Calcio – Quando Gabriel ha effettuato l’ennesima parata nell’arrembante finale della Lazio a Lecce un po’ tutti gli sportivi hanno pensato alla Juventus con lo scudetto cucito sul petto già a Milano. Non si trattata di scaramanzia ma di quella che per i tifosi delle altre 19 squadre della serie A appariva un verdetto inappellabile. Situazione che si è concretizzata ancor più a San Siro prima del 60esimo quando sono partiti i “10” minuti di follia calcistica che hanno lasciato un lumicino di speranze alle inseguitrici della Juventus, Lazio, Atalanta ed Inter quasi appaiate nei punti in classifica e nelle residue speranze di rendere questo campionato interessante sino alla fine.
Per questione di tempistiche redazionali oggi siamo qui ad analizzare le due incredibili partite di Lecce e Milano dove errori e grandi parate, giocate tecniche ed agonismo, stanchezza e perdita di controllo nervoso ed i soliti errori-orrori. arbitrali hanno reso i due eventi sportivi in questione parte da ricordare della storia del calcio italiano (morso di Patric compreso!)
La Lazio non è più la stessa la sosta non le ha fatto bene, il vantaggio sulle avversarie di non dover giocare le coppe è stato spazzato via dal coronavirus, la buona sorte le ha voltato le spalle, le disattenzioni difensive sono aumentate ed anche a Lecce se non ci fosse stato l’intervento del Var sarebbe partita in svantaggio dopo pochi minuti per l’ennesima volta. Var ed arbitri restano però protagonisti; rigori assurdi convalidati, altri quantomeno da valutare non segnalati all’arbitro, discrezionalità che continua a causare problemi e dissidi in un momento importante del campionato in cui i giocatori appaiono molto stanchi sia fisicamente che psicologicamente ed i crolli possono essere e sono all’ordine del giorno. Ebbene alle due partite di martedì non è mancato nulla di tutto questo, chi le ha guardate per il gussto del calcio si sarà certamente divertito ma, i tifosi non saranno certo dello stesso avviso.
Intendiamoci, si trattq sempre di partite di calcio ed inoltre il campionato ha ancora molti verdetti da emettere ma oltre alla parte alta della classifica, anche in coda ci sono state polemiche e polveroni per le decisioni arbitrali che hanno contribuito alla vittoria del Lecce. Detto questo a noi piace evidenziare, per spirito di verità che il Lecce ha disputato una buona partita e la Lazio ha arrancato molto, troppo, nonostante i tanti infortuni che continuano a colpire i suoi migliori elementi.
Ma andiamo alla cronaca della partita: in vantaggio dopo appena 5’ con Caicedo, i biancocelesti si fanno rimontare dai gol di Babacar e Lucioni. Per il Lecce prima vittoria dopo 6 ko consecutivi. Inzaghi fa riposare per tutto il primo tempo Milinkovic-Savic in panchina, a centrocampo tocca a Parolo mentre in avanti tornano Caicedo e Immobile dalla squalifica.
Out Lapadula, in attacco Liverani punta invece su Saponara trequartista alle spalle di un ispirato Falco in coppia con Babacar. Il Lecce parte col turbo e segna subito un gran gol con Mancosu al 2’, ma l’arbitro Maresca grazie al Var annulla la rete per un evidente tocco di braccio a inizio azione. Sugli sviluppi la Lazio passa grazie a un regalo di Gabriel che facilita Parolo al tiro e sulla respinta è Caicedo che al 5’ si fionda sul pallone e realizza il suo nono gol stagionale.
Una volta in vantaggio, la Lazio si limita ad amministrare le forze e ripartire in contropiede, è il Lecce che conduce il gioco passando spesso per un Barak in grande spolvero e che meriterebbe un grande palcoscenico. Al 24’ Gabriel si riscatta dell’errore sul gol negando a Immobile il raddoppio e alla mezzora è il Lecce a trovare il gol del pareggio: cross dal fondo di Falco e colpo di testa di Babacar all’angolino. Al 38’ un tocco di braccio di Falco in area porta la Lazio a reclamare il rigore ma dopo lunga valutazione al Var si decide che non si tratta di rigore. Quello che invece viene concesso (anche qui dopo lunga valutazione di Maresca al Var) al Lecce poco prima dell’intervallo per un tocco di mano di Patric in area su affondo di Calderoni dopo un pasticcio della difesa biancoceleste: tira Mancosu, ma la palla finisce alle stelle. Primo errore dopo 8 su 8 dal dischetto del capitano giallorosso. Ripresa che inizia con tre cambi per la Lazio: dentro Milinkovic, Luiz Felipe e Lukaku, fuori Leiva, Radu e Jony. Subito pericolosi i salentini con Mancosu che prova a rifarsi dalla distanza, tiro deviato.
Ma il gol arriva dal corner con Lucioni che spunta di testa e brucia la timida marcatura di Acerbi. Dopo appena 5’ Liverani perde Babacar per infortunio, al suo posto Majer. Al quarto d’ora occasione ghiotta per la Lazio sotto porta, ma Parolo e Milinkovic si ostacolano e finisce in un nulla di fatto. Ci prova anche Luis Alberto dalla distanza, poi è un salvataggio di Petriccione sulla linea di porta a negare il pari a Luiz Felipe. A 15’ dal termine è il Lecce dopo la girandola di cambi ad annusare la chance di chiudere il match ma Strakosha si supera su Mancosu.
