Calcio – La Uefa ha preso una decisione in merito alle coppe europee e si prospetta un’estate all’insegna del calcio, mentre la Seria A aspetta il via libera.
Dalla riunione della Uefa con le 55 Federazioni viene un’indicazione forte: niente annullamento della stagione, facciamo ripartire il calcio.
Dando per scontato, naturalmente, che la sicurezza venga al sempre al primo posto e che la morsa dei contagi possa allentarsi, la Uefa ha indicato due strade.
La prima prevede l’inizio dei campionati entro giugno e contemporaneamente la disputa delle competizioni europee (Champions ed Europa League) che inizierebbero 15 giorni più tardi, terminando i primi di agosto.
La seconda ipotesi invece darebbe la priorità ai campionati, da far iniziare sempre entro giugno, per poi concludere la stagione con le coppe. Giocando qundi fino ad agosto inoltrato.
Lo stesso presidente della Figc, Gravina, ha dichiarato che la speranza è poter iniziare la serie A il 20 maggio, al più tardi all’inizio di giugno.
L’idea di iniziare e terminare subito i campionati nazionali si basava sia sull’aspetto economico, sia sulle potenziali difficoltà dei club di muoversi tra i Paesi. Inoltre, dare la priorità ai tornei nazionali avrebbe consentito alla UEFA di sapere quali squadre avrebbero partecipato alle sue competizioni nella stagione 2020/21.
Tra i sostenitori della ripresa del campionato – ovviamente a condizione che la tutela della sicurezza sia garantita sotto tutti i punti di vista – c’è Maurizio Setti, presidente dell’Hellas Verona. Se le premesse saranno soddisfatte, tornare in campo diventerà una logica conseguenza.
«Consapevoli e rispettosi delle assolute priorità del momento che stiamo vivendo, noi siamo per la ripresa del campionato, quando – evidentemente – ci saranno le condizioni di sicurezza perché ciò possa avvenire, visto che anche noi – come tutti – mettiamo al primo posto la salute dei nostri atleti e di coloro i quali lavorano a contatto con la nostra squadra», spiega Setti alla Gazzetta dello Sport.
«Il mio club e io – continua Setti – dobbiamo anche trovare la forza di iniziare a pensare responsabilmente a come contribuire alla ripresa economica del nostro Paese. E in tal senso ci sono due elementi di cui tenere conto. Il calcio italiano, per fatturato prodotto, valore d’impresa e clienti interessati, è una delle principali industrie del nostro Paese e dà lavoro a centinaia di migliaia di persone», sottolinea a sostegno della sua tesi.