Calcio – L’Italia vince in Ungheria grazie ad un super Donnarumma

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Calcio – La Nazionale di Roberto Mancini, in una ‘Puskas Arena’ infuocata dal tifo indiavolato di 60.000 tifosi batte 2-0 l’Ungheria con i gol dei due migliori in campo nel match con l’Inghilterra, Giacomo Raspadori e Federico Dimarco, e grazie alle parate in serie di un monumentale Gigio Donnarumma. Per il secondo anno consecutivo l’Italia accede alla Final Four di Nations League e a giugno avrà così la possibilità di mettere in bacheca un altro trofeo due anni dopo il trionfo di Wembley. Resta la grande delusione per la mancata partecipazione al Mondiale, ma ancora una volta nel momento di massima difficoltà gli Azzurri hanno trovato la forza di reagire. Più forte degli infortuni, in centottanta minuti la Nazionale di Roberto Mancini ha dimostrato di saper coniugare gioco e sofferenza, tecnica e cuore, conquistando il primo posto in un girone che oltre alla sorprendente Ungheria la vedeva opposta a due super potenze come Germania e Inghilterra.

LA PARTITA. La prestazione convincente con l’Inghilterra spinge Mancini a confermare il 3-5-2, con un solo cambio rispetto al match di venerdì. Il volto nuovo è quello di Wilfried Gnonto, che prende il posto di Scamacca e va a formare con Raspadori un tandem offensivo leggero e sbarazzino. L’attaccante del Leeds, classe 2003, lo scorso 7 giugno proprio con l’Ungheria era partito per la prima volta nell’undici iniziale in un tridente tascabile con Raspadori e Politano che aveva creato non pochi grattacapi alla difesa ungherese. Anche Marco Rossi, ex compagno del Mancio alla Sampdoria, conferma il 3-4-2-1 con cui ha preso lo scalpo di Inghilterra e Germania, con Nego, preferito a Gazdag, e il talentuoso Szoboszlai alle spalle del gigante Adam Szalai, alla sua ultima presenza in Nazionale e visibilmente commosso al momento degli inni.

L’Ungheria, che ha la miglior difesa del girone con tre soli gol incassati, si schiera come sempre a cinque in fase di non possesso e lascia il pallino del gioco all’Italia, che al 5’ va ad un passo dal vantaggio: tiro cross di Cristante, Gulacsi si lascia sfuggire il pallone dalle mani e viene salvato dal rinvio di Attila Szalai a un paio di centimetri dalla linea di porta. Al 12’ sono ancora gli Azzurri a rendersi pericolosi sugli sviluppi di una punizione di Raspadori, l’inserimento di Di Lorenzo sul primo palo è con i tempi giusti ma il colpo di testa del difensore del Napoli termina di poco a lato. La partita è vivace, i ritmi sono alti come i decibel sprigionati dai 60.000 tifosi ungheresi che gremiscono gli spalti della Puskas Arena. A metterli a tacere ci pensa Giacomo Raspadori, che al 27’ sfrutta un errore dell’Ungheria in fase di costruzione e realizza il suo quinto gol in Nazionale, il secondo nel giro di tre giorni. Gran parte del merito è però di Gnonto, che capisce le intenzioni di Nagy e intercetta il retropassaggio al portiere del centrocampista del Pisa scontrandosi con Gulacsi, il pallone arriva sui piedi di Raspadori che non sbaglia. Uno a zero meritato. Il raddoppio potrebbe arrivare un paio di minuti più tardi con Di Lorenzo, che imbeccato da Raspadori si esibisce in un controllo sontuoso e con un tiro a giro di sinistro sfiora il palo. Il gol scuote l’Ungheria, che alza il baricentro e prende possesso della metà campo avversaria. Buon per l’Italia che la miglior occasione per i padroni di casa capiti sui piedi di un difensore, Attila Szalai, che sugli sviluppi di un calcio piazzato non riesce a inquadrare la porta da pochi passi.

La ripresa inizia con un cambio per parte che sposta poco dal punto di vista tattico: Bastoni al posto dell’ammonito Acerbi e Styles per Nagy. La partita si decide nei primi cinque minuti: prima Donnarumma salva il risultato con tre interventi superlativi nella stessa azione, l’ultimo sul tiro a botta sicura di Adam Szalai, poi uno dei migliori degli Azzurri, Federico Dimarco si toglie la soddisfazione di realizzare il gol numero 1.500 della storia della Nazionale, il primo per il difensore dell’Inter. Splendida l’azione del raddoppio: uno due Raspadori-Jorginho e palla per Barella, passaggio in profondità per Cristante che crossa teso rasoterra trovando sul secondo palo Dimarco. Due a zero e applausi per tutti. Ma la statuetta di migliore in campo va a Gigio Donnarumma, che si esalta ancora due volte negando il 2-1 a Styles, prima su un colpo di testa a porta spalancata e poi su una conclusione da fuori area resa più insidiosa dalla deviazione di Bonucci. Esce Gnonto, entra Gabbiadini, con l’Ungheria che si riversa nella metà campo dell’Italia alla ricerca del gol che possa riaprire la partita.

