USA – Donald Trump alla casa bianca contro il volere dei poteri forti

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USA – Donald Trump alla casa bianca contro il volere dei poteri forti

Donald Trump ci è riuscito e la sua è una vera e propria impresa. Vincere le elezioni contro tutto e tutti è stata una missione impossibile difficilmente ripetibile. Aveva contro i media, tutti i leader dell’Unione Europea (se si esclude l’Ungheria ed Victor Orban), gli economisti e la maggior parte delle lobby eppure il popolo statunitense ha deciso di metterlo a sedere alla Casa Bianca. Lo hanno definito “pazzo”, “irrispettoso delle donne”, “estremamente contrario al fenomeno immigrazione”, “amico di Putin”, “incapace politicamente” eppure il Popolo Sovrano lo ha ‘incoronato’.
Alcuni stati dovevano essere decisivi e lo sono stati (scusate il gioco di parole): su tutti mi piace ricordare la Florida (un’area che amo particolarmente e che per chi vi scrive è un forte simbolo della parte migliore del popolo statunitense) dove Donald Trump è stato spinto con vigore verso la presidenza della prima (o seconda cambia poco) potenza mondiale. Già proprio USA-Russia potranno essere finalmente legati ed avvalersi positivamente dal buon rapporto tra Trump e Putin. Con la Clinton, oltre all’orrore dell’aborto sino al nono mese, rischiavamo conflitti devastanti in Siria, dove la leader dei democratici voleva allontanare il presidente Bashar al-Assad e creare altri casi Libia ed Iraq ‘litigando pericolosamente con la Russia’. Per non parlare dell’imminente rischio di un conflitto nel cuore dell’Europa dove, con l’intervento Usa auspicato dalla Clinton si rischiava un folle conflitto nella già martoriata Ucraina dove già si compiono violenze inaudite nel quasi totale silenzio dei media mondiali. Ebbene tutto questo non avverrà anzi, la NATO probabilmente perderà il suo potere (ammesso che di un potere reale sia dotata), poiché Trump ha da tempo detto che dovrà interessarsi di più ai cittadini americani accantonando le dispute interne della NATO e le spese superflue che vengono fatte.
Scrivevamo di Putin e la Russia: Vladimir Putin, con un telegramma, si è congratulato con il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Augurandogli buon lavoro, il leader del Cremlino si è detto sicuro che il dialogo tra Mosca e Washington debba essere basato su mutui interessi. “Con un telegramma Putin ha espresso la speranza che le relazioni russo-americane possano svilupparsi insieme per uscire dalla crisi, riuscendo a risolvere le più pressanti questioni internazionali e dando risposte concrete alle sfide della sicurezza globale”, si legge in un comunicato del Cremlino. Putin ha quindi aggiunto che “la creazione di un dialogo costruttivo tra Mosca e Washington, basato sui principi di uguaglianza, di mutuo rispetto e di una vera considerazione delle posizioni di ognuno, riflette gli interessi dei popoli dei due Paesi e di tutta la comunità internazionale”.
Durante la riunione di questa mattina, i deputati della Duma di Stato, la camera bassa del parlamento russo, hanno accolto con un applauso la notizia della vittoria di Trump alle presidenziali americane. “Cari amici e stimati colleghi, tre minuti fa Hillary Clinton ha ammesso la sua sconfitta e un secondo fa Trump ha iniziato il suo discorso come Presidente eletto degli Stati Uniti d’America”, ha annunciato il deputato Vyacheslav Nikonov, di Russia Unita, scatenando gli applausi dei colleghi in aula. Sicuramente in un periodo in cui USA e Russia andavano verso una nuova ‘Guerra Fredda’ e molti erano i moniti, compreso quello di Papa Francesco, di un incombente pericolo di un conflitto mondiale si tratta certamente di parole rassicuranti per tutti.
E l’Unione Europea? Ungheria esclusa vi è timore. Trump ha elogiato la Brexit, Trump ha detto che è il momento di interessarsi degli USA e non degli affari Esteri, Trump è un repubblicano ed il Congresso USA è in mano ai repubblicani. In Europa temono che Trump sia una spinta verso il cambiamento: a parole temono una deriva xenofoba, prese di posizione omofobe ma la realtà è un’altra. Trump potrebbe essere la spinta alla crescita di nuovi partiti, popoli, al rafforzamento dei legami europei inerenti le radici cristiane, la famiglia, il ridimensionamento delle lobby ed anche un freno all’immigrazione senza vero controllo e che serve a riempire le tasche di alcuni.
