Calcio – Dopo le vittorie di Napoli, Lazio ed Inter, al quadro dei quarti di finale si sono aggiunte Milan, Fiorentina e Juventus in attesa del responso dell’incontro tra Parma e Roma.
Di Napoli, Lazio ed Inter ci siamo già interessati ieri, oggi andiamo a rivisitare Fiorentina-Atalanta, Milan-Spal e Juventus- Udinese.
La partita dal pronostico più incerto era quella di Firenze dove l’Atalanta si è dovuta arrendere ad una Fiorentina rinvigorita dai nuovi innesti e dalla “cura Iachini”
Contro il pronostico e con un uomo in meno. La Fiorentina ribalta il pronostico e mette sotto l’Atalanta regalandosi i quarti di finale della Coppa Italia, il 29 gennaio a San Siro contro l’Inter. La migliore Fiorentina del nuovo corso: va avanti con il gol di Cutrone, all’esordio da titolare. Nella ripresa entra e pareggia Ilicic. Quando Pezzella, già ammonito, simula in area e viene espulso, sembra tutto finito per i padroni di casa che invece non si arrendono e trovano il decisivo vantaggio con Lirola.
3-5-2 per Iachini che in attacco propone Vlahovic e il nuovo acquisto Cutrone. Lirola e Dalbert esterni con Benassi, Pulgar e Castrovilli a centrocampo. Difesa formata da Milenkovic, Pezzella e Ceccherini. Terraciano tra i pali. Gasperini risponde col 3-4-2-1 con Muriel punta avanzata e Malinovskyi e Pasalic a supporto. Hateboer e Gosens esterni con de Roon e Freuler in mezzo al campo. In difesa nuovo esordio nerazzurro per Caldara, con lui Djimsiti e Masiello e Gollini tra i pali. La Fiorentina parte forte, pressa alta l’Atalanta e non la fa ragionare. E dopo soli 11′ arriva il vantaggio: scambio al limite con palla profonda per Dalbert, esce Gollini, cross basso dal fondo e Cutrone realizza a porta vuota.
Al quarto d’ora grave errore di Masiello che serve Vlahovic che è solo in area, ma Gollini esce e gli chiude lo specchio della porta. Passa il tempo e l’Atalanta prende campo seppur faticosamente. Senza Gomez e Ilicic, è dura per gli uomini di Gasperini. Ma alla mezz’ora arriva una clamorosa occasione: cross dalla sinistra di Malinovskyi e colpo di testa a botta sicura di Pasalic, ma è traversa. Al 33′ ancora viola in attacco con Benassi solissimo lanciato a rete, Gollini esce, assist a Vlahovic che perde l’attimo e Djimsiti rimedia salvando i suoi. In pieno recupero punizione interessante per gli ospiti, ma Malinovskyi prende in pieno la barriera.
A inizio ripresa Gasperini fa entrare Ilicic al posto di Freuler e lo sloveno si guadagna subito una punizione che però spreca. Punizione anche per i toscani ma Vlahovic calcia alto. Il tecnico nerazzurro allora mette dentro anche Gomez al posto di Masiello e l’Atalanta comincia ad assediare l’area avversaria come al 58′: Muriel imbuca per Pasalic che, solo davanti al portiere, si fa chiudere da Terracciano in uscita; poi pallonetto da lontano a porta vuota di Malinovskyi che non trova la rete. Al 61′ ancora Atalanta: gran lavoro sul fondo destro di Muriel, palla dentro e sinistro al volo di Gosens che coglie l’incrocio dei pali. A forza di attaccare, i bergamaschi trovano il pari al 67′: palla a sinistra per Malinovsyi, cross basso e tap-in di Ilicic col sinistro.
La Fiorentina reagisce all’1-1 tornando in attacco ma Pezzella, già ammonito, commette una sciocchezza simulando in area: seconda ammonizione e cartellino rosso che lascia i viola in 10. Iachini corre ai ripari con Caceres al posto di Cutrone. Paradossalmente, in 11 contro 10, l’Atalanta smette di attaccare e subisce le iniziative viola. Al 75′ Gollini salva su Benassi, ma c’era offside. E all’84’ la Fiorentina passa: pallone a destra per Lirola che ha un corridoio libero, si inserisce in area e calcia col destro diagonale battendo Gollini. Solo nel recupero gli ospiti tornano a rendersi pericolosi con un gran sinistro di Malinovskyi che termina di nulla sul fondo.
Gasperini, insultato tutta la partita dai tifosi della Fiorentina, perde così l’occasione di sfidare un’altra volta il suo passato, ma anche la pazienza reagendo stizzito: «Non sono abituato a insultare nessuno, non l’ho mai fatto. Ma darmi del figlio di p… è troppo. Mia madre ha fatto la guerra anche per dare la parola a deficienti come questi. I figli di p… sono loro». Per quanto riguarda la partita, invece, non cerca alibi: «Non abbiamo recuperato dalla partita di Milano. La Fiorentina aveva più energia di noi».
