Champions League – Bastano tre parole per definire i risultati del secondo turno delle italiane in Champions Legue “non ci siamo”. Già perché se non fosse per la Juventus il bilancio, almeno a livello di risultati che sono quelli che poi contano, sarebbe totalmente insufficiente. Infatti all’importantissima vittoria della Juventus a Torino contro i tedeschi del Leverkusen, fanno da contraltare le sconfitte di Atalanta (la quale ora per passare il turno dovrà compiere una vera e propria impresa impossibile) edel l’Inter sconfitta in Spagna dalle magie di Messi e Suarez. Brutto pareggio in Belgio per il Napoli.
Ma andiamo con ordine! La prima a scendere in campo è stata martedi l’Atalanta ben intenzionata a ripartire e riscattarsi dopo il poker subito all’esordio di Champions League dalla Dinamo Zagabria squadra certamente alla portata dei bergamaschi.
Partita sfortunata? Indubbiamente ma come dice chi conosce il calcio e lo guarda senza faziosità, “un tiro fuori di poco o sul palo è un tiro sbagliato non un tiro sfortunato”. L’analisi infatti è spietata e tutta a favore della “Dea”: 13 tiri nello specchio della porta, il 57 per cento di possesso di palla ma non è bastato. L’esperienza dello Shakhtar Donetsk ha portato alla sconfitta i bergamaschi che ora con zero punti sono fanalino di cosa e sono attesi dal doppio confronto con il Manchester City.
Eppure i I nerazzurri avevano iniziato con grande ritmo ma anche con errori imperdonabili. Infatti dopo un quarto d’ora Ilicic ha fallito il rigore che si era procurato, ma con impegno i ragazzi di Gasperini hanno trovato il vantaggio al 28′ grazie a un gran colpo di testa di Zapata.
Il pareggio è stato firmato al 41′ da Moraes che, servito da un ottimo filtrante, ha superato Gollini e infiltoa a porta sguarnita.
La beffa, dopo diverse occasioni sprecate per portarsi in vantaggio, è arrivata al 95′. Lo Shaktar ha colpito con un contropiede perfetto: assist di Dodo e gol di Solomon. Zero punti e troppi errori.
Sempre martedi la Juventus ha vinto con il minimo sforzo, con un gioco ancora molto lontano da quello al quale ci ha abituato Sarri ma la prova di forza e sostanza della squadra è stato da applausi, con Higuain in forma smagliante (splendido gol e assist), Cuadrado e Pjanic sempre concentrati, de Ligt in progresso.
La partita ha avuto inizio con due inattese novità: Sarri ha deciso di risparmiare Ramsey, dopo tre partite consecutive in campionato (Verona, Brescia e Spal) ma senza rinunciare al trequartista, Bernardeschi, dietro la coppia Higuain-CR7. Il Bayer all’ultimo minuto ha dovuto fare a meno del capitano Bender, sostituito da Weiser. Havertz, il ventenne talento del Bayer si è preso subito la scena con un velo in area che Alario, però non ha sfruttato l’idea, sparando il pallone in curva. Un altro tiro di Demirbay all’8′, sopra la traversa, ha fatto capire che i tedeschi, secondi in Bundesliga, non sono venuti a Torino a far da spettatori. La Juve ha fatto fatica ad esprimere il suo gioco, ma ci ha pensato Higuain (17′): lanciato da Cuadrado, il difensore del Bayer Tah ha anticipato di testa, ma la pallaè rimasta lì, il ‘Pipita’, se ne appropriato e ha disegnato un destro chirurgico sul palo interno. Pochi minuti dopo Ronaldo servito in area non ha trovato il tempo giusto, bravo Tah a sgominare il pericolo. Al 39′ Higuain ha cercato il bis, ma il suo tiro incrociato è stato respinto da Hradecky. Ronaldo, alla spasmodica ricerca del gol personale, ha sciupato molto (12’st): la parata di Hradecky è eccellente, ma è più errore del portoghese con la porta spalancata vicino al dischetto del rigore. Il Bayer ha avuto più possesso palla, ma la Juve ha colpito di nuovo (17’st): Higuain entrtoa in area, ha saltato Bender e msso il pallone in mezzo: Ronaldo, disturbato da un difensore, ha svirgolto, ma ci ha pensato Bernardeschi e il suo sinistro non ha perdona, poi, sempre Ronaldo ha fallito una rete a colpo sicuro sul cross di Higuain (30′ st). Paulinho, lanciato in profondità, ha provtoa il pallonetto sull’uscita di Szczesny (33′) ma il tiro è finito sopra la traversa. Sarri ha quindi messo mano ai cambi: fuori Khedira, Higuain e Bernardeschi, dentro Bentancur, Dybala e Ramsey e finalmente Ronaldo ha firmato il gol grazie all’assist di Dybala che ha chiuso la partita e che fa sognare i tifosi juventini. Se questa non è ancora la migliore Juventus chi la fermerà quando sarà al top?
