Michelle Bachelet al Senato: “L’odio cresce nei messaggi, togliamo tossine ai social”

306

Michelle Bachelet – Difesa dei diritti umani, rispetto delle minoranze, contrasto all’odio. C’è molto da ascoltare (ma anche criticare) nel discorso che Michelle Bachelet, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ex presidente del Cile, ha fatto al Senato, ospite della commissione presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre. Un discorso che vale per il mondo, ma molto anche per l’Italia. Con una premessa drammatica: «L’odio aumenta». Dice Michelle Bachelet: «C’è bisogno di proibire l’incitamento all’odio e alla violenza. Come Commissione delle Nazioni Unite, abbiamo predisposto il Piano di azione di Rabat, con un test per capire se un discorso è d’incitamento all’odio. Sul nostro sito, il test è in 32 lingue, italiano compreso. Ora, i social media sono un mezzo importante di diffusione dell’odio online. Ne abbiamo avuto tanti esempi. La stessa senatrice Segre è stata vittima di odio online. E io mi unisco allo sgomento degli italiani. Dobbiamo quindi togliere le tossine dai social». Ma rimuovere valanghe di post trasudanti odio non è sufficiente. Occorre andare alle origini dell’odio. «Servono politiche inclusive da parte dei governi. Serve educazione e conoscenza verso l’altro, il diverso, la minoranza. Serve capire che la diversità è un valore». E comunque la bonifica dei social non dev’essere demandata solo alle piattaforme digitali, che pure secondo Bachelet devono fare molto di più. «Servono leggi che definiscano, in maniera trasparente, che cosa sono i messaggi d’odio. E qui dobbiamo fare molta attenzione, perché sta accadendo in molti Paesi che siano state varate leggi contro i crimini d’odio, ma in realtà vengono utilizzare per reprimere il dissenso».

Per garantire che siano colpiti i messaggi d’odio, allora, secondo l’Alto commissario Onu occorre una massiccia dose di trasparenza da parte degli Stati, e un «assoluto equilibrio tra la libertà di espressione e la tutela dei diritti umani e delle minoranze». Con l’arrivo del Covid, poi, «questa tendenza all’odio che c’era in tutto il mondo è stata esacerbata, al punto che ora minaccia i valori di giustizia, libertà, rispetto dei diritti, e ci porta a ulteriori conflitti». La pandemia è stata un potente acceleratore di processi negativi. Bachelet cita ad esempio le paure che crescono nelle donne di origine africana che sono in Italia e hanno la percezione di poter essere discriminate sia sul lavoro, sia nell’accesso ai servizi. «Ed è vero che il Covid non discrimina. Ma il suo impatto colpisce di più chi era già discriminato». Il Covid, peraltro, è un esempio perfetto di come le crisi scatenino paure irrazionali. «C’è chi in Occidente se l’è presa con i cinesi. Nei Paesi arabi, hanno creduto che la colpa fosse degli europei. Qualcuno ha accusato le comunità Lgbt». E anche la frattura tra Si Vax e No Vax tracima spesso nell’odio.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *