Calcio – Serata di Uefa Champions League determinante per il futuro di Atalanta ed Inter alla ricerca di vittorie per continuare a credere nel passaggio dl turno.
I bergamaschi nella quinta giornata della fase a gironi di Champions ospitano la formazione danese ancora a 0 punti nel Gruppo D.
“Non abbiamo mai preso sottogamba nessun avversario, meno che meno in gare di Champions – sottolinea nella conferenza stampa della vigilia Gian Piero Gasperini facendo capire come il successo andrà conquistato sul campo -. Il Midtjylland non ha fatto punti finora ma in Danimarca vince il campionato ed è in testa alla classifica, ha una mentalità vincente ed è abituata a giocare per vincere. Alla prima esperienza in Champions, comunque, ha dato filo da torcere anche a Liverpool e Ajax e sul piano atletico è una squadra preparata e pronta. Sono difficili le partite di campionato, figurarsi quelle di Champions”.
All’appuntamento si presenta un’Atalanta reduce dalla sconfitta con gli scaligeri di Juric e fin qui meno brillante in campionato rispetto alla Coppa. “Ma la prestazione è stata convincente per un’ora e forse più – il giudizio del tecnico di Grugliasco – Risentiamo degli impegni in Champions? Dopo il lockdown giocavamo tutti ogni tre giorni, adesso le squadre che fanno le coppe hanno partite tutte molto tirate ogni settimana e questo ti può togliere qualcosa come energia e concentrazione. Il fatto che non ci sia pubblico è un altro elemento. Nelle ultime due partite contro Spezia e Verona abbiamo perso l’opportunità di dare continuità alla classifica, potevamo essere più su ma c’è stata anche della casualità, non siamo riusciti a concretizzare le occasioni”. Proprio sul problema del gol che ha tenuto a zero i nerazzurri nelle ultime due partite di campionato si sofferma l’allenatore dell’Atalanta. “Siamo più compatti e riusciamo a difendere meglio rispetto alla prima sosta, ma ultimamente ci sono mancate freschezza e lucidità in zona gol. L’anno scorso nella sola serie A ne avevamo sfiorati cento, però la costante è che creiamo sempre molto. Non si può trovare sempre una spiegazione a tutto: la cosa migliore è guardare avanti e pedalare come dice il Papu”, afferma con riferimento a una story di lunedì su Instagram in cui il capitano Gomez ha scritto “Testa bassa e pedalare tanto ma tanto”.
“Andiamo avanti per il nostro percorso, con i nostri pensieri e le nostre idee. E’ una stagione diversa dal normale, per noi è importante e sufficiente avere la coscienza a posto, prepararci e continuare il nostro percorso nel modo migliore possibile. Eravamo partiti con tre vittorie e si parlava di scudetto ma io mi sono sempre distaccato da certe considerazioni, non per mettere le mani avanti ma perché l’Atalanta non può partire con l’obiettivo di vincere il campionato. Deve partire con l’obiettivo di fare il meglio possibile, secondo le sue possibilità, con umiltà e rispetto dell’avversario, per riuscire a stare nell’elite del calcio. E’ difficile parlare oggi di obiettivi, vediamo a febbraio-marzo dove siamo e vedremo di porre degli obiettivi per la stagione”.
In contemporanea, questa sera, ad Anfield Road va in scena una sfida che potrebbe rimescolare le carte in classifica (inglesi 9, bergamaschi secondi ex aequo a 7 con gli olandesi, danesi a 0). “Dobbiamo pensare alla nostra gara e basta, non possiamo sapere cosa succederà a Liverpool: magari vince l’Ajax e si rimette tutto in discussione. Speriamo di arrivare all’ultima partita con due risultati disponibili – l’auspicio del timoniere atalantino – ma nemmeno questa sarà una condizione decisiva: si giocano le chances fino alla fine del girone”.
