PSG – Il Paris Saint-Germain Football Club ha deciso di considerare la bande dessinée diretta a un pubblico di giovanissimi come un asset commerciale attraverso il quale veicolare il proprio marchio e le figure delle superstar quali Kylian Mbappé, Neymar jr, Ángel Di Maria e l’italiano Marco Verratti.
Lo sport ha sempre fatto parte dei cartoni animati ma, per un motivo culturale sono da sempre i manga, i fumetti giapponesi, il regno degli sport trasposti nella narrativa disegnata. Il basket in “ Slam Dunk”, la boxe in “ Rocky Joe”, il volley in “ Mimì e le ragazze della pallavolo”, il tennis in “ Jenny la tennista” o in “ Happy!”, il calcio in “Capitan Tsubasa” ( meglio conosciuto in Italia come “ Holly e Benji”). Un fenomeno che non trova corrispondenza in Occidente, dove l’immediatezza unica e irripetibile dello sport dal vivo è ritenuta difficile da riportare su una pagina di fiction.
La grande eccezione è rappresentata in Francia dalle avventure di Michel Vaillant, pilota di Formula 1 creato da Jean Graton. Ed è sempre oltralpe che, più di recente, il Paris Saint- Germain Football Club ha deciso di considerare la bande dessinée diretta a un pubblico di giovanissimi come un asset commerciale attraverso il quale veicolare il proprio marchio e le figure delle superstar — Kylian Mbappé, Neymar jr, Ángel Di Maria, Marco Verratti — che animano oggi la storica squadra della capitale francese.
Lo fa già da diversi anni, in collaborazione con la Soleil Productions — popolare etichetta del fumetto transalpino — grazie alla serie “PSG Academy”, dalla quale sono poi scaturiti gli spin- off “ PSG Academy: Dream Team” e “ PSG Academy: Girls Power” ( quest’ultimo dedicato al calcio femminile), con espansioni anche nel mondo di Minecraft. Ultimo uscito, un album speciale basato su una storia interattiva in cui è il lettore a stabilire quali decisioni prendere per portare avanti una partita tra l’equipe leader della Ligue 1 e il Real Madrid. “ PSG Academy: Le match dont tu es l’héros!” ( 46 pagine a colori, cartonato, 10 euro e 95), vede alla sceneggiatura Mathieu Mariolle e Ludovic Danjou, mentre ai disegni troviamo Pasquale Qualano, talento campano che qui si avvale dei colori di Alessandro Russotto.
«Ho conosciuto Jean Waquet, l’editor che si occupa dei fumetti del Paris Saint Germain, al Comicon di New York, tramite l’agenzia con cui collaboro, la Tomato Farm», ha spiegato Qualano, nativo di Torre del Greco e residente da anni a Poggiomarino. « Era interessato a farmi lavorare su un fumetto incentrato sul calcio poiché apprezzava il dinamismo del mio tratto e la capacità che ho di riprodurre le caratteristiche di personaggi interpretati da attori in opere live action, così come ho fatto nei comics di “ Doctor Who” e “ Torchwood”, tratti da famose serie televisive».
Quarantaseienne, sposato, una figlia adolescente, insegnante di Tecniche del fumetto all’accademia Comix Ars di Salerno, titolare di un workshop in corso presso la scuola Grafite di Taranto, Qualano ha raggiunto la notorietà dopo una lunga gavetta che l’ha visto dapprima esordire sugli albi di etichette statunitensi come Aspen e Zenescope Entertainment per poi essere accolto dalla DC Comics per realizzare apprezzate storie di Batman e di Harley Quinn. Prossimamente sarà invece impegnato su “ Sonjaversal”, un ambizioso progetto dell’americana Dynamite Entertainment imperniato su Red Sonja, amatissimo character di Robert E. Howard, il creatore di Conan il barbaro.
Tornando al suo lavoro francese, Qualano ha dichiarato: « È un libro- gioco che si svolge nel Wanda Metropolitano di Madrid. Per ragioni legate ai diritti d’immagine, i giocatori riconoscibili sono solo quelli del Paris Saint Germain, mentre del Real Madrid non sono specificati i titolari. Per realizzarlo ho studiato a lungo molte azioni di gioco, il modo di correre specifico dei giocatori, per renderli quanto più possibile aderenti alla realtà. Non è stata una sfida semplice disegnare il calcio, rendere coerenti i momenti della partita. Dovevo cercare gli istanti più significativi. Ha richiesto impegno in termini di storytelling e di dinamica, perché per il lettore deve risultare sempre tutto chiaro. Per gli ingressi in area di rigore, dove attacco e difesa interagiscono in maniera di frequente convulsa, l’abilità di visualizzazione è fondamentale».
«Senza contare che mentre disegnavo la storia dovevo consultare ogni mattina i giornali per seguire il calcio mercato e capire se avrei dovuto sostituire qualche giocatore in uscita o aggiungerne qualcuno in ingresso…».
Un po’ di storia di questo club che per anni ha annaspato nelle zone centro-basse della Ligue1 sino all’arrivo degli arabi e dei loro ingenti fondi che permettono da 6 anni a questa parte, al PSG, di dominare il campionato francese ma che, ancora non ha avuto riscontri (a livello di titoli) in Europa, anche se lo scorso anno ci sono andati molto vicini.
