1952: Elisabetta II diventa regina

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Elisabetta – Figlia maggiore del Duca di York, che in seguito diventerà re con il nome di Giorgio VI, e di sua moglie Elisabetta, prima Duchessa di York e poi regina consorte, divenne erede al trono nel 1936, anno dell’abdicazione di suo zio Edoardo VIII. Dopo aver servito nella Auxiliary Territorial Service durante la Seconda guerra mondiale, nel 1947 sposa il principe Filippo Mountbatten dal quale ha avuto quattro figli: Carlo, principe del Galles, Anna, principessa reale, Andrea, duca di York, ed Edoardo, conte di Wessex.

Diventa regina all’età di venticinque anni alla morte del padre, il 6 febbraio 1952, venendo poi incoronata il 2 giugno 1953 nell’Abbazia di Westminster. Durante il suo regno ha assistito ad importanti cambiamenti tra i quali la devoluzione del potere nel Regno Unito, la vicenda del rimpatrio della costituzione canadese e la decolonizzazione in Africa con il rafforzamento del Commonwealth delle nazioni di cui è Capo. Ad oggi, il suo regno è il più lungo di tutta la storia britannica, avendo superato il 9 settembre 2015 il precedente record detenuto dalla sua trisavola Vittoria di 63 anni, 7 mesi e 2 giorni (pari a 23 226 giorni), ed è il più lungo in assoluto per una regina.
Nel momento dell’ascesa di Elisabetta al trono le è stato chiesto, dal suo segretario privato, con quale nome avrebbe voluto regnare, e la regina rispose: “Il mio, naturalmente, che altro? A Londra, fu proclamata: “regina Elisabetta II, per grazia di Dio Regina di questo Regno e di altri suoi Regni e Territori, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede”. Nella vita comune la regina viene comunemente chiamata The Queen (“la regina”) o Her Majesty (“Sua Maestà”). In una conversazione con la regina, la pratica è cominciare con l’appellativo Your Majesty (“Vostra Maestà”) e successivamente utilizzare semplicemente Ma’am (“Signora”).

Partiamo dalla personalità della regina. Elisabetta ha idee conservatrici in materia di religione, moralità e affari di famiglia. Ha un forte senso dei doveri religiosi e prende seriamente il giuramento della sua incoronazione. Questa è una ragione per cui è considerata improbabile la sua abdicazione. Come sua madre, biasimò Edoardo VIII per avere abbandonato il suo ruolo e obbligato suo padre a diventare re, cosa che pensava avesse accorciato la sua vita di parecchi anni. Per anni rifiutò di acconsentire alla relazione del figlio Carlo, principe del Galles con Camilla Shand, poi duchessa di Cornovaglia. Le vedute politiche di Elisabetta sono di certo meno manifeste (non ha mai detto o fatto niente in pubblico che potesse rivelarle). Conserva relazioni cordiali con i politici di tutti i partiti. Si crede che i suoi Primi Ministri preferiti siano stati Winston Churchill, Harold Macmillan e Harold Wilson. Tra i meno amati ci fu indubbiamente Margaret Thatcher, con la quale ebbe un rapporto altalenante. Si pensa che abbia avuto un buon invece rapporto con Tony Blair, durante i primi anni del suo ufficio di Primo ministro; comunque, era diventato evidente negli ultimi periodi che i suoi rapporti con Blair si fossero induriti. La regina pensava infatti che lui non la tenesse sufficientemente informata riguardo agli affari di Stato. I soli argomenti pubblici sui quali la regina renda pubbliche le sue opinioni sono quelli riguardanti l’unità dei suoi regni, inclusi Canada e Regno Unito. Ha parlato in favore della continuità di unione di Inghilterra e Scozia, facendo irritare alcuni nazionalisti scozzesi. I suoi discorsi di lode per l’Accordo del Venerdì Santo in Irlanda del Nord hanno sollevato alcune lamentele da parte di alcuni Unionisti nel Partito Unionista Democratico che si erano opposti all’intesa. Poi, anche se non parlando direttamente contro la Sovranità del Québec in Canada, ha pubblicamente lodato l’unità del Canada e espresso chiaramente il suo desiderio di continuare a vedere un Canada unito.

Anche se frequenta molti eventi culturali, nella vita privata si dice che la regina abbia poco interesse per cultura e arte. I suoi principali interessi sono le corse dei cavalli, la fotografia ef i cani, dei quali la sua razza preferita è il welsh corgi pembroke. La regina ne ha posseduti molti durante la sua vita, e sono passati alla storia come Corgi reali.
È tifosa della squadra di calcio londinese dell’Arsenal.
L’immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita, partendo dal rigore che si era autoimposta, anche se resta riservata in pubblico. È stata vista ridere, sorridere e commuoversi, e si è visto che ha versato alcune lacrime durante alcune cerimonie ufficiali come nel giorno di commemorazione del 2002 o al funerale della sorella Margaret.
La regina invia un annuale Messaggio di Natale (Queen’s Christmas Message) al Commonwealth (eccettuato il 1969). Da quando è diventata regina, Elisabetta II passa circa tre ore al giorno con il cosiddetto “doing the boxes”, cioè a leggere i documenti di stato che provengono dai vari ministeri, uffici governativi e ambasciate. Questo, con i colloqui che tiene, le permette di restare aggiornata sugli eventi.

