Politica – Ecco, a seguire, tutte le linee guida stabilite dal governo sul Green pass nei luoghi di lavoro secondo il Dpcm approvato.
Il Presidente del Consiglio , Mario Draghi, su proposta del Ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Ministro della salute, Roberto Speranza, ha consegnato con dpcm le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde COVID-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre.
Nel documento viene inoltre specificato che il sistema Tessera sanitaria “acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della Piattaforma” del Green Pass, “i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde Covid-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività”, incluse quelle di lavoro, per le quali è previsto l’obbligo della certificazione. Viene poi fatto “esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle Certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle previste dal presente articolo le informazioni rilevate dalla lettura dei QR code e le informazioni fornite in esito ai controlli. In caso di utilizzo di tale modalità di verifica da parte del datore di lavoro, resta salvo quanto previsto dagli articoli 88 del Regolamento (UE) 2016/679 e 113 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196”.
Il decreto interviene per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni.
Le verifiche potranno avvenire attraverso:
– l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura;
– per gli enti pubblici aderenti alla Piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze, l’interazione asincrona tra la stessa e la Piattaforma nazionale-DGC;
– per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, l’interazione asincrona tra il Portale istituzionale INPS e la Piattaforma nazionale-DGC;
– per le amministrazioni pubbliche con almeno 1.000 dipendenti, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi operativi di gestione del personale e la Piattaforma nazionale-DGC.
Scatta l’obbligo del Green pass
Dal 15 ottobre sarà obbligatorio il Green Pass sui luoghi di lavoro. Occorrerà quindi mostrare di esserne in possesso e per facilitare il flusso di entrata e uscita. Senza certificato i lavoratori dovranno essere allontanati. Ogni giorno di mancato servizio è considerato assenza ingiustificata, in nessun caso è previsto il licenziamento.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, su proposta del Ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Ministro della salute, Roberto Speranza, ha adottato con Dpcm le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre.
“Con le linee guida sul Green pass, adottate oggi dal presidente Draghi con Dpcm, e con il mio decreto sul rientro in presenza, si completa la cornice per garantire dal 15 ottobre il ritorno della Pubblica amministrazione alla sua piena operatività, a partire dagli sportelli e dal back office”. Lo sottolinea il ministro della P.A. Renato Brunetta.
Il Governo nel Dpcm prevede l’utilizzo di un pacchetto di sviluppo per applicazioni, rilasciato dal Ministero della Salute con licenza open source, che consente di integrare nei sistemi di controllo degli accessi, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, le funzionalità di verifica della Certificazione verde Covid-19, mediante la lettura del QR code.
In attesa della piattaforma vale anche il cartaceo
“Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid-19 da parte della piattaforma nazionale Dgc, i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano” una delle condizioni per il rilascio della certificazione verde (vaccinazione, avvenuta guarigione o effettuazione del tampone)”.
App per verifiche Green pass, vietato conservare il Qr code
Controlli con la App, quotidiani e a rotazione in modo da coinvolgere tutto il personale, niente contribuiti e ferie oltre allo stipendio per chi non ha il certificato verde e risulta assente, divieto per le aziende di conservare il Qr code dei dipendenti, che arriverà anche per chi è esentato per motivi di salute dal vaccino. E ancora, verifiche anticipate non oltre le 48 ore in caso si debbano organizzare turni di lavoro e possibilità per chi si è immunizzato all’estero con i vaccini autorizzati di avere la certificazione.
Con l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro alle porte, arrivano i Dpcm che integrano il decreto che ha introdotto l’obbligatorietà e definiscono le regole con le quali milioni di italiani – dipendenti pubblici, privati e autonomi – conviveranno da venerdì.
Due sono i provvedimenti adottati da palazzo Chigi e firmati dal presidente del Consiglio Mario Draghi: il primo, su proposta dei ministri della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e della Salute Roberto Speranza, riguarda le linee guida relative all’obbligo della certificazione nella pubblica amministrazione; il secondo, su proposta del ministro dell’Economia Daniele Franco, di quello dell’innovazione tecnologica Vittorio Colao e dello stesso Speranza, introduce una serie di strumenti informatici che consentiranno una verifica automatizzata del possesso delle certificazioni.
Polemica sulla circolare per i portuali
Misure alle quali se ne aggiunge una terza, una circolare – anzi due – del Viminale sulla possibilità per le aziende portuali di offrire gratis i tamponi ai propri dipendenti. Nella prima, il capo di gabinetto del ministero, per evitare che si blocchino i porti in caso di un alto numero di dipendenti senza il green pass, “raccomanda” ai prefetti di “sollecitare” le aziende affinché valutino la possibilità di mettere a disposizione gratis i tamponi. Una formula ambigua, soprattutto su chi – nel caso – dovesse pagare i test, che ha richiesto una seconda circolare.
Le aziende “potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell’acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti”. In caso decidessero di farlo, il costo sarebbe dunque a carico loro e non dello Stato. La circolare apre comunque un caso ed infatti i sindacati ne hanno subito approfittato per chiedere l’estensione della richiesta a tutto il settore dei trasporti.