Chi vi scrive segue con simpatia questa squadra ed il campionato francese ed ha avuto modo di ammirare il PSG di Domi, Distin, Robert, Leroy ed Anelka. Si trattava di un gruppo di giovanotti ricchi di speranza che vidi per la prima volta in casa in occasione della sconfitta del Lorient, squadra Bretone di una graziosa città portuale che consiglio a tutti di visitare. Finì 0-1 per i “Merluzzi” di Lorient ma di lì a qualche anno tutto sarebbe cambiato anche se proprio ieri sera PSG e Lorient si sono ritrovate faccia a faccia in Ligue1 in un’emozionante partita.
Ma ritorniamo ancor più indietro nella storia del PSG. Il suo primo titolo nazionale il PSG lo aveva vinto nel 1985, quindici anni dopo essere stato fondato. Il secondo era arrivato sette anni dopo: poi più nulla fino all’arrivo nel 2012 della Qatar Sports Investment, il ramo sportivo del fondo sovrano nazionale del Qatar, che in cinque anni ha investito centinaia di milioni di euro nel club facendolo diventare uno dei più ricchi d’Europa.
Ma il PSG non è sempre stata la squadra di Parigi. Venne fondata in un comune a venti chilometri ad ovest del centro della capitale francese e trapiantata nella capitale anni dopo.
Prima del PSG, le squadre della capitale francese erano altre due, il Racing Club e il Red Star; più tardi arrivò anche il Paris FC. Le storie dei tre club si sono intrecciate più volte con quella del PSG. Generalmente, il calcio a Parigi non è mai stato molto popolare e ha sempre faticato molto a svilupparsi – a differenza di altri sport, come il rugby, che a Parigi ha una lunga e importante tradizione.
Nel 1970 Parigi aveva una sola squadra in prima divisione, il Red Star, che era ritenuta una delle squadre della capitale anche se aveva sede a Saint-Ouen, in periferia. In quella stagione fece molta fatica a salvarsi e concluse il campionato al tredicesimo posto.
Il Racing Club invece era addirittura fallito e ripartito dalle categorie amatoriali. Per cercare di rilanciare il calcio nella capitale, una città che dagli anni Cinquanta aveva visto aumentare la propria popolazione da sei a più di otto milioni di abitanti, un gruppo di imprenditori e personaggi famosi (tra cui l’attore Jean-Paul Belmondo) fondò il Paris FC con il benestare della federazione.
er partecipare direttamente alla seconda divisione del campionato, il gruppo di imprenditori fece alcuni tentativi di fusione con altre squadre per rilevarne la licenza professionistica. Il primo tentativo con il Sedan non andò in porto, il secondo sì. La squadra scelta fu lo Stade Saint-Germain, un piccolo club fondato agli inizi del Novecento nel comune di Saint-Germain-en-Laye, fuori Parigi, che l’anno precedente era stato promosso in seconda divisione. La nuova società prese quindi il nome di Paris Saint-Germain e ottenne subito la promozione.
La fusione però durò molto poco: nel 1972 il consiglio comunale votò a favore della modifica del nome della squadra da Paris Saint-Germain a Paris Football Club, minacciando il club di bloccare le proprie sovvenzioni se non avesse provveduto a modificarlo. La società del PSG, tramite una votazione tra soci, comunicò di non voler cambiare il nome, cosa che insieme a delle piccole dispute fra soci, portò allo smembramento del club.
Le due società che formavano il PSG ritornarono a esistere per conto proprio.
Lo Stade Saint-Germain, che tenne la nuova denominazione Paris Saint-Germain, la stagione successiva ripartì dalla terza serie e perse lo status di società professionistica; il Paris FC invece rimase in prima divisione e ottenne anche la permanenza al Parco dei Principi, che era appena stato costruito e riconvertito da piccolo velodromo al più grande impianto calcistico di Parigi.
La storia dei due club tuttavia si incrociò ancora una volta due stagioni dopo, quando il Paris FC venne retrocesso in seconda divisione e il Paris Saint-Germain riuscì a risalire in prima.
Nel 1974 il Paris Saint-Germain, forte della promozione, acquistò il Parco dei Principi e da allora non è più stato retrocesso-
Dagli anni Settanta al 2012, il club ha faticato a competere regolarmente per il titolo nazionale ed è riuscito a vincere soltanto due edizioni. Tuttavia in quarant’anni di storia sono passati al Parco dei Principi molti campioni famosi in tutto il mondo, come Safet Susic, George Weah, Jay-Jay Okocha, Youri Djorkaeff, Ronaldinho, Pedro Miguel Pauleta e Jean Claude Makelele.
Prima dei successi del PSG, ottenuti principalmente grazie ai nuovi proprietari della Qatar Sports Investment, Parigi era la capitale europea meno rappresentata nel calcio continentale,
Ma le vittorie ed i nomi dei grandi campioni hanno cambiato le cose ed ora il PSG è una realtà europea seguita con interesse dagli amanti del calcio ed ora anche dai lettori di fiumetti.