Draghi – Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi sembra voler intervenire a piedi uniti sul calendario scolastico posticipando la chiusura delle scuole già da questo 2021.
L’obbiettivo del premier incaricato è quello di far recuperare agli studenti “i numerosi giorni persi”.
Secondo Draghi la scuola non è che si sia fermata del tutto durante la pandemia, ma è fuor di dubbio che gli alunni hanno dovuto fare a meno di parecchio tempo didatticamente importante. Dunque, secondo il ragionamento del Professore, si dovrà recuperare il terreno perduto nei prossimi mesi. Non solo: è opportuno anche che ci si organizzi in anticipo, così da arrivare a settembre con una ripartenza senza incognite.
Le “cose devono essere in ordine”, le parole di Alessandro Fusacchia (deputato di Centro Democratico-Italiani in Europa), giunte dopo le consultazioni. Fusacchia ha quindi aggiunto: “C’è un ragionamento da fare su come organizzare questo recupero di mesi persi. Draghi ha condiviso un primo ragionamento su cose strutturali, che hanno a che fare con il calendario scolastico per prepararsi per tempo a settembre dell’anno prossimo. E c’è un lavoro da fare in questi mesi per riprendere il prima possibile a fare scuola”.
Draghi pare che abbia lasciato capire che ci sarebbe l’obbiettivo di prolungare il calendario scolastico, come riporta il Corriere della Sera. Ciò significa che le lezioni potrebbero essere procrastinate fino al periodo estivo.
“Se si tratta di un prolungamento moderato, lo si può anche prendere in considerazione. E’ chiaro che non si può pensare di far stare alunni e docenti a scuola tutta l’estate”, ha commentato il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli che ha aggiunto: “Tuttavia, per ora è prematuro parlarne. Faremo una valutazione quando i dettagli dell’ipotesi saranno chiari”.
Draghi ha anche parlato delle cattedre vacanti, che non sono poche nel sistema scolastico italiano. A settembre 2020 le cattedre scoperte erano circa 50mila. Poi in autunno è partito un concorso straordinario, sospeso e poi ripartito a gennaio, che ha avuto il fine di stabilizzare quei prof con più di 36 mesi di servizio. Per quel che concerne i concorsi ordinari invece tutto è bloccato per via dell’emergenza sanitaria.