Nel finale Inzaghi tenta il tutto per tutto inserendo Adekanye per Lazzari per una Lazio a trazione anteriore. Ed è proprio il giovane nigeriano naturalizzato olandese che di testa impegna Gabriel in un super intervento in angolo. Nel finale brutto episodio in area leccese: Patric rifila un morso al braccio di Donati, il Var lo pesca ed è rosso diretto.
Il tutto allunga fino a 10 i minuti di recupero, Milinkovic impegna ancora Gabriel ma non è giornata per la Lazio ma soprattutto per gli arbitri. Ora il Lecce sogna la salvezza e la Lazio si arrampica alla matematica ma di questo passo rischia di arrivare quarta.
Simone Inzaghi non vuole mollare: “Il nostro sogno deve continuare, dobbiamo qualificarci matematicamente in Champions. Speriamo di raggiungere al più presto quel che ancora ci manca, ma pensiamo solo al nostro primo obiettivo”le parole del tecnico dopo la sconfitta con il Lecce. “Alcuni assenti ci avrebbero aiutato tantissimo. La prestazione questa sera c’è stata nonostante i giocatori fossero al 50%. Nelle ultime gare gli episodi non hanno girato bene”. Si pensa già al Sassuolo: “E’ normale che c’è dispiacere per quanto stavamo facendo prima della sosta, ma adesso guardiamo avanti, ci mancano ancora punti per raggiungere il nostro obiettivo più grande”.
A Milano succede tutto nella ripresa quando Rabiot e Ronaldo sembrano incanalare la sfida, ma i rossoneri reagiscono e in cinque minuti cambia tutto con un rigore di Ibra, e con i gol Kessie e Leao. Il poker lo serve Rebic. I campioni d’Italia restano così a +7 sulla Lazio, mentre il lombardi salgono al quinto posto.
Dopo 2’ di secondo tempo, la Juventus passa e lo fa in modo spettacolare: Cuadrado tiene in campo un difficile pallone, lo serve a Rabiot che salta Hernandez, si fa tutto il campo, si accentra e poi insacca con un sinistro in diagonale. Il Milan è ferito e al 53esimo incassa anche lo 0-2: lancio di Cuadrado, Romagnoli e Kjaer dormono e si fanno scavalcare dal pallone che giunge sui piedi di Ronaldo che, solo davanti a Donnarumma, non sbaglia col sinistro. Gara virtualmente chiusa? Assolutamente no!Al minuto 59 cambia tutto quando Guida ammonisce Rebic per un fallo di mano. Ma il direttore di gara viene richiamato al Var e vede il tocco di petto del croato e il fallo di braccio di Bonucci. E’ calcio di rigore: lo batte Ibrahimovic che spiazza Szczesny. E’ un episodio chiave perché la Juventus va in tilt mentre i milanesi affondano e al 63′ trovano un altro gol con una splendida azione corale finalizzata da una palla di Ibra per Kessie che salta Bonucci e segna col destro. Passano due minuti e il ribaltone è servito: Rugani placca Rebic, Guida concede il il vantaggio perché la sfera la recupera Leao che entra in area e con un destro piazzato insacca da posizione defilata nonostante il tentativo di recupero dello stesso Rugani. Di fatto la Juventus non c’è più e Szczesny al 75’ salva col piede su Rebic, ma nulla può il portiere polacco quando il neo entrato Alex Sandro decide di regalare palla al Milan con uno sciagurato passaggio orizzontale che serve Bonaventura, tocco dentro e sinistro di Rebic che non perdona per il poker finale.
Il tecnico bianconero Sarri evidenzia come la sua Juventus – che mantiene 7 punti di vantaggio sulla Lazio a sette giornate dalla fine – ha disputato 60 minuti a livello mondiale, per poi bloccarsi e perdersi dopo il rigore messo a segno da Ibrahimovic.
Nessun calo psicologico, secondo l’allenatore, nel sapere che la Lazio avesse perso a Lecce. “Abbiamo fatto sessanta minuti di livello mondiale ed eravamo in controllo della partita – ha detto Sarri ai microfoni di Dazn -. Poi c’è stato un blackout a cui non dobbiamo prestare troppa attenzione perché non è il caso di fare processi in vista della prossima partita contro l’Atalanta”
Già l’Atalanta: l’ultimo muro da superare per i bianconeri. Sconfiggere la “corazzata” di Gasperini significherebbe scudetto quasi incamerato per poi cercare di chiudere il campionato definitivamente nella partita contro la Lazio. Atalanta, Lazio ed Inter provano a crederci ma la Juventus ha in mano il suo destino calcistico.
SPORT SOLO CALCIO
Calcio – Inattese sconfitte per Lazio e Juventus
By RaffaeleLug 08, 2020, 17:05 pm0
343
Messaggio precedenteLampedusa: 7 anni dopo la sua visita, Messa del Papa a Santa Marta per i migranti
Next PostMotori ed auto - E’ ripartito il “carrozzone” della Formula1