Ma torniamo alle origini della regina.
Elisabetta è nata al n. 17 di Bruton Street a Mayfair (Londra) alle ore 02:40 del 21 aprile 1926 ed è stata battezzata nella cappella privata di Buckingham Palace dall’Arcivescovo di York. Suo padre era il principe Albert (poi re Giorgio VI), figlio secondogenito del re Giorgio V del Regno Unito e della moglie Maria di Teck. Sua madre era Elizabeth Bowes-Lyon, duchessa di York, figlia di Claude George Bowes-Lyon, conte di Strathmore and Kinghorne. Le venne imposto il nome di sua madre, mentre i suoi due nomi successivi sono quelli rispettivamente della bisnonna paterna, la regina Alessandra, e della nonna paterna, la regina Maria di Tech. Dai familiari più vicini fu, comunque, sempre chiamata “Lilibet” soprannome che lei stessa si diede. Ebbe un buon rapporto specialmente con il nonno Giorgio V e le fu dato il merito di averlo sostenuto durante la malattia che lo colpì nel 1929. Come nipote del regnante britannico per la linea di discendenza maschile, aveva il titolo di “Sua Altezza reale” (Her Royal Highness), precisamente “S.A.R. Principessa Elisabetta di York”. Alla nascita risultava terza nella linea di successione al trono britannico, preceduta dallo zio Edoardo e dal padre. Nonostante l’interesse che la sua nascita destò, la sua ascesa al trono era considerata altamente improbabile, dal momento che suo zio Edoardo era ancora giovane e molti pensavano che in un futuro non lontano si sarebbe sposato e avrebbe avuto degli eredi.
Quando Giorgio V, morì nel 1936 e suo zio divenne Re, Elisabetta divenne seconda nella linea di successione al trono. Tuttavia, il 10 dicembre dello stesso anno, suo zio firmò l’atto di abdicazione, evento culminante di una crisi costituzionale generata dal suo fidanzamento con la divorziata Wallis Simpson. Di conseguenza, suo padre venne incoronato Re con il nome di Giorgio VI e lei divenne, all’età di dieci anni, “erede presuntiva”: se i suoi genitori avessero avuto un figlio maschio, lei sarebbe ritornata ad essere seconda nella linea di successione al trono mentre suo fratello sarebbe divenuto primo nella linea ed “erede apparente.
Ebbe solo una sorella, la principessa Margaret, nata nel 1930. Le due principesse furono istruite a casa, sotto la supervisione della madre e della loro governante, Marion Crawford, chiamata affettuosamente “Crawfie”. Le lezioni si concentravano sulla storia, la lingua, la letteratura e la musica. Studiò storia con C. H. K. Marten, prevosto del collegio di Eton, e le vennero insegnate alcune lingue moderne, come il francese (che parla correntemente).
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, nel settembre del 1939, la giovane Elisabetta aveva 13 anni. Ci furono suggerimenti affinché le principesse venissero trasferite in Canada, al sicuro dai bombardamenti aerei, ma la madre si rifiutò di prenderli in considerazione, dicendo: “Le bambine non se ne andranno senza di me. Io non me ne andrò senza il Re. E il re non se ne andrà mai”. Lei e la sorella minore Margaret furono evacuate al castello di Balmoral, in Scozia, fino al Natale del 1939. In seguito si spostarono alla residenza di Sandringham, nella contea di Norfolk. Dal febbraio al maggio del 1940 le due principesse vissero presso il Royal Lodge, a Windsor, ed infine si stabilirono nel castello, dove rimasero per buona parte dei successivi cinque anni.

Nel 1940 la quattordicenne Elisabetta fece il suo primo annuncio radiofonico, durante il programma Children’s Hour, trasmesso dalla BBC, indirizzandolo ad altri bambini che, come lei, erano stati evacuati. La principessa disse: “Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare i nostri valorosi marinai, i soldati e gli aviatori e stiamo anche cercando di sopportare la nostra parte di pericolo e di tristezza per la guerra. Tutti noi sappiamo che, alla fine, tutto andrà per il meglio.” Nel 1943 Elisabetta compì la sua prima apparizione pubblica da sola, durante una visita alle Grenadier Guards, delle quali era divenuta colonnello l’anno precedente. All’avvicinarsi del suo diciottesimo compleanno, il Parlamento cambiò la normativa e le permise di essere nominata “Consigliere di Stato”, così da poter sostituire suo padre in caso di incapacità o assenza.