Dall’Ungheria Victor Orban si è cogratulato con Trump: “Congratulations. What a great news. Democracy is still alive”.
Molti i commenti politici da riportare: La vittoria di Trump? “La deflagrazione di un’epoca, un Vaffa… generale, un “VDay” pazzesco”, per Beppe Grillo. “Una sorpresa inaspettata, che cambierà le cose nel mondo”, secondo il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. E se il leader del Movimento Cinque Stelle, sul proprio blog, si ascrive una sorta di «vittoria», sottolineando «similitudini» tra la vicenda della candidatura dell’imprenditore newyorkese e quella del M5s («Siamo nati e non se ne sono accorti, perché abbiamo un giornalismo posdatato che capisce quando qualcosa è già successa. Ed è già troppo tardi. Siamo diventati il primo Movimento politico in Italia e non se ne sono accorti, se ne stanno accorgendo adesso e ancora si chiedono il perché. Andremo a governare e si chiederanno “ma come hanno fatto?”), Matteo Salvini, lancia un affondo al premier: «Da oggi Renzi può smettere le sue manifestazioni: dopo i suoi auguri alla Clinton anche la sua riforma della Costituzione finisce in farsa», dice in conferenza stampa alla Camera. Toni entusiasti quelli del segretario della Lega, il primo a commentare le elezioni Usa: «La vittoria di Trump è una botta alla globalizzazione» ed è «la rivincita del popolo, del coraggio, dell’orgoglio, dei temi del lavoro e della sicurezza, alla faccia dei banchieri, degli speculatori, dei cantanti, dei giornalisti e dei sondaggisti», ha detto. Ha chiamato il suo partito a osare e andare oltre: «A noi tocca tirare la palla in avanti, si è temporeggiato troppo, e chi ci ama ci segua», ha detto. E critica Grillo che «sale sul carro del vincitore ma sullo stesso carro ha sputato fino a qualche giorno fa».
Renzi e le istituzioni italiane hanno fatto sorriso e cattivo gioco dopo essere stati pubblicamente schierati per la Clinton: “ In queste ore «il mondo saluta l’elezione di Trump. A nome dell’Italia mi congratulo con lui e gli auguro buon lavoro convinto che l’amicizia resti forte e solida», ha detto sottolineando che «questo è il punto di partenza per tuta la comunità internazionale anche al netto di certe diffidenze da campagna elettorale. È un fatto politico nuovo – ha concluso – che assieme ad altri dimostrano come siamo in una stagione nuova». Ha invece definito l’esito del voto ( e non vi erano dubbi sulle sue dichiarazioni) «uno tra gli eventi più sconvolgenti della storia del suffragio universale» il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Rimangono le preoccupazioni e l’imperativo delle riflessioni su questo risultato». Comunque ha aggiunto Napolitano correggendo il tiro che «le parole di Trump sembrano indicare una consapevolezza della responsabilità che ha sulle spalle e che alle parole di misura e moderazione anche guardando ai rapporti internazionali siano seguite dai fatti».
Fortemente amareggiata anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini: «Grande sorpresa ma anche rispetto per la scelta degli elettori Usa. Profondo rispetto per voto USElection2016. Nel suo primo discorso Trump non sembrava lui: moderato, inclusivo, pacato», dice ancora la Presidente. «Spero che sia l’atteggiamento che continuerà ad avere perché la responsabilità che lo aspetta è enorme. Quanto a Hillary Clinton sono convinta che non sia stata sconfitta perché donna ma poiché è stata percepita come espressione dell’establishment. È stata first lady e a lungo segretaria di Stato. Una storia che l’ha penalizzata perché non risponde all’esigenza di novità e di cambiamento che oggi si chiede alla politica». Di vittoria «inaspettata, ma auspicata» parla il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. «Ha vinto la democrazia americana, ha vinto il popolo americano – la sua analisi -. Hanno perso la Clinton, Obama, i poteri forti, la finanza speculativa, i giornaloni, le catene televisive, e tutti gli avvelenatori di pozzi della democrazia. Guarda caso lo stesso schieramento di poteri forti e marci che in Italia sostiene Renzi e la sua schiforma costituzionale». Per Brunetta il presidente del Consiglio, colpevole di aver schierato l’Italia al fianco della candidata Clinton, «è da oggi politicamente finito». «Niente paura. È la democrazia Usa. Buon lavoro Presidente Trump. Noi pensiamo a far bene in Italia e in Europa», scrive invece su Twitter Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera.
