IMMIGRAZIONE – PIANTEDOSI REPLICA AL COLLEGA FRANCESE DARMANIN

258

Immigrazione – “La reazione che la Francia sta avendo di fronte alla richiesta di dare accoglienza a 234 migranti – quando l’Italia ne ha accolti 90 mila solo quest’anno – è totalmente incomprensibile di fronte ai continui richiami alla solidarietà dovuta a queste persone. Ma dimostra anche quanto la postura delle altre nazioni di fronte all’immigrazione illegale sia ferma e determinata. Quello che non capiamo è in ragione di cosa l’Italia dovrebbe accettare di buon grado qualcosa che gli altri non sono disposti ad accettare”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a seguito delle dichiarazioni del ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, in merito alla vicenda Ocean Viking.
Dopo aver annunciato che accoglierà la nave con i 234 migranti a bordo, il Ministro dell’interno francese ha annunciato la sospensione dell’accoglienza prevista di 3.500 rifugiati attualmente in Italia e invitato “tutti gli altri partecipanti” al meccanismo di ricollocamento europeo dei migranti, in particolare la Germania, a sospendere l’accoglienza dei profughi giunti in Italia.
In Italia, ricorda Piantedosi, “quest’anno sono sbarcate quasi 90.000 persone. Tredici paesi europei si sono impegnati a ricollocare complessivamente circa 8.000 persone, meno di un decimo. Finora ne sono state ricollocate in tutto 117 (lo 0,13% degli arrivati), di cui in Francia 38 (lo 0,04%). A fronte di questi ricollocamenti assolutamente insufficienti, – denuncia il ministro italiano – si vuole imporre il principio che l’Italia sia l’unico approdo d’Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando così un flusso di ingressi in notevole crescita in questi ultimi tre anni. La solidarietà europea viene sbandierata ma l’Italia ha affrontato finora questo problema da sola e il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà”.
Aggiunge Piantedosi che quindi, “è evidente che l’Italia non potrà dare la propria adesione a soluzioni per un Patto europeo non adeguatamente bilanciato tra misure di solidarietà e di responsabilità. I Paesi di primo ingresso non possono, infatti, da soli sopportare l’onere di una responsabilità esclusiva nella gestione dei flussi”, ha concluso il titolare del Viminale, aggiungendo che “per questo noi continuiamo a sostenere che la soluzione più seria è lavorare insieme per fermare le partenze dal nord Africa”