Il presidente atalantino Percassi nota come ci siano due pesi e due misure diversi quando si tratta di cori razzistici o per tutti gli altri: «Gasperini al Franchi è stato il bersaglio di cori disgustosi, incivili, insopportabili. Una cosa indecente, andata avanti per tutta la partita e chiaramente ascoltata in tv, a più riprese. Tutto questo è assolutamente vergognoso. L’arbitro doveva sospendere la partita, come accade quando dagli spalti si levano ululati razzisti. Se fosse successo a Bergamo, immagino che cosa si sarebbe detto di Bergamo e dei bergamaschi»
l Milan sfodera un’altra prestazione decisamente positiva sbarazzandosi della Spal con un perentorio 3-0 e conquistando l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia.
Leggero turnover per Pioli che conferma il 4-4-2 provato a Cagliari, lanciando sin dal primo minuto il neoarrivato Kjaer al centro della difesa, Krunic a centrocampo e un po’ a sorpresa anche Rebic in attacco al fianco di Piatek, preferito ad Ibrahimovic. Semplici risponde con il 3-4-1-2: subito in campo tra gli estensi Bryan Dabo, arrivato nella sessione di calciomercato invernale
Netta la superiorità tecnica e territoriale dei rossoneri che in difesa hanno rischiato poco o nulla nell’arco dei 90° e davanti hanno giocato un calcio propositivo ma anche concreto, andando in vantaggio al 20° con il redivivo Piatek e chiudendo i conti con le reti di Castillejo al 43° (molto bella la sua pennellata di sinistro che non ha lasciato scampo a Berisha) e di Theo Hernandez al 66°. Nel finale c’è stato spazio anche per un episodio discusso che avrebbe potuto consentire alla Spal di rendere meno amaro il passivo: l’arbitro Ghersini ha infatti prima concesso un rigore per tocco di mano in area di Paquetà e poi ha cambiato idea dopo un consulto con il VAR (Strefezza era già sul dischetto).
Simon Kjaer, al termine della partita di Coppa Italia Milan-Spal, terminata tre a zero a favore dei rossoneri, ha espresso sul suo account Twitter la gioia per il debutto con il Milan: Felice del mio debutto a San Siro e dell’importante vittoria della squadra.
Turnover per Sarri che sceglie Bernardeschi come mezz’ala e il duo Douglas-Dybala ai lati di Higuain. Ronaldo è out per un attacco di sinusite. Tanti cambi di formazione anche per Gotti che si affida a Teodorczyk e Nestorovski in attacco. La Juve parte bene, in particolare Higuain che si procura subito un paio di tentativi. Prima un mancino debole in girata, poi un’acrobazia che non centra lo specchio. Dopo un quarto d’ora, però, il Pipita non perdona più. Serie di scambi con Dybala in fase centrale che mettono l’attaccante ex Chelsea davanti al portiere: destro secco e palla in rete. Il vantaggio carica ancora di più i bianconeri che, dopo 26 minuti, siglano anche il raddoppio. Ter Avest spaventa i padroni di casa, ma sulla ripartenza quest’ultimi non lasciano scampo. Higuain legge il movimento di Bernardeschi e lo serve, il giocatore della Nazionale supera Nicolas in uscita e viene steso in area. Dal dischetto va Dybala che firma il 2-0. La Juve non si accontenta e nel finale di primo tempo, dopo un lungo dominio, sfiora anche la terza rete. Questa volta è il palo a bloccare il tiro dalla distanza di Bentancur, complice anche la leggera deviazione del portiere.
Nella seconda parte della gara Gotti prova a cambiare qualcosa con l’ingresso di Lasagna, ma è sempre la Juve a colpire. De Ligt impegna Nicolas da posizione ravvicinata, poi Higuain si fionda sulla sfera e con un tap-in segna ancora. Il Var lo annulla per posizione di offside dell’olandese, ma il 3-0 è solo rimandato di pochi minuti. È l’altro argentino, Dybala, a trovare la doppietta personale con un meraviglioso mancino a giro che si infila nell’angolo opposto. La squadra di casa è scatenata e, all’ora di gioco, guadagna un altro tiro dagli 11 metri. In questo caso si incarica Douglas Costa della battuta, ma l’esito è sempre lo stesso: palla in rete e poker bianconero. La coppia HD della Juve continua a trovarsi a meraviglia e chiama il portiere avversario a un altro intervento, poi arriva il momento della standing ovation per Dybala e dell’abbraccio ‘pacificatore’ con Sarri. La Joya viene sostituito da Pjaca che torna in campo con la maglia bianconera a 1032 giorni di distanza dall’ultima volta. In chiusura c’è spazio anche per un altro legno colpito dalla capolista della Serie A, con Rugani sfortunato sul colpo di testa. La Juve comincia il suo cammino in Coppa Italia con un netto 4-0.
I bianconeri di Gotti, invece, non trovano mai modo di reagire e impedire l’eliminazione, e subiscono il primo stop dopo i tre successi consecutivi conquistati in campionato. Nel quarto d’ora finale trova spazio anche Pjaca, al debutto stagionale. Ai quarti per la Juve ci sarà la vincente di Parma-Roma.
Il tecnico della Juventus Sarri a fine partita ha dichiarato: “Questa non deve essere la Juventus di Sarri, ma la Juventus di Cristiano Ronaldo, Dybala e Higuain. Il mio compito è solo quello di metterci del mio e assecondare le caratteristiche di questi calciatori che hanno fatto le fortune di tutti gli allenatori che li hanno avuti”