Politica – Mettere in campo una squadra forte e competitiva di candidati in un collegio gigantesco” qual è l’Europa, presentandosi con un “programma serio, responsabile e realizzabile, che darà risposte agli italiani all’estero”, rendendoli protagonisti di quella ripresa che il governo Draghi aveva avviato e alla quale si punta ancora, con il sogno di farlo sotto l’abbraccio degli “Stati Uniti d’Europa”. Questo l’obiettivo di Azione – Italia Viva. Parola di Massimo Ungaro, deputato uscente di Italia Viva eletto all’estero, che oggi ha presentato alla Camera i candidati del terzo polo in Europa alle elezioni politiche del 25 settembre.
Tra loro lo stesso Ungaro, che si ripresenta, ha detto, dopo aver “lavorato tanto” in favore degli italiani all’estero e aver “ottenuto tante cose”: dalla riapertura del Consolato d’Italia a Manchester al ripristino dell’esenzione Imu al 50% sulla prima casa per i pensionati italiani all’estero, dal potenziamento degli sgravi fiscali per il rientro dei “cervelli” all’accesso ai vaccini Covid per i connazionali residenti all’estero e bloccati in Italia durante la pandemia.
Vissuto 18 anni in tre città europee, a Vienna, Parigi e dal 2005 a Londra, Massimo Ungaro ha ribadito il “disgusto” degli italiani all’estero per la “caduta improvvisa” del governo Draghi, causata da un “becero populismo” che domani potrebbe “mettere a rischio” i fondi del PNRR. “Andremo in Europa per chiedere il voto e per far avanzare l’agenda Draghi”, ha assicurato. “Ci presentiamo con un programma serio, responsabile e realizzabile, che darà risposte anche agli italiani all’estero” e nel contempo li renderà parte integrante del processo di rilancio del Paese e di una “crescita economica che sia inclusiva e sostenibile”: dal salario minimo universale alla transizione ecologica.
“Noi vogliamo gli Stati Uniti d’Europa”, ha detto Ungaro parlando della “fine del diritto di veto” e del “rilancio di una Europa sociale” e sottolineando ancora una volta che il governo Draghi è sinonimo di “europeismo” e “atlantismo”.
Massimo Ungaro avvierà la propria campagna elettorale a Eindhoven, in Olanda, e poi il 6 settembre parteciperà al lancio del programma simbolicamente nel Paese che ha scelto la Brexit, quello in cui è residente, la Gran Bretagna. “Mi ricandido per riportare in Italia serietà, professionalità e competenza nelle istituzioni”, ha aggiunto, puntando alla “redistribuzione delle opportunità”, alla “meritocrazia” e al “buon funzionamento della pubblica amministrazione”. Come i suoi colleghi di avventura, presenti oggi al suo fianco: alla Camera Tatiana Gaudimonte, Laura Garavini, Barbara Gallino, Giovanni Pacialeo ed Emanuela Rossini e al Senato Angelo Renzetti e Tipu Golam.
Tatiana Gaudimonte è la referente estero di Azione. Milanese, dopo un passaggio da Londra, dal 2010 vive a Zurigo, è madre single di due adolescenti ed ha avviato un’attività indipendente come biologa nutrizionista. È entrata qualche tempo fa nel partito di Calenda, perché da sempre rivolge una “grandissima attenzione agli italiani all’estero”. Non a caso, ha rivendicato, Azione-Italia Viva è “l’unico partito” in lizza alle politiche che ha nel proprio programma un “intero capitolo totalmente dedicato agli italiani all’estero”. Questo, ha aggiunto, perché gli italiani all’estero sono una “risorsa” e vanno considerati “membri attivi della comunità”, garantendo loro quei “diritti di rappresentatività e di cura” – dai servizi consolari alla lingua e cultura – senza i quali la disaffezione dell’espatriato rispetto al voto e il conseguente astensionismo sono destinati ad aumentare.
Come Ungaro torna a candidarsi anche Laura Garavini, senatrice uscente che questa volta si presenta alla Camera dei deputati “per portare avanti le battaglie iniziate” – dall’abolizione dell’Imu per gli iscritti Aire alle risorse destinate a lingua e cultura alla digitalizzazione dei servizi consolari – e per “per rendere migliore la vita dei connazionali all’estero e più moderna ed europea l’Italia”. Garavini ha rivendicato il lavoro svolto in passato e i successi ottenuti in materia fiscale, consolare e per le scuole italiane all’estero e si è detta “fiera” di aver sostenuto il governo Draghi. “La mia biografia dimostra che sono una persona della quale italiane e italiani in Europa si possono fidare”, anche perché “conosco gli italiani nel mondo” e le realtà in cui vivono, così come gli altri candidati. Da qui l’appello ad un voto, quello per Azione-Italia Viva, che Garavini ha definito “utilissimo”, ancor più all’estero, non solo perché “noi vogliamo portare avanti le buone politiche riformiste messe in campo dal governo Draghi”, ma anche per evitare “che il secondo o il terzo seggio vadano ad una destra pericolosa o ai populisti dei cinque stelle”. Invitando gli elettori a consultare il suo programma nel dettaglio sul sito Garavini.eu, la senatrice IV ha concluso: “bisogna fermare l’avanzata di destre e sovranisti. Con questo voto decidiamo il futuro dell’Italia nei prossimi cinque anni”.
