RELIGIOUS ITINERARIES – E’ la notte di Natale dell’anno 1121 a segnare l’inizio della storia della splendida Abbazia di Prémontré. A una ventina di chilometri ad ovest di Laon, nell’attuale dipartimento dell’Aisne, in Francia, è un’antica luogo di fede premostratense. Dall’originario assetto medievale del complesso, è stata successivamente trasformata fino ad assumere nel diciottesimo secolo quegli eleganti lineamenti barocchi che oggi ancora la contraddistinguono. Le sue architetture sono un viaggio nel tempo.
Qui a Pont-à-Mousson dicono che l’Abbazia dei Premostratensi ha attraversato i secoli come una fenice che risorge dalle sue ceneri. Nato come centro culturale dal 1964, oggi il luogo è gestito da un’associazione la cui vocazione è tutelare il proprio patrimonio, divulgarne la storia e promuovere incontri culturali. Ma sua storia è evidentemente di lungo corso. La comunità premostratense di Sainte-Marie-aux-Bois si stabilì a Pont-à-Mousson intorno al 1608, prima di erigere una maestosa abbazia un secolo dopo. Occupato nel XIX secolo da un seminario minore diocesano e poi da un ospedale civile e militare nel 1912, l’edificio ha subito pesanti distruzioni nel 1944. A seguito di un’importante ricostruzione, l’abbazia è diventata nel 1964 un centro culturale con molteplici attività.
Ma il dettaglio interessante è la sua origine. La notte di Natale dell’anno 1121 segna infatti la fondazione dell’Abbazia di Prémontré, avvenuta con la professione solenne di San Norberto e dei suoi 40 compagni. Secondo la patrologia latina, il luogo dove costruire l’edificio fu indicato da Dio stesso. Volendo trovare un terreno dove Norberto potesse realizzare il suo progetto di riforma, il vescovo di Laon, Barthélemy de Jur, condusse il santo fondatore nella parte meridionale della diocesi, nel massiccio del Saint-Gobain, dove si trovava una piccola chiesa dedicata a San Giovanni Battista, unica testimone di una antica comunità di eremiti. Norberto dopo aver passato una notte in preghiera disse al vescovo: «Signore mio e padre, voglio restare qui. Ho identificato il luogo che il Signore mi ha destinato. Qui sarà la mia dimora e il mio riposo. Molti uomini vi troveranno la salvezza. Tuttavia non sarà questa cappella il centro, ma l’edificio sarà costruito dall’altro lato della valle. Questa notte è apparsa in sogno una schiera d’uomini vestiti di bianco che processionalmente facevano il giro della valle, con croci d’argento, candelabri e turiboli». Così ha avuto origine l’ordine dei Canonici Regolari Premostratensi, la cui regola è stata approvata da Papa Onorio II nel 1126.
La chiesa abbaziale è considerata la prima “chiesa a sala” in stile classico della Lorena. Il coro, rivolto a ovest, permette alla facciata, composta da tre ordini di architettura, di dominare maestosamente il quartiere Saint-Martin di Pont-à-Mousson. Con una superficie di ben 12mila metri quadrati, l’Abbazia offre una visita senza tempo. Costruita tra il 1705 e il 1735 da due architetti premostratensi, fu presto ammirata per le sue eleganti proporzioni classiche e lo stile barocco, che ne fecero uno dei migliori esempi di architettura monastica nella regione. Il percorso si configura intorno ad un chiostro formato da tre gallerie vetrate a forma di U e chiuso dalla chiesa; i suoi lunghi corridoi servono le sale storiche, uno spazio lapidario oltre a sontuose scalinate a cui si aggiungono le mostre temporanee organizzate durante tutto l’anno.
La Sala Capitolare è il luogo che i canonici frequentavano ogni giorno per leggere e commentare un capitolo della Regola di sant’Agostino. Il refettorio testimonia ancora il Settecento attraverso il fascino del suo pavimento trompe l’oeil e delle sue volte a paniere. E poi il giardino, che con i suoi 2,5 ettari è un vero ambiente naturale nel cuore di Pont-à-Mousson. Il giardino del chiostro o giardino dei profumi offre ai visitatori, durante l’estate, un profumato bouquet di piante e fiori utilizzati nella composizione dei profumi. Dalla sua creazione nel 2009, la tranquillità del luogo, la sua tavolozza di colori e la sua variegata fauna sono molto apprezzate. A due passi si trova il Giardino della Mosella che si estende lungo il fiume. Perfetto per il relax, questo giardino bucolico offre una pausa tranquilla e una bella vista sul monumento e sulla città.