Gli Azzurri soffrono e così Mancini decide di inserire i centimetri di Pobega e Scamacca, che rilevano Jorginho e Raspadori. Una mossa che si rivela vincente perché la nazionale di Marco Rossi si spegne lentamente con il passare dei minuti. E nel finale è Scamacca a mancare il 3-0 dopo la respinta di Gulacsi sulla conclusione del solito scatenato Dimarco. Al novantesimo c’è anche spazio per l’esordio di Pasquale Mazzocchi, 51° debuttante della gestione Mancini. Finisce con il lungo applauso dei tifosi ungheresi alla loro nazionale, ma a qualificarsi per la Final Four è l’Italia. A giugno con Croazia, Paesi Bassi e una tra Portogallo e Spagna ci giocheremo in 180 minuti un trofeo che non abbiamo mai vinto.

LE INTERVISTE

È felice, ma nel sorriso tirato c’è l’amarezza per un Mondiale che vedrà da spettatore come altri milioni di italiani. Il successo sull’Ungheria regala per il secondo anno consecutivo all’Italia la qualificazione alla fase finale della Nations League, eppure Roberto Mancini non riesce a dimenticare un’altra qualificazione mancata, quella a Qatar 2022: “È importante aver raggiunto la Final Four, siamo stati bravi a rimettere in piedi un gruppo. Purtroppo il rimpianto Mondiale ce l’ho, non posso fare nulla, posso solo soffrire in silenzio. Stiamo lavorando sulla nuova Italia, faremo altri esperimenti e ci sono buone indicazioni”.

A Budapest l’Italia ha mostrato, come venerdì al ‘Meazza’, lo stesso temperamento del suo Ct, che complici i tanti infortuni ha deciso di cambiare modulo passando dal 4-3-3 al 3-5-2. Le risposte sono state positive, anche se c’è voluto un immenso Donnarumma per mettere in cassaforte la vittoria: “È stato bravo nei momenti di difficoltà, la tranquillità al Paris Saint Germain gli sta facendo bene. Abbiamo fatto due ottime partite, ma dobbiamo tenere i novanta minuti. Possibile che la stanchezza abbia influito”. Parole d’elogio dal Ct per il suo ex compagno di squadra Marco Rossi (“sta facendo un grande lavoro”) e per i tifosi ungheresi: “Hanno applaudito l’inno italiano, sono stati fantastici”.

Se venerdì con l’Inghilterra era stato decisivo con un paio di belle parate su Harry Kane, a Budapest Gigio Donnarumma è stato semplicemente superlativo. Una partita da nove in pagella per quello che non a caso è stato votato come miglior giocatore del Campionato Europeo: “Questa vittoria ridà entusiasmo – dichiara il portierone azzurro – anche se non è possibile tornare indietro e il Mondiale resta una ferita aperta. Siamo stati bravi a ripartire con due vittorie e con la qualificazione alla Final Four. Proveremo a vincere la Nations League”. A giugno aveva ricevuto qualche critica per un errore nel match perso con la Germania, ma sbagliare è umano anche per chi a volte tra i pali sembra un extraterrestre: “Ogni tanto può capitare di sbagliare e per noi portieri è dura. Ma bisogna rimanere concentrati. Le partite come quella di oggi si preparano da sole e io cerco di rimanere sereno, dando serenità al gruppo”.

Già tra i migliori in campo venerdì al ‘Meazza’, Federico Dimarco ha confermato di attraversare un ottimo momento di forma. Il laterale dell’Inter ha spinto a tutta fascia e dopo il palo colpito con l’Inghilterra si è tolto la soddisfazione di segnare il suo primo gol in Nazionale. Un gol che resterà nella storia essendo la rete azzurra numero 1500: “Sono molto contento per aver segnato, ma l’importante era vincere e raggiungere la Final Four. Ho fatto tanta strada, ogni giorno ho provato a dare il massimo e adesso mi godo questa serata”.

Una serata indimenticabile anche per Pasquale Mazzocchi, 51° esordiente della gestione Mancini e primo calciatore della Salernitana a giocare in Nazionale: “È stato magnifico, ho sperato fino all’ultimo di entrare. Avevo una voglia incredibile di esordire e sono contento della vittoria. L’ambizione resta alta e questo non è un punto d’arrivo. Questa maglia bisogna meritarsela, la farò vedere ai miei figli in futuro”. Il pensiero va poi ai genitori, che si erano commossi al momento della convocazione: “Stanno festeggiando e non vedo l’ora di raggiungerli a casa. Ho fatto fatica ad intraprendere la strada del calcio, sono felice”.