Nel turno del mercoledì sono scese in campo Napoli ed Inter ed insieme hanno raccolto 1 punto su 6. Seguendo il pensiero zemaniano mi verrebbe da dire che il bel gioco si è visto, che entrambe le compagini italiane hanno giocato delle buone partite ma pensando a Boskov mi torna subito alla memoria il classico “le partite le vince chi segna più gol” e questo è mancato sia a Napoli che Inter entrambe protagoniste di errori (troppi errori). Va segnalato che Conte si è lamentato dell’arbitraggio si è appellato al “rispetto”ma l’Inter non ha perso la partita a causa dell’arbitro (anche se un rigore non concesso poteva aiutare l’Inter a portare via punti dalla Spagna).
Gli errori sotto porta, però, contro una squadra come il Barcellona, alla fine, si pagano. E così è stato. Eppure la partita si era messa subito in discesa per l’Inter: Lautaro Martinez ha sbloccato il risultato dopo appena 120′ secondi, l’Inter ha gestito con sapienza il primo tempo, per poi calare nella ripresa ed essere sconfitta dalla classe di un Messi che seppur al 50 per cento per l’infortunio dal quale è appena uscito ha illuminato la serata e regalato assist ad un Suarez in gran spolvero.
Tornando alla partita, uno dei pochi tentativi del primo tempo del Barcellona arriva al 13′ con il colpo di testa di Griezmann sul cross di Sergi Roberto. E’ stata l’Inter ad andare più vicina al raddoppio. Barella e Sensi giocano senza timore, al primo esame vero della carriera.
L’Inter per 45′ è stata rdinata ed ha coperto bene gli spazi. Al 33′ altra occasione clamorosa per l’Inter: azione corale dei nerazzurri poi palla a Barella che dalle retrovie ha cercato la conclusione deviata in angolo. Al 37′ Lautaro Martinez ha colpito di testa su cross di Candreva ma Ter Stegen ha parato con una mano in tuffo compiendo un intercento strepitoso. Poi ha sfiortao la traversa Sensi con un tiro a giro che fa alzare in piedi tutti. Poi ancora Sanchez non inquadra la porta di testa. E’ un’Inter bella ma che ha sprecato troppo e si è molto sentita la mancanza di Lukaku rimasto a Milano. Nella ripresa la svolta: il Barcellona ha aumenttoa il ritmo ed allora tutto è cambiato.
Proteste di Conte quando Sensi è caduto a seguito di un contrasto dubbio e poi ecco la forza dei blaugrana. Vidal ha servito un cross a Suarez che ha realizzato in acrobazia, in mezza rovesciata al volo. Ci prova anche Messi ma Handanovic di petto ha neutralizzato il tiro. Al 40′ Messi trova il guizzo del campione vero, liberandosi di cinque uomini e ha servito Suarez che ha bruciato Godin siglando il gol vittoria.
Pareggio avaro di soddisfazioni per il Napoli. Il Genk ha fermato sullo 0-0 e gli azzurri hanno perso una ghiotta occasione per rimanere a punteggio pieno nel girone di Champions. La squadra di Ancelotti ha lasciato per lunghi tratti della partita l’iniziativa agli avversari che hanno fatto dell’agonismo la loro arma in più. Napoli in campo e la sorpresa Insigne che va in tribuna. Ancelotti ha scelto Milik e Lozano, mentre Zielinski, Mertens e Llorente vanno in panchina. L’approccio alla partita degli azzurri ha lasciato molto a desiderare. Il Genk, il cui valore tecnico complessivo è nettamente inferiore a quello degli avversari, ha lottato su ogni pallone schiacciando il Napoli nella propria metà campo. Nel primo tempo soltanto due grandi interventi di Meret hanno salvato il Napoli dal subire lo svantaggio.
Sul fronte opposto le occasioni sono arrivate ma Milik non era in serata: in due circostanze, pur trovandosi a colpire di testa con la porta spalancata davanti, ha mandtoa il pallone una prima volta a colpire la traversa e in una seconda il tiro si è spento sul fondo. Ci ha provato anche Koulibaly ma la sua conclusione è stata respinta sulla linea di porta da Hrosovsky. Nella ripresa il Genk ha rallentato il ritmo indiavolato tenuto fino all’intervallo, ma il Napoli ha continuato a compiere errori. Gli azzurri ci hanno provato a superare la barriera della difesa avversaria, ma Milik è un fantasma e Lozano non incide. Anche Mertens, mandato in campo da Ancelotti nel tentativo di dare un po’ di fantasia e di concretezza al gioco d’attacco della sua squadra, non è riuscito ad essere decisivo. Perfino Llorente, che nel finale ha sostituito Milik, non ha lasciato il segno. Ci si è messo anche Allan, che, con un errore clamoroso, per poco non ha mandato in porta Samatta. Finisce così con un pareggio che il Genk accetta come una vittoria e che rallenta la corsa del Napoli verso la qualificazione agli ottavi di finale.