L’ex segretario Pd, Pierluigi Bersani ha aggiunto: «La mucca nel corridoio sta bussando alla porta. Sa avanzando una destra non liberista ma della protezione, a fronte della quale si deve mobilitare una sinistra larga, che rilanci sui diritti».
Molto attese le parole del Vaticano. Negli scorsi mesi i media, gli stessi che fraintendono spesso le parole di Papa Francesco, hanno fatto di tutto per mettere la Santa Sede contro Trump.
“La Santa Sede ha espresso rispetto per la scelta espressa dal popolo americano, caratterizzata da una forte affluenza alle urne”. Lo ha detto il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin. «Facciamo gli auguri al nuovo presidente – ha poi aggiunto il primo collaboratore di Papa Francesco – perché il suo servizio possa essere fruttuoso e assicuro anche la nostra preghiera che lo illumini e lo sostenga nel servizio della sua patria ma anche nel servizio del benessere e della pace nel mondo. C’è bisogno – ha sottolineato Parolin – di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale che è di grande lacerazione».
Fratelli d’Italia, parla di «vittoria storica», che spinge l’Ue a rendersi indipendente e sovrana. Mentre il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, commenta: «Gli Stati Uniti sopravviveranno a Trump. La mia preoccupazione è quello che accadrà a casa nostra: da questa notte l’Europa è più sola e non credo si sia attrezzata per esserlo». Una rassicurazione arriva dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri europei, Federica Mogherini, che affida a Twitter il suo commento: «I legami tra Unione europea e Stati Uniti sono più profondi di qualunque cambiamento politico. Continueremo a lavorare insieme, riscoprendo la forza dell’Europa».
«Al di là delle opinioni personali in Usa ha vinto la democrazia, e la democrazia ha sempre ragione, cosa che non succede in Italia da un po’ di tempo. È una sfida vera per l’Europa»: così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Esprime entusiasmo il segretario della Lega, Matteo Salvini: parlando a Radio Padania afferma: «Dopo la vittoria di Trump occorre guardare che cosa accade nel mondo, avere coraggio, onestà e idee chiare». E ha aggiunto: «Trump non è matto. Ce lo hanno dipinto come maniaco sessuale e invece evidentemente rappresenta gli americani. Da candidato faceva un certo tipo di discorsi, ora naturalmente ha fatto un discorso da presidente». Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, scrive su Twitter: «Renzi è il passato remoto e i Cinque Stelle non riescono a prendere posizioni più niente», quindi c’è la possibilità di vincere al referendum del 4 dicembre«Ci credevamo in pochi! Gli Americani hanno scelto #Trump. E il #4dicembre tocca a noi…! Il #ventostacambiando!!!». Laura Bianconi, presidente dei Senatori di Area popolare Ncd-Udc sostiene che «il candidato repubblicano non ha fatto altro che intercettare i nuovi bisogni dei cittadini americani, anche attraverso proposte che potevano sembrare stravaganti. Ha parlato alla pancia della gente e da quest’ultima è stato premiato a prescindere dalla mancanza di esperienza politica. Una lezione che l’Italia e l’Europa devono tenere ben a mente, in vista dei futuri impegni elettorali».
Di certo hanno perso i grandi giornali, le lobby economiche e culturali, le tecnocrazie, e il voto Usa dimostra come le stesse siano ormai irrimediabilmente distanti dalla gente comune”. Queste le parole di Mirko De Carli, dirigente del Popolo della Famiglia. “Quando si va a chiedere l’opinione di un popolo libero e sovrano, le sorprese non mancano mai: è difficile manovrare a mezzo stampa agli anglosassoni, riguardo a quale sia l’idea giusta da votare, e già lo avevamo visto in Europa con la brexit”. De Carli ritiene che dalla vittoria di Trump nasceranno nuove prospettive anche per l’opposizione italiana. “La sconfitta dei sondaggisti e della propaganda di regime, simbolo di un mondo che non ha più contatto con la realtà, riapre spazi per una comunicazione più veritiera e dalla parte dell’uomo”. Secondo De Carli, ridiventa possibile “un bagno di verità”, nel quale le famiglie “potranno tornare a farsi sentire per la ricostruzione di una società più a loro misura, e quindi a misura d’uomo; comunque vada, il no al referendum renziano sarà solo una tappa di passaggio”. Nel merito, De Carli osserva che assieme a Hillary – candidata di Wall Street e delle lobby abortiste – “ha perso il cinismo disumano delle tecnocrazie, hanno perso gli aborti a nascita parziale, i suicidi assistiti (nonostante quello che hanno decretato certi referendum), e tutta una visione individualista della società che mostra oggi più che mai tutta la sua disumanità”. De Carli conclude affermando che “è stato scampato un serio pericolo per tutto il mondo occidentale, e ora è il momento di ricostruire, tenendo nuovamente presente l’idea del bene comune e della sovranità dei popoli, e andando oltre i falsi concetti di solidarietà e di inclusione dei progressisti”.