Anche il difensore Berat Djimsiti, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione, ha commentato la story del capitano Gomez. “Alle parole del ‘Papu’ ci pensa tutta la squadra, bisogna pedalare. C’è la voglia di fare sempre il massimo risultato: sicuramente siamo arrabbiati per la partita col Verona – ha dichiarato il nazionale albanese – Noi puntiamo sempre a vincere le partite, col Liverpool come col Verona, a prescindere dall’avversario. I risultati sono figli della voglia. Sabato sera abbiamo commesso due errori, perdendo dei punti dopo aver giocato una buona partita. All’inizio della stagione prendevamo troppi gol, poi abbiamo lavorato per una maggiore compattezza in difesa e di squadra: difendiamo e attacchiamo insieme. Sabato i due gol erano evitabili”. Djimsiti s’è soffermato anche sul reparto difensivo: “Riusciamo a recuperare tra un impegno e l’altro, è fondamentale che non ci siano infortuni. Romero è un rinforzo molto importante ad alti livelli. A gennaio saranno cinque anni per me in Italia e sono al terzo in gruppo: sono cresciuto anche grazie ai risultati – conclude – e alla qualità della squadra”.
Sfruttare le debolezze dell’avversario. Questa la missione dell’Inter, che a San Siro si troverà di fronte un Real non decimato (la rosa è ampia) ma sicuramente depotenziato dalle assenze. E certo, la squadra di Antonio Conte dovrà mettere in campo tutta la qualità e l’organizzazione di cui è capace. L’Inter nella sua storia non ha mai perso in casa con il Real Madrid.
All’attacco dei blancos mancherà Benzema, in gol all’andata a Madrid. De Vrij al centro dell’area, spalleggiato da Skriniar e Bastoni, si troverà quindi a dovere affrontare il più gestibile Mariano Diaz, pericoloso ma non confrontabile con il campione francese. A centrocampo le merengues dovranno fare a meno dell’infaticabile Valverde. Barella, Gagliardini e Vidal dovranno quindi vedersela con il trio Casemiro, Kroos e Modric, che il cileno nerazzurro conosce bene per averlo affrontato tante volte in Liga. Ma l’assenza più pesante per il Real è senz’altro quella di Sergio Ramos, capitano, guida e anima della squadra di Zidane.
Alla vigilia della partita di San Siro contro l’Inter, ritorno del match vinto per 3-2 dal Real Madrid in Spagna, il tecnico dei blancos Zinedine Zidane ha risposto alle domande della stampa.
Come sta la squadra alla vigilia di una partita così importante?
“Stiamo bene, siamo pronti. Conosciamo l’importanza della partita. Adesso faremo l’ultimo allenamento e penseremo alla gara di domani”.
“Ha dimostrato l’altro giorno di dare tutto in campo. Sono contento di lui”.
Senza Sergio Ramos il Real ha perso 7 delle ultime 8 gare in Champions. Come mai?
“Sappiamo la sua importanza, ma non possiamo farci nulla. Lui non ci sarà, noi siamo qui. Sappiamo che è una finale. Sappiamo che sono 3 punti. Dovremo soffrire e portarceli a casa”.
A San Siro lei vinse nel 2016 la sua prima Champions. Lei oggi è un allenatore diverso rispetto ad allora?
“Ho quattro anni in più di esperienza. Per il resto sono sempre io, non è cambiato nulla”.
Perché la squadra nel corso delle partite contro Inter e Villareal ha vissuto momenti di difficoltà?
“Contro l’Inter, si trovò di fronte una squadra molto forte. Lo stesso è successo contro il Villareal in Liga. Non sono fatalista, questo è il calcio. Noi lavoriamo per migliorarci, incassare poco e segnare”.
Nel mercato di gennaio, convincerà Isco a non lasciare il Real?
“Isco è con noi”.
Quella con l’Inter è una gara difficile, che si inserisce in un calendario molto duro. Con un calendario diverso, le cose starebbero andando in modo diverso?
“Il calendario è difficile, le partite sono moltissime, ma non può essere una scusa. Di certo, con tutte queste gare ravvicinate e questi infortuni lo spettacolo non è lo stesso”.
Potreste accontentarvi di un pareggio?
“Non vedo con favore il pareggio, no. Dovremo dare tutto per cercare di vincere. Non sappiamo cosa succederà. L’importante è dare tutto in campo. Tutto qui.”.
