Spazio – Nasce la cooperazione tra il governo della Repubblica popolare cinese e il governo della Federazione russa per la costruzione di una stazione di ricerca lunare internazionale.
A firmare virtualmente l’accordo bilaterale sono stati, la settimana scorsa, i leader delle agenzie spaziali dei due paesi: Zhang Kejian, capo dell’agenzia spaziale cinese Cnsa, e Dmitry Rogozin, direttore generale dall’agenzia spaziale russa Roscosmos.
Secondoil sito specializzato americano SpaceNews, l’accordo segue alla decisione della Russia di non unirsi a otto nazioni per gli accordi di Artemis. Si tratta di un insieme di norme per chi vorrà partecipare al programma di esplorazione lunare, Artemis appunto, guidato dalla Nasa. Secondo alcune fonti, il rifiuto si basa sulla convinzione di Russia e Cina che, all’interno del progetto, abbiano troppo potere gli Stati Uniti.
Sebbene non vi siano né dettagli sul progetto né sulle tempistiche, il memorandum d’intesa, la cui firma è stata annunciata con un comunicato del Cnsa, descrive la stazione lunare come “una base di ricerca scientifica con la capacità di funzionamento autonomo a lungo termine, costruita sulla superficie lunare e/o sull’orbita lunare, sulla quale si potranno svolgere attività di ricerca scientifica multidisciplinare e multi-obiettivo come l’esplorazione, l’utilizzo e l’osservazione lunare, la sperimentazione scientifica di base e la validazione di tecnologie”.
In altre parole, la base sarà abbastanza autosufficiente da funzionare senza un rifornimento costante dalla Terra. E sarà un punto di partenza per la scienza di base, l’esplorazione e l’utilizzo delle risorse lunari, nonché una prova di concetto per le tecnologie necessarie per sostenere la vita umana in corpi celesti lontani dalla Terra.
Una base che si aggiungerà dunque a quella che sventolerà bandiera a stelle e strisce. La Nasa, attraverso il programma Artemis, ha infatti già nei suoi piani di stabilire una presenza umana sulla Luna – e intorno a essa – entro il 2028.
Sebbene non sia stato esplicitamente dichiarato, l’eventuale stazione sulla superficie lunare dovrebbe essere costruita al polo sud del nostro satellite, con la prospettiva di una presenza umana al suo interno dopo la “fase robotica” del programma.
Nel comunicato si legge inoltre che il progetto sarà “aperto a tutti i paesi interessati e ai partner internazionali”. Sulla base del principio di “consultazione, costruzione congiunta e benefici condivisi”, l’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la cooperazione nella ricerca e promuovere l’esplorazione e l’uso dello spazio esterno per scopi pacifici nell’interesse di tutta l’umanità.
Le due superpotenze, continua il comunicato “useranno la loro esperienza nelle scienze spaziali, nella ricerca e nello sviluppo e nell’uso di attrezzature e tecnologie spaziali per realizzare congiuntamente una tabella di marcia per la costruzione della base e collaborare alla pianificazione, dimostrazione, progettazione, sviluppo, implementazione e funzionamento della stessa, compresa la promozione del progetto presso le comunità spaziali internazionali”.
Questa comunione di intenti non è una prima volta. I due paesi hanno infatti già firmato accordi di cooperazione per le missioni di esplorazione lunare Chang’e-7 e Luna 27 e per la costruzione di un data center congiunto per l’esplorazione della Luna e dello spazio profondo.
La notizia dell’accordo arriva in un periodo fiorente in campo spaziale per entrambe le nazioni.
La Russia, che quest’anno festeggerà il 60esimo anniversario del primo volo umano della storia, realizzato da Yuri Gagarin a bordo della navicella Vostok 1 nel 1961, si prepara a lanciare diverse missioni dirette sulla Luna: Luna 25 il prossimo ottobre (sarebbe il primo lander lunare lanciato dal paese a distanza di 45 anni da Luna 24, l’ultima missione spaziale del programma lunare russo), Luna 26 nel 2024 e Luna 27 nel 2025.
La Cina dal canto suo, dopo aver lanciato con successo Chang’e-4, Tianwen-1 e la complessa missione di ritorno di campioni lunari Chang’e-5 , si appresta a lanciare, tra il 2023 e il 2024, Chang’e-6, la seconda missione di ritorno di campioni lunari, e Chang’e-7, che schiererà sul suolo lunare un orbiter, un lander, un rover e una mini sonda volante. Chang’e-8, infine, sarà progettata per l’utilizzo delle risorse in situ e per i test tecnologici di stampa 3D, nonché per studi di scienze della vita legati a potenziali soggiorni sulla Luna. Tutte missioni che costituiranno la “fase robotica” della stazione di ricerca lunare prima dell’espansione in una base a lungo termine con la possibilità della presenza umana.
«L’International Lunar Research Station (Ilrs) è un progetto al quale si lavora da diversi anni anche nell’ambito di collaborazioni più estese. Ad esempio, negli ultimi due anni, l’Esa ed il Cnsa hanno coordinato un progetto che ha visto i ricercatori cinesi ed europei, tra cui gli italiani rappresentati dall’Inaf, lavorare insieme per definire priorità ed obiettivi scientifici per una stazione spaziale internazionale», spiega a Media Inaf Francesca Esposito, ricercatrice all’Inaf di Napoli e responsabile della divisione nazionale abilitante della planetologia ed esplorazione del Sistema solare della direzione scientifica dell’Inaf. «È ormai evidente l’interesse del mondo intero verso la Luna per molteplici finalità. Certo, sarebbe più utile concentrare gli sforzi e le risorse su un unico progetto che veda la cooperazione di tutti i Paesi intenzionati ad investire in questo settore»
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Russia e Cina unite dalla conquista dello spazio
By RaffaeleMar 21, 2021, 07:29 am0
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