuramente alla portata di Gasperini e dei suoi ragazzi.
Parlando dell’Inter non si può che parlare della vera grande delusione del girone d’andata. Partita ad agosto con grande attese e grandi acquisti come Joao Mario fresco campione d’Europa e Banega, la Beneamata è stata un continuo tourbillon di cambi di allenatori, di polemiche che hanno visto alternarsi giocatori e società e di risultati deludenti in Italia e forse ancor di più in Europa, eliminata come ultima in un girone a dir poco semplice. Unica nota di merito la brillante vittoria in rimonta sulla Juventus, vittoria che per un po’ ha illuso tutti facendo addirittura pensare che l’Inter potesse essere la vera rivale dei bianconeri. Ma è stato un fuoco di paglia; l’allontanamento del tecnico olandese De Boer ha rappresentato il punto massimo della crisi. Per cercare di rilanciare la squadra è stato chiamato Pioli, ottimo tecnico, a cui è stata passata la patata bollente di una squadra senza capo né coda. L’ex tecnico della Lazio ha pin pianino iniziato un lavoro di ricostruzione della squadra sotto tutti i punti di vista tattico prima di tutto, passando definitivamente al 4-2-3-1, psicologico cercando di recuperare uomini quasi dimenticati ma che sono dei valori per la società come Kondogbia e Brozovic e fisico, finalmente l’Inter appare una squadra in salute che corre e lotta. Ora che un piano tattico è stato delineato bisognerà darà continuità ai risultati e consolidare le certezze che la squadra sta maturando. Ci sarà tutto un girone di ritorno per riconquistare le posizioni che questa squadra merita, soprattutto visto il potenziale tecnico e visto un Icardi che nonostante polemiche con tutti e una squadra molto deficitaria finora è per l’ennesima volta capocannoniere con 14 gol. L’Inter si candida ad essere la vera mina vagante del girone di ritorno a cui tutti dovranno fare attenzione.
Di rilievo anche il campionato del Torino che sta valorizzando un giocatore come Belotti che si candida ad essere il centravanti titolare della nazionale per lungo tempo, e che sta rispettando le aspettative che si avevamo dopo una bella campagna acquisti estiva. Ancora manca la personalità giusta per fare un ulteriore salto di qualità, ma la squadra è molto giovane e come sempre ci vuole del tempo per maturare definitivamente. L’eterna incompiuta del campionato rimane ancora una volta la Fiorentina di Paulo Sousa. La squadra ha un valore superiore ai punti che ha, ma i risultati ad inizio stagione sono stati veramente deludenti. Troppi cambi di modulo e di interpreti per un allenatore che già sedeva dall’anno scorso sulla panchina viola e che doveva avere il polso della squadra in meno. Non hanno aiutato le continue polemiche allenatore dirigenza, con una società molto avara sul mercato di rafforzamento. Ora la situazione è migliorata con Sousa convertito anche lui ad un 4-2-3-1 che finalmente ha dato modo a Bernardeschi di dar sfogo a tutte le sue potenzialità, il ragazzo è un vero tesoro nel povero panorama del calcio italiano, e che fa guardare al girone di ritorno con fiducia in casa viola, almeno per raggiungere quell’Europa che appare il minimo sindacale per una squadra simile. Due parole vanno spese per il Sassuolo, la vera rivelazione di questi ultimi anni, che in questa stagione dopo un avvio luminoso in campionato ed in Europa, ha visto sfumare tutte le sue ambizioni ed ora è al limite della zona salvezza. Tanti sono stati i fattori che hanno contribuito al declassamento dei nero verdi, ma ancora una volta il doppio cammino campionato/coppa per una squadra medio piccola si è rivelato fatale, compromettendo tutta la stagione che ora non può essere che di transizione per la società di patron Squinzi. Le restanti posizioni di classifica sembrano un copia incolla della stagione scorsa a dimostrazione di un campionato statico con valori consolidati nel tempo. Anche la lotta salvezza, che spesso è combattuta fino all’ultima giornata, quest’anno pare segnata, soprattutto dopo la vittoria dell’Empoli sul Palermo di domenica scorsa. Sette punti fra terz’ultima e quart’ultima sembrano già un abisso a gennaio.
Diamo un rapido sguardo alle partite della prima giornata di ritorno. Su tutte Fiorentina – Juventus posticipo domenicale. Per i Viola si sa che lo scontro in casa con la Vecchia Signora rappresenta la sfida della stagione e visto l’altalenante stagione il match si preannuncio come un rilancio delle ambizioni dei viola o, in caso di sconfitta, il segno di una stagione veramente grigia. Nella Juve probabile ritorno alla BBC in difesa e Pjanic in panchina. Nella Fiorentina ancora dubbi per Borja Valero e fari puntati su Kalinic sempre più attratto dalle sirene cinesi. La Roma inseguitrice fa visita ad un Udinese in buona forma, con tante assenze che danno più di un pensiero a Spalletti. L’attacco è da reinventare per le assenze di Salah e Perotti in più De Rossi e Rudiger sono squalificati, ma i giallorossi non si possono fermare proprio ora visto che il calendario propone una partita alla loro portata, mentre la Juventus avrà un impegno veramente ostico. Si attendono spettacolo ed emozioni per Lazio – Atalanta, un vero scontro diretto per l’Europa, e Torino – Milan, rivincita dell’ottavo di Coppa Italia, in programma lunedì sera. Nella Lazio probabile difesa a tre con l’oggetto misterioso Luis Alberto di nuovo in campo per sostituire Keita in coppa d’Africa. Atalanta che dovrò sostituire Gagliardini ceduto all’Inter e Kessie anch’egli in coppa d’Africa. Montella è alle prese con il solito dilemma Bacca – La Padula al centro dell’attacco, mentre Mihajilovic tenterà l’ennesima rivincita contro la sua ex squadra confermando la squadra che si è ben disimpegnata mercoledì sera.
L’Inter questa sera è chiamata a confermare le buone impressioni delle ultime giornate affrontando questa sera al Meazza il sempre coriaceo Chievo. Gagliardini subito in campo, mentre continua il dualismo a centrocampo Joao Mario Banega che si contendono un posto. Il Napoli affronta domani alle 15 il Pescara, un impegno alla portata dei partenopei che non possono assolutamente fallire. Previsto ancora il tridente dei piccoletti in campo, con Pavoletti che scalpita in panchina. Apre la prima di ritorno la sfida per la bassa classifica fra Crotone – Bologna, mentre il match del pranzo della domenica sarà Cagliari – Genoa. Completano il palinsesto del pomeriggio domenicale Sampdoria – Empoli e Sassuolo – Palermo.
PIERFRANCESCO BONANNO