Qual è il suo ricordo di Antonio Conte giocatore? E cosa ha conservato nel suo modo di allenare?
“Era il mio capitano nella Juventus. Ho vissuto tanto con lui, non cito episodi in particolare. Abbiamo un buon rapporto. In campo era un leader e lo resta oggi in panchina”.
Cosa pensa di Christian Eriksen, associato al Real in un possibile scambio con Isco?
“Stiamo bene con Isco, finita qui”.
Questa è una gara a rischio?
“Non è una gara rischiosa, è una gara di Champions, e sono tutte dure, tutte finali”.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche il centrocampista Luka Modric.
Dopo 355 partite e 17 trofei vinti, come si affronta una partita come questa?
“Per noi è una finale. Dovremo giocare bene, essere uniti, aiutarci l’un l’altro. Dovremo essere all’altezza della gara”.
Come sta? Pensa che il prossimo anno sarà ancora al Real?
“Mi sento bene e mi sento forte, non ho giocato dall’inizio contro Barcellona e Inter per decisione del mister. Penso di potere continuare, ma vediamo cosa succederà in futuro. Io sono tranquillo, voglio continuare ad aiutare la squadra come sempre”.
La squadra quest’anno alterna partite buone e altre meno. Cosa manca per ritrovare la solidità del finale della stagione passata?
“Ci manca un po’ di tutto. E abbiamo avuto molte assenze. Nelle ultime 11 partite abbiamo mostrato anche cose buone, dobbiamo partire da quelle e andare avanti. Stiamo migliorando”.
Nello spogliatoio in molti, da Kroos a Casemiro, stanno difendendo il mister. Lei cosa ne pensa?
“Da sempre lo difendiamo, ogni volta che ci chiedono. Abbiamo vinto molto con lui e speriamo di vincere ancora con lui”.
In attacco, cosa cambia con l’assenza di Benzema rimpiazzato da Mariano Diaz?
“Per noi Benzema è molto importante. Mariano è un giocatore diverso ma ha dimostrato che di lui ci si può fidare. Quando hai assenze importanti, devi giocare collettivamente, ciascuno deve dare qualcosa in più”.
Il suo contratto è in scadenza. Per il prossimo anno davvero vuole restare al Madrid?
“Io lo voglio, mi sento bene, penso di potere aiutare la squadra. Ma vediamo quel che succede. Me lo chiedono spesso, e rispondo sempre alla stessa maniera”.
Anche lo scorso anno in Champions il percorso non fu semplice. Questo vi può aiutare per questa stagione?
“Vincere è sempre difficile. Dovremo mostrare carattere, forza, unità”.
Com’è affrontare una gara così importante in un periodo in cui si giocano anche molte gare di campionato e nazionali?
“Non è semplice, come non lo sono questi tempi in generale. La cosa vale per tutti i club del mondo. Continuare a testarsi per il Covid stanca mentalmente. Dobbiamo cercare di recuperare ogni volta in fretta e giocare al nostro meglio”.
Il fatto che si parli così di frequente del rinnovo del contratto di Sergio Ramos disturba la squadra?
“No, è una cosa fra lui e il club. Inutile dire quanto ha fatto e fa Sergio per il Real Madrid. Spero che trovi un accordo”.
Nell’estate 2018 si parlò molto di un suo possibile passaggio dal Real all’Inter, per un commento su un social network.
“È una questione di cui non si sente parlare da molto tempo. Sono a Madrid e sto bene qui”.
Anche il tecnioco dell’Inter Antonio Conte ha risposto alle domande dei cronisti.
Zidane all’andata ha definito la doppia sfida fra Inter e Real una finale. Quali sono per l’Inter le difficoltà di gestione di una partita che rappresenta un bivio?
“Sì è una finale. Dopo la sconfitta col Real all’andata e i due pareggi successivi, ci aspetta una partita molto difficile contro il Real, squadra che conosciamo per importanza e storia recente. Dovremo fare una grande gara. Non abbiamo tante vie di scampo. Ma sappiamo anche che se vogliamo possiamo, migliorando alcune cose rispetto all’andata. A Madrid abbiamo dimostrato di poterci giocare la partita. Con attenzione, umiltà e concentrazione dobbiamo cercare di vincere la partita”.