“San Norberto è giustamente considerato come uno dei più solleciti artefici della riforma gregoriana – ha scritto Papa Francesco in una lettera inviata all’ordine dei Canonici Regolari Premostratensi – nato intorno al 1075, dopo gli studi ecclesiastici divenne canonico del capitolo di Xanten e, grazie all’allora Vescovo di Colonia Federico, entrò a far parte della corte dell’Imperatore Enrico V. Così, Norberto fu rapidamente inserito nelle vicende che segnarono gli inizi del XII secolo. Mentre l’Imperatore e i principi pretendevano di intervenire in prima persona nella nomina dei vescovi e degli abati favorendo persone a loro gradite, cresceva all’interno della Chiesa una nuova sensibilità alle esigenze del Vangelo e della missione propria del clero. Non mancarono uomini e donne, ispirati da Dio, che iniziarono a mettere in discussione i legami dei ministri della Chiesa con interessi meramente mondani. Norberto fu uno di questi”.
LA VITA DI SAN NORBERTO
S. Norberto nacque a Xanten, città della Francia, nel 1086 da una illustre e ricca famiglia.
Fin da giovinetto si diede agli studi con splendidi successi, per cui fu bene accolto alle corti dei principi e in quella dello stesso imperatore Enrico.
E qui, più che altrove, diede prova della sua nobiltà e della sua erudizione.
Norberto però in questa prima sua gioventù sprecò i preziosi talenti ricevuti da Dio conducendo una vita comoda, amante delle vanità e delle lodi.
Ma la grazia di Dio non tardò a smuovere il suo cuore e a fargli comprendere che tutto è vanità.
Un giorno mentre viaggiava, elegantemente vestito, sul suo cavallo, lo colse un temporale. Rifugiatosi sotto una pianta, poco mancò che un fulmine non lo incenerisse. La terra si aperse sotto i piedi del cavallo ed egli fu buttato a terra svenuto.
Rinvenuto, si ricordò della sua triste vita condotta fino allora e, come già S. Paolo, rivolse al Signore le parole: « Che vuoi che io faccia? ». « Fuggi il male e fa’ il bene, cerca la pace e seguila finché non la trovi ».
Queste parole le sentì nel profondo del cuore. Era la voce di Dio che ancora una volta lo chiamava, ed egli l’ascoltò e mutò vita per sempre.
Abbandonata la corte, si ritirò nel monastero di Sigeberto vicino a Colonia, e dopo conveniente preparazione fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di quella città.
In seguito fu eletto canonico e in questo nuovo ufficio avrebbe voluto correggere molti abusi, ma trovò ostacoli nella rilassatezza dei tempi, per cui, rinunziato al canonicato, camminando a piedi scalzi, e mendicando il cibo, andava annunziando ovunque la buona novella, finché si ritirò nel silenzio di Premonstrato. Ma non fu solo. Quaranta ecclesiastici e molti secolari si unirono a lui per vivere nella penitenza e ne la preghiera. S. Norberto pensò allora ad una regola di vita comune e adottò quella di S. Agostino, e nel Natale del 1121 fecero la professione solenne. Così era fondata la Congregazione dei Canonici Regolari Premostratensi.
Nel viaggio che fece a Roma per l’approvazione della regola, passò a Spira ove il clero e il popolo erano radunati per l’elezione del nuovo arcivescovo. Saputo l’arrivo del Santo, egli stesso fu eletto all’alta dignità. « Ecco il nostro padre, ecco il nostro pastore Y. si gridava dappertutto. Voce di popolo, voce di Dio: e S. Norberto dovette accettare e cercò di soddisfar a questo nuovo onere guadagnando tutti a Gesù Cristo
Non pochi però si opposero al suo ardente zelo attentarono anche alla sua vita. Egli perdonò e sopportò tutto; e alla fine colla sua pazienza vinse anche quegli animi ribelli, conducendoli all’ovile di Gesù Cristo.
Nel 1131 assistette al concilio che si tenne a Reim e molto s’affaticò per estinguere lo scisma dell’antipa pa Anacleto; nello stesso tempo visitò molte province della Germania portando ovunque la sua parola di padre e di pastore.
Una malattia che l’assalì gravemente, lo tenne per 4 mesi a letto ed il 6 giugno 1134 spirò nel bacio de Signore.