“Molto turbata” dalla caduta del governo Draghi di cui pure si era sentita “molto orgogliosa come italiana all’estero” si è detta Barbara Gallino, genovese, una laurea in giurisprudenza, da 23 anni a Londra, dove lavora nel campo della comunicazione e come giornalista per diverse testate italiane. Ha confessato di non aver mai perso la speranza di tornare un giorno in Italia, ma “le condizioni per il rientro non si sono mai materializzate”, sino a quando ha compreso che non poteva “aspettare passivamente” me ha iniziato ad esplorare la “scena politica italiana” sino ad iscriversi ad Azione, cui offre il proprio contributo dal 2019. Gallino ha puntato il dito contro i “puri calcoli opportunistici” che hanno fatto cadere il governo Draghi “nonostante la crescita senza precedenti” che ha impresso al Paese e ha osservato quanto sia “importante continuare su questo solco”. Azione e Italia Viva condividono questa visione e il loro programma. Quanto alla sua candidatura, Gallino ha affermato di voler contrastare le “discriminazioni in atto contro italiani all’estero, a partire dai servizi più basici come il rilascio del passaporto, garantendo loro i diritti più fondamentali” anche attraverso una maggiore digitalizzazione della Pubblica Amministrazione all’estero. Importante per Gallini è anche sanare lo “scollamento” fra politica e cittadini “attraverso l’ascolto”, ovvero potenziando i Comites e garantendo una maggiore vicinanza e “accessibilità” degli eletti all’estero.
Italobengalese, da 12 anni residente nel Regno Unito dove lavora come mediatore culturale, Tipu Golam è uno dei due candidati al Senato, con l’intento di “rappresentare nuovi italiani a livello istituzionale e nazionale”. È al secondo mandato come consigliere del Comites di Londra e dunque è a conoscenza delle problematiche che riguardano gli italiani nel Regno Unito. Per questo, se eletto, lavorerà anche per avere un “servizio consolare efficiente” e per “favorire uno scambio culturale vivo che crei un legame forte tra italiani residenti in Italia e italiani all’estero”, specie se di seconda e terza generazione, che troppo poco sanno del loro Paese di origine. Senza dimenticare l’attesa riforma di Comites e Cgie, quanto mai importanti ora che gli italiani all’estero godono di una rappresentanza diretta.
Da Reggio Calabria a Monaco di Baviera, passando per Londra, Giovanni Pacialeo è impegnato nel settore sanitario tedesco ed è parte della compagine di Azione Estero, per cui è candidato alla Camera. Del partito, ha raccontato, una buona percentuale è rappresentata da giovani dell’ultima ondata migratoria, che non rappresentano “solo un pool di pochi voti, ma sono una fucina, una risorsa che può contribuire alla crescita del Paese”. L’Italia, ha aggiunto, ha bisogno di una “alternativa politica forte. Noi possiamo contribuire a un nuovo inizio”.
Cresciuta in Gran Bretagna, Emanuela Rossini porta nel progetto di Azione-Italia Viva l’esperienza maturata nel gruppo Misto come componente delle minoranze linguistiche, per cui ha lavorato in questa legislatura come vice presidente della Commissione politiche europee. Rossini ha seguito qui “tutti i dossier più importanti” ed è consapevole della necessità per gli italiani all’estero di “portare avanti la propria cultura e i legami con la comunità di provenienza”, all’interno però di un “destino comune”, quello di una Unione Europea “sempre più unita e integrata”. un’Europa che funziona, come ha dimostrato il progetto Next Generation EU. D’altra parte, ha osservato Rossini, “gli italiani all’estero già vivono la doppia cittadinanza, italiana ed europea” e spingono sempre più verso “una Europa politica e non solo normativa”. Ecco perché sarà “cruciale” lavorare nei prossimi mesi per l’attuazione del Pnrr, “non solo per non perdere la fiducia istituzioni europee, ma anche per attuare quelle riforme che anche all’estero aspettano da tempo”.
Ha chiuso gli interventi Angelo Renzetti, capolista al Senato, in collegamento da Lugano, in Svizzera, dove vive dal 1964. Architetto di professione, è entrato quest’anno a far parte del Comites di Lugano. Si tratta della sua prima esperienza politica, ma, ha confessato, “ho sempre avuto una sensibilità per quanto accadeva in Italia”, specie per la questione dei frontalieri, tanto sentita al confine. Condividendo “pienamente” i punti espressi dai colleghi candidati, Renzetti ha motivato la sua scelta di entrare nelle file di Azione con la volontà di puntare ancora su Mario Draghi: “quello che ha fatto lui non l’ha mai fatto nessuno, specie in un momento così difficile”, ha detto, parlando di una “credibilità” che ha inorgoglito gli italiani all’estero.
“In Europa per il terzo partito sarà una sfida tra noi e il M5S”, ha infine chiosato Massimo Ungaro, senza tergiversare. “Possiamo farcela però dobbiamo mettercela tutta”, ha aggiunto. “Noi siamo una proposta vera per risollevare il nostro Paese. Non facciamoci abbindolare dai populisti. Noi l’Europa unita la vogliamo sul serio e lo andremo a dire in ogni dove”