“Il salto di qualità lo dobbiamo fare e non lo abbiamo fatto. Ci si aspetta moltissimo da noi. Le chiacchiere stanno a zero. Contano i fatti, e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, da me ai giocatori, fino al club. Se ancora il salto non c’è stato, significa che qualcosa dobbiamo rivederla tutti”.
Lo scorso anno l’Inter segnava di più in avvio di partita, quest’anno va meglio nei secondi tempi. Si è chiesto perché?
“Lo scorso anno partivamo spesso col piglio giusto e la giusta cattiveria. Quest’anno molti si presentano contro di noi abbottonati e chiusi. Serve più pazienza a trovare la via del gol. Anche per questo è aumentato tantissimo il possesso palla. Abbiamo tantissimi minuti in più la palla, e cerchiamo di verticalizzare. Al tempo stesso, stiamo concedendo qualcosa in più. Se vogliamo essere competitivi, dobbiamo alzare l’attenzione, la fame, la cattiveria agonistica”.
La colonna vertebrale del Real Madrid è composta da Sergio Ramos, Valverde e Benzema. Il fatto che non ci siano, pensa che cambierà il modo in cui i blancos affronteranno la partita?
“Non penso che il Real possa piangere per gli infortuni. Stiamo parlando di una rosa importante, completa, con tantissimi giocatori bravi, da Real Madrid. Il fatto che la stampa parli delle assenze mi fa un po’ sorridere”.
Vi danno fastidio le critiche che l’Inter riceve sempre? Col Torino domenica l’Inter ha vinto ma sembrava quasi avesse perso.
“È un dato di fatto che si cerchi a prescindere di negativizzare tutto. Per me lo scorso anno era il primo da allenatore dell’Inter, e mentalmente ero preparato. Qualcun altro può non esserlo in squadra, fra i calciatori. Ma quando giochi in squadre importanti o è tutto bello o è tutto brutto. Questo deve darci ancora più forza. L’unico modo per non andare incontro a chiacchiere, cagate e scemenze è dare risposte sul campo. Altrimenti, si scelgono squadre medie e basse e si vive una vita tranquilla”.
Come vede Alexis Sanchez in campo come trequartista dietro a Lautaro e Lukaku?
“Potrebbe essere una soluzione a partita in corso, contro squadre di livello inferiore rispetto all’Inter. Siamo già abbastanza offensivi. Abbiamo esterni che sono ali. I centrocampisti sono più offensivi che difensivi. Difficile immaginare di potere schierare dall’inizio tre attaccanti. Durante la partita, invece, si possono rischiare i tre centrocampisti”.
Considerando che la gara è decisiva e ripensando alle sconfitte per 3-2 a Dortmund, contro il Siviglia, a Madrid, cosa deve fare l’Inter?
“Vincere la partita. Non ci sono altre vie. Per qualificarci dovremo fare 7 punti. Abbiamo trovato il girone più difficile dell’intera Champions League. Meritavamo qualcosa di più, ma se i risultati non sono arrivati dobbiamo cercare di fare le cose meglio”.
In conferenza stampa si è presentato anche il capitano, Samir Handanovic.
Perché negli scontri diretti in Champions l’Inter non è riuscita ancora a ottenere il massimo?
“Mancano ancora tre partite nel girone, poi faremo le nostre valutazioni. Guardando le tre che abbiamo giocato, abbiamo comunque molto da recriminare”.
Come mai l’Inter prende così tanti gol?
“Quando prendi tanti gol c’è sempre da preoccuparsi. Bisogna anche vedere quando l’avversario fa gol, come lo fa. Contro l’Inter giocano tutti alla stessa maniera, chiusi in difesa aspettando la ripartenza. Le situazioni tipiche sono due: o subiamo gol per nostre disattenzioni o in contropiede. Raramente subiamo il gioco avversario. Comunque per crescere e alzare il nostro livello dobbiamo prendere meno reti”.