Storie e racconti: la suora infingarda

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La suora infingarda – Questo episodio mi è stata raccontata da un prete anziano. Desidero raccontarla perché potrebbe fare del bene a ciascuno di noi che siamo convinti di essere padroni di una vera fede. Sembra una fiaba di altri tempi, eppure, è di una attualità sconvolgente.

In un paesino tra le verdi montagne, di una regione ricca di vegetazione, era ubicato un antico convento di suore. La vita trascorreva serena e scandita dal suono delle campane e dalle ore del salterio. Ogni suora viveva nell’intento di soddisfare con dovizia i suoi compiti che le erano stati assegnati dalla madre superiore (Madre Serafina della bontà divina). Tra le suore c’era suor Clementina dell’amore infinito che era un modello di santità e di conforto per tutte le consorelle. Un giorno la suora chiese udienza alla madre superiora e disse: “madre desidero domandarvi se posso aumentare le mie preghiere e il tempo di adorazione”. La madre superiore chiese il motivo e la suora rispose: “oh madre, lo Sposo si è nascosto al mio cuore”. La madre superiore concesse il permesso. Dopo qualche giorno la suora chiese di poter aumentare il tempo della penitenza (frustate e privazioni) per lo stesso motivo: lo Sposo non si faceva trovare. La madre, titubante, concesse il permesso. Dopo qualche tempo la suora piangendo chiese alla madre di poter restare sveglia la notte per fare compagnia allo Sposo, nella cappellina del convento, che tardava a venire a far visita al suo cuore. La madre superiore disse di no. L’insistenza della suora e le sue lacrime convinsero la madre a cedere. Un sabato si recò al convento Padre Pancrazio, un uomo vegliardo di 85 anni, che si dedicava alla confessione delle suore, che non potevano uscire essendo di clausura. Quando arrivò il tempo di suor Clementina dell’amore infinito, padre Pancrazio chiese se avesse commesso peccati e la risposta fu di no, però, la suora si lamentò che lo Sposo, nonostante tanti permessi chiesti alla madre superiora, tardava a farsi sentire nel suo cuore. Padre Pancrazio sorrise e per penitenza disse: figliuola, dirai una bestemmi la mattina a colazione e un’altra la sera dopo cena, prima di andare a letto. Suor Clementina rimase senza parole, mentre Padre Pancrazio andò via. La suora corse dalla madre superiora a raccontare l’accaduto e la madre, con le mani tra i capelli, disse: povere noi, Padre Pancrazio è uscito fuori di senno. Bisogna subito avvisare il vescovo. Prese il telefono e chiamò la curia. Ottenuta udienza telefonica la madre disse: Eccellenza, mi perdoni se sono stata costretta a disturbarla ma devo domandare umilmente di sostituire Padre Pancrazio, come confessore, perché è uscito di senno. Il vescovo domandò: cosa ha fatto di tanto grave? La madre superiora: Eccellenza, ha dato per penitenza ad una suora, la più santa del convento, di recitare una bestemmia al mattino e un’altra la sera. Il vescovo per nulla sorpreso rispose: Reverenda madre, non posso modificare ma solo confermare la penitenza e dica alla suora di aggiungere una bestemmia a pranzo. (Padre Pancrazio era stato il professore di teologia morale del giovane vescovo tanto tempo prima). La madre sconvolta comunica a suor Clementina dell’amore infinito la decisione del vescovo. Furono giorni di dolore e di pianti. Suor Clementina dimagriva a vista d’occhio e tutte le consorelle ebbero l’ordine di pregare per lei. Intanto, era impossibile bestemmiare lo Sposo e l’angoscia fece salire la febbre alla povera suora. Cosa fare? Una suorina, suor Ermenegilda del soccorso divino, fece una proposta: Perché non facciamo confessare, sabato prossimo, suor Clementina per prima in modo da domandare a padre Pancrazio di modificare la penitenza? Arrivò il sabato e la suora, sostenuta dalle consorelle, fu portata al confessionale. Si inginocchiò e disse: Padre, umilmente vi chiedo di cambiare la penitenza, sono pronta anche ad andare in ginocchio, con il vostro permesso, al Santuario della Vergine che dista 10 miglia. Padre Pancrazio rispose sorridendo: cosa hai fatto di così grave per andare in ginocchio al Santuario della Santa Vergine? Padre, io non ho fatto nulla, lei mi ha dato per penitenza di dire le due bestemmie al mattino e alla sera. Il Padre disse: è cosa c’è di male a dire due bestemmie? La suora piangendo disse: Padre non posso bestemmiare il mio Sposo. Allora Padre Pancrazio divenne serio e disse: Suora infingarda, chi è questo sposo che se dici due bestemmie ti ascolta, tanto da avere paura, mentre se gli dici mille volte ti amo è sordo e assente? Chi sei tu da dubitare dell’amore di Dio? Umiliati al suo cospetto e ama senza consolazione, perché Dio è l’Amore infinito e ascolta ogni battito del tuo cuore. Ti è stata tolta la penitenza ma ricordati di non dubitare più del tuo Sposo. Vai in pace.
Questa storia ci deve far riflettere: siamo noi che siamo agitati e infingardi o è Dio che è sordo?
P. S.
Infingardo e colui che vive nell’inerzia e nella passività e pensa troppo a sé stesso.
(fratello Luigi Maria)



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