POLITICA – GIORGIA MELONI ED IL SUPERBONUS

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POLITICA – Il governo ha convocato per oggi pomeriggio a palazzo Chigi i vertici delle associazioni di categoria interessate dal nuovo dl Superbonus. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha convocato lunedì alle 17,15 i presidenti dell’Ance Federica Brancaccio, di Confindustria Carlo Bonomi, di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, di Confapi Cristian Camisa e dell’alleanza delle Cooperative Italiane Maurizio Gardini.

E il premier Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità del decreto varato dal governo che ha bloccato la cessione dei crediti dei bonus edilizi, a partire dal superbonus, creando tensioni all’interno della stessa maggioranza e facendo insorgere associazioni di categoria e opposizioni. Il decreto che ha introdotto le agevolazioni fiscali “ci è costato 105 miliardi e ci sono state moltissime truffe per circa 9 miliardi di euro. Ogni cittadino ha pagato 2.000 euro“, ha spiegato.  Quello del Superbonus, ha aggiunto, era un provvedimento “scritto male, che ha causato moltissimi problemi” con “rischi devastanti” per il bilancio pubblico.

Spunta intanto l’ipotesi della cartolarizzazione dei crediti per trovare un punto di equilibrio. Potrebbe essere questa una delle soluzioni, come ha prospettato Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha aperto a modifiche, in vista del percorso parlamentare.
Non è stato bloccato il Superbonus, ma la cessione del credito agli enti locali che si stavano sostituendo al sistema bancario. Una strada percorribile è quella di valutare la cartolarizzazione dei crediti ceduti”, ha affermato Foti ospite di Agorà su Rai 3.

“Il decreto sul Superbonus oggi ha conosciuto questa misura drastica perché quella che doveva essere una misura spot è andata degenerando. Non ci possiamo permettere di non vedere una situazione che è una bomba a orologeria. Lo sapeva anche il governo Draghi, ma non è potuto intervenire per ragioni politiche”, ha aggiunto. “Tutti possiamo dire che il provvedimento può essere migliorato. Non possiamo mettere a rischio i conti pubblici. Certo che siamo pronti a modifiche”, ha detto il capogruppo FdI.

In sostanza, secondo quanto viene spiegato, un’operazione di questo genere comporterebbe che i crediti accumulati attraverso operazioni di ristrutturazione edilizia, finalizzati a migliorare la resa energetica e la stabilità degli immobili, vengano “impacchettati” in un prodotto finanziario, che viene poi collocato sul mercato attraverso una società veicolo costituita ai sensi della normativa italiana sulla cartolarizzazione di crediti. In questo modo si farebbe fronte alla crisi di liquidità, superando gli ostacoli emersi negli ultimi mesi a fronte di una situazione che ha mandato in tilt gli operatori del settore.

Fratelli d’Italia, azionista di maggioranza del governo, apre a modifiche. Il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti spiega infatti che “non possiamo mettere a rischio i conti pubblici” ma è “certo che siamo pronti a modifiche”. E una “strada percorribile”, per Foti, “è quella di valutare la cartolarizzazione dei crediti ceduti. “Il decreto sul Superbonus oggi ha conosciuto questa misura drastica perché quella che doveva essere una misura spot è andata degenerando. Non ci possiamo permettere di non vedere una situazione che è una bomba ad orologeria. Lo sapeva anche il governo Draghi, ma non è potuto intervenire per ragioni politiche”.

Una strada percorribile confermata dal vicepresidente dei deputati di FdI, Alfredo Antoniozzi: “Sul superbonus valutiamo modifiche con gli alleati, tra i quali quelli della cartolarizzazione dei crediti. Che ci fosse una grave situazione relativa alla tenuta dei conti lo sapeva pure Draghi”, ribadisce l’esponente FdI: “Voglio ricordare il nostro debito pubblico e le possibilità di aggressione speculativa che dobbiamo fronteggiare anche con misure che possono sembrare impopolari, ma che richiedono alto senso di responsabilità”.