Quanto alle linee guida della Pa – sulle quali c’è il via libera del Garante della Privacy – il Dpcm ribadisce che l’obbligo del pass (vale anche quello cartaceo) riguarda tutti i dipendenti pubblici ma anche quelli delle imprese dei servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione e rifornimento dei distributori automatici, i consulenti, i collaboratori, i frequentatori di corsi di formazione, i corrieri, i visitatori. Esclusi invece gli utenti.
Chi non ha il pass deve essere allontanato subito e ogni giorno di mancato servizio è considerato assenza ingiustificata (con le giornate festive e non lavorative che rientrano nel conto). Lo stipendio viene sospeso fin dal primo giorno di assenza ma “in nessun caso” si può essere licenziati. Nel periodo d’assenza, inoltre, non maturano né contributi né ferie.
E se la mancanza del dipendente dovesse comportare “un’interruzione di un servizio essenziale”? L’amministrazione, dice il Dpcm, può stabilire una convenzione con altri enti oppure utilizzare la mobilità interna tra uffici o aree diverse.
Ma come funzionano i controlli? Devono essere fatti ogni giorno, all’accesso in ufficio o anche successivamente, a tappeto o a campione in una misura non inferiore al 20% del personale in servizio e assicurando una rotazione costante. Per evitare ritardi e code all’ingresso, i datori di lavoro potranno stabilire una maggiore flessibilità negli orari di ingresso e d’uscita. Per le verifiche potrà essere utilizzata la App ‘VerificaC19’ oppure i nuovi strumenti previsti dal Dpcm, che consentiranno una verifica “quotidiana e automatizzata” rilevando solo il possesso del pass e nessun alto dato del dipendente.
Sarà possibile integrare il sistema di lettura del Qr code con i tornelli o con gli apparecchi per la rilevazione della temperatura già presenti nelle aziende e i software dialogheranno – con un’interazione asincrona – direttamente con la piattaforma nazionale che rilascia il green pass: attraverso ‘NoiPa’ per gli enti pubblici che aderiscono a questa piattaforma o con il portale Inps per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia pubblici che privati o, infine con i sistemi informativi di gestione del personale per quelle amministrazioni pubbliche che hanno almeno mille dipendenti.
Ma il Dpcm che modifica il decreto sull’obbligo del pass chiarisce anche altri due aspetti non secondari: per il datore di lavoro, pubblico e privato, c’è “l’esplicito divieto” di conservare i Qr code delle certificazioni né è possibile “in alcun caso” raccogliere i dati dei dipendenti “salvo quelli strettamente necessari” all’applicazione delle sanzioni.
Inoltre, sarà possibile richiedere il pass in anticipo al dipendente in caso si devono programmare turni aziendali, ma questo anticipo dovrà essere “strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore”.
Il Green Pass copre anche gli italiani vaccinati all’estero
L’ultimo Dpcm, ‘copre’ anche gli italiani che si sono sottoposti a vaccinazione all’estero, a lungo rimasti in un ‘limbo’ normativo.
LINEE GUIDA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi ha adottato con Dpcm le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre.
Se c’è assenza di personale ok a mobilità tra uffici
Nel caso in cui, con l’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass, “dovesse emergere una interruzione di servizio essenziale, il Sindaco o il datore di lavoro, per le altre amministrazioni, potrà attivare, in via d’urgenza, convenzioni tra enti senza particolari formalità”. Lo si legge nelle linee guida di Funzione pubblica e Ministero della salute sul personale della P.A, in cui si dispone inoltre che “agli stessi fini potrà essere adottata ogni misura di riorganizzazione interna, come mobilità tra uffici o aree diverse, idonea a fronteggiare l’eventuale impossibilità di poter impiegare personale perché sprovvisto di green pass”.
Con assenze non maturano contributi e ferie. Si perde anzianità di servizio
Per le giornate di assenza ingiustificata, dovute alla mancata presentazione del Green pass, “al lavoratore non sono dovuti né la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati, incluse tutte le componenti della retribuzione, anche di natura previdenziale, previste per la giornata lavorativa non prestata”. Lo si legge nelle linee guida sull’obbligo per la pubblica amministrazione. “I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio”.
Smart working non è alternativa
“Non sono “Non sono consentite deroghe” all’obbligo di green pass per il personale della P.A., fatta eccezione “per i soggetti esenti dalla campagna vaccinale”. E pertanto “non è consentito in alcun modo”, in quanto “elusivo” dell’obbligo, “individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione” o dell’impossibilità di esibirla. E’ quanto prevede il Dpcm con le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre.
Controllo datore lavoro Green pass anche a campione
Il datore di lavoro sarà libero di organizzare il controllo del Green pass che potrà avvenire “all’accesso, evitando ritardi e code durante le procedure di ingresso, o successivamente, a tappeto o su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale”. E’ quanto spiegano fonti di governo in relazione al Dpcm con le linee guida per i controlli nella Pubblica amministrazione. Per le verifiche si potrà usare anche la app gratuita Verifica C-19.
Flessibilità orari ingresso e uscita
Il Dpcm sul green pass nella pubblica amministrazione firmato oggi dal premier Mario Draghi prevede una maggiore flessibilità negli orari di ingresso e di uscita. Ogni amministrazione, anche al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, dovrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze. Sarà quindi consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l’inizio dell’attività lavorativa in un più ampio arco temporale.