Il leader del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi ci ha personalmente dichiarato: “La vittoria di Trump per me non è una sorpresa. I Media non conoscono i veri Stati Uniti. Un paese impoverito che ha 43 milioni di poveri veri, dove non esistono strutture di tutela ed era chiaro che la rabbia della classe media sarebbe esplosa. Inutili i tentativi dei media italiani di raccontarla come una rabbia razzista. In Florida gli ispani hanno votato per Trump e non è un caso. L’immigrato regolare vede infatti come pericoloso l’immigrato clandestino che mette a rischio il suo conquistato benessere. Trump ha stravinto nel voto Popolare dove è emerso il maggior divario tra lui e la Clinton. Hillary era vista come un elemento di continuità di Obama mentre Trump, seppure il suo programma possa apparire duro e da valutare, offre nuove speranze agli americani. Tutto questo metterà in difficoltà Renzi e l’Europa dove si continua a pensare a devastare la famiglia e ad aiutare le lobby ed i diritti omosessuali. Per Renzi un nuovo campanello d’allarme in vista del Referendum del 4 dicembre.”.
Già il referendum alle porte ma la vittoria di Trump ha diviso ancor di più l’Italia. Di prima mattina, dopo il responso delle urne statunitensi già si notavano le prime difficoltà per molti. I media cercavano di far ruotare la discussione sugli errori dei sondaggi, sul voto di protesta e sulla deriva pericolosa verso destra degli USA. In strada invece si sentiva la tensione. In Italia chi sta con Renzi o con la sinistra non ha ‘digerito’ l’affronto statunitense. Particolarmente tra le donne in carriera o le single convinte si tocca con mano un certo smarrimento: “Trump è contro di noi, non ci rispetta, ci tratta come animali” e giù con gli attacchi. Ma non è così, questo è quello che ci hanno raccontato per mesi ma che voi, lettori della Croce non avete sentito da noi perché non corrispondente a Verità. Non che Trump sia la persona più rispettosa del ‘gentil sesso’ ma non è ancora esperto di ‘politichese’ e per lui parlare con gli amici e scherzare con loro era forse più importante che pensare a come i media avrebbero usato le sue parole per strumentalizzarle.
Poi pesa la mancata conoscenza. Spesso in Italia si creano giudizi seguendo le correnti, i pareri sentiti ai telegiornali o letti sulla carta stampata che influenzano chi si fida troppo di quel che sente e non studia con i propri mezzi la realtà dei fatti. Manca la preparazione politica in molti cittadini italiani alla quale bisognerebbe mettere mano.
Personalmente questa mattina accompagnando i bimbi a scuola ho avuto “l’ardire” di festeggiare con alcuni amici il trionfo di Trump con la massima serenità. Già la serenità che non ho visto in alcuni sguardi di chi non era d’accordo ed aveva tutta l’intenzione di provocare e litigare anche alla presenza di bambini. Ma le arti marziali (il controllo che insegnano ad avere) e soprattutto Fede e coscienza sono un valido aiuto contro chi non desidera cambiamenti, non accetta il responso delle urne ma vuole soltanto la salvaguardia del proprio orticello, dei propri diritti, del proprio Ego e spesso del proprio inutile e dannoso parassitismo.
Negli USA ha vinto Trump, ora attendiamo il 4 Dicembre per modificare qualcosa anche in Italia e far capire ad alcuni che è tempo di fare le valigie perché “ Noi non dimentichiamo” chi non ha mantenuto le promesse per la salvaguardia della propria poltrona.




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