Anna Maria Cànopi, fondatrice e badessa emerita del monastero di clausura dell’Isola di San Giulio

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Anna Maria Cànopi – “La vita e la morte di madre Anna Maria ci confermano che il vero potere è nelle mani e nel cuore dei santi, il potere dell’amore che dolcemente costringe a farsi amare.

È ciò che molti hanno sperimentato a contatto diretto o indiretto con lei”. Così fratel Michael Davide Semeraro, monaco benedettino, ricorda al “Corriere della Valle”, il settimanale della diocesi di Aosta, Anna Maria Cànopi, fondatrice e badessa emerita del monastero di clausura dell’Isola di San Giulio, all’indomani dei funerali. Ricordando che si rivolse alla religiosa per un consiglio di fronte al dubbio se “farmi monaco o entrare in un seminario romano”, fratel Semeraro racconta che “non riuscivo a decidermi”. “Mi trovai da solo dinanzi a una figura che mi conquistò per la sua rara eleganza. Decisi: entrare in monastero. Con madre Anna Maria non si poteva che decidere… e subito!”. Anche nei momenti difficili, il monaco benedettino ne ricorda la presenza. “Quando tutto mi crollò addosso, con la stessa velocità dell’attimo con cui avevo deciso di farmi monaco, non andai da nessun altro se non da lei: avevo bisogno di conforto”. “Mentre ieri sostavo accanto alla sua bara nuziale – aggiunge –, l’ho ringraziata per aver dato una bella spinta perché la mia barchetta prendesse comunque il largo”. Soffermandosi sul dono lasciato da madre Cànopi, fratel Semeraro lo individua nella “speranza”. “La fiaccola che madre Anna Maria ci passa come un testimone, dopo averla tenuta accesa nella sua vita, è quella di una fede sconfinata nell’amore. Un amore tanto più spirituale quanto più capace di lasciarsi incontrare, toccare, sentire come un profumo che fa rinvenire dallo stordimento della paura di dare interamente e fino in fondo la propria vita”.

“Il segreto della straordinaria fecondità spirituale della nostra amata Madre non sta forse nell’aver fatto sue le parole della Vergine: ‘Fiat mihi secundum verbum tuum’? Di questo suo ardente desiderio e quotidiano impegno noi siamo state testimoni”. Così le Benedettine del monastero “Regina Pacis” di Saint-Oyen in una lettera pubblicata dal “Corriere della Valle”, il settimanale della diocesi di Aosta, ricordano Anna Maria Cànopi, fondatrice e badessa emerita del monastero di clausura dell’Isola di San Giulio, all’indomani dei funerali.

“Per noi è sempre stata semplicemente ‘la Madre’”, scrivono le religiose. Che affermano come “la notizia della sua morte, avvenuta lo scorso giovedì, festa del Transito di San Benedetto e primo giorno di primavera, ha avuto rapidissima diffusione suscitando a un tempo sofferenza e commossa ammirazione”. “Il Signore vi ha posto il sigillo chiamandola a Sé proprio in questi giorni così significativi dell’Anno liturgico”, segnalano le benedettine. Che hanno pubblicato, a seguire, una raccolta di pensieri loro indirizzati da parte di madre Cànopi, nel corso degli anni e che vi pubblicheremo nei prossimi giorni.




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