Elisabetta incontrò per la prima volta il suo futuro marito, il Principe Filippo di Grecia e Danimarca, nel 1934 e, poi, nel 1937. Egli risulta essere un suo cugino di terzo grado: entrambi sono trisnipoti della regina Vittoria e diretti discendenti di Cristiano IX di Danimarca. Filippo inoltre è nipote di re Giorgio I di Grecia, ma prima del matrimonio dovette rinunciare alla pretesa al trono di Grecia, e da allora fu chiamato semplicemente tenente Filippo Mountbatten. Dopo un altro incontro presso la Royal Naval College di Dartmouth, nel luglio del 1939, Elisabetta, allora solo tredicenne, disse di essersi innamorata di Filippo ed iniziò uno scambio di lettere con lui. Il 9 luglio 1947, quando lei aveva ventuno anni, il loro fidanzamento fu ufficialmente annunciato. Il fidanzamento destò critiche: Filippo non era di statura economica adeguata, era nato all’estero (anche se aveva servito nella Royal Navy durante la Seconda guerra mondiale) e aveva sorelle sposate con aristocratici tedeschi legati al Nazismo. Marion Crawford scrisse: “Alcuni consiglieri del Re non lo ritennero abbastanza adeguato per lei. Era un principe senza una casa e senza regno. Alcuni giornali dissero di tutto sulle sue origini straniere. Solo anni dopo, la Regina Madre ammise al suo biografo che Filippo era “un gentiluomo inglese”. Dopo aver rinunciato ai suoi precedenti titoli, Filippo Mountbatten si convertì dal Cristianesimo ortodosso all’Anglicanesimo. Poco prima del matrimonio fu nominato Duca di Edimburgo e gli fu conferito il titolo di “Sua Altezza Reale” (His Royal Highness).

Elisabetta e Filippo si sposarono il 20 novembre 1947 presso l’Abbazia di Westminster. Dopo le nozze i coniugi abitarono a Clarence House, a Londra. Il 14 novembre 1948 vide la luce il loro primo figlio, il Principe Carlo. Diverse settimane prima erano state emesse “lettere patenti” affinché i figli della coppia potessero godere di diritti principeschi e reali, ai quali, altrimenti, non avrebbero avuto diritto perché sarebbero stati considerati come figli di un duca. Nel 1950 nacque la secondogenita Anna, nel 1960 il terzo figlio Andrea, e infine Edoardo, nato nel 1964. Benché la casata reale si chiami Windsor, è stato decretato per mezzo di un Order-in-Council del 1960 che i discendenti di Elisabetta e Filippo possano portare il cognome personale di Mountbatten-Windsor. Nel frattempo la salute di Giorgio VI, già affetto da tumore ai polmoni, declinò vistosamente nel 1951 ed Elisabetta dovette sostituirlo in numerosi eventi pubblici e visite ufficiali: si recò, infatti, in Grecia, in Italia e a Malta. Nell’ottobre dello stesso anno visitò il Canada e si recò a Washington D.C. per incontrare il Presidente Truman. Durante questi ultimi viaggi, il segretario privato della Principessa, Martin Charteris, portò con sé una bozza della dichiarazione di successione, da usare nel caso in cui il Re fosse morto mentre Elisabetta si trovava all’estero.


Nel gennaio 1952 Elisabetta e Filippo partirono per un lungo viaggio, diretti in Australia e Nuova Zelanda, e passando per i territori africani. Fu proprio mentre la coppia si trovava in visita ufficiale in Kenya che la Principessa venne informata della morte del padre, avvenuta a seguito di un infarto il 6 febbraio 1952. Fu il marito Filippo a dare la notizia alla nuova regina. Venne proclamata Regina in tutti i suoi regni, mentre la coppia reale e tutto il loro seguito fecero ritorno nel Regno Unito- Fu la prima monarca britannica dall’Atto di Unione del 1800 a trovarsi fuori dal Regno Unito al momento della successione al trono. L’albergo dove la coppia reale alloggiava, il “Treetops Hotel” divenne un’attrazione turistica negli anni successivi. Con la successione, sembrò probabile che la Casa reale inglese potesse cambiare nome e assumere quello del marito della regnante, divenendo Casa reale di Mountbatten. Il Primo ministro Winston Churchill, insieme con la nonna di Elisabetta, Maria di Teck, si opposero, favorendo il mantenimento del nome Windsor. Così, il 9 aprile 1952, Elisabetta rilasciò una dichiarazione affermando che la Casa reale inglese avrebbe continuato a chiamarsi Windsor. Il Duca di Edimburgo, tuttavia, si lamentò dicendo: “Sono l’unico uomo in tutta la nazione che non può dare il suo nome ai propri figli.”. Nel 1960, dopo la morte di Maria di Teck e le dimissioni di Winston Churchill, il cognome Mountbatten-Windsor fu adottato per i discendenti dei coniugi reali che non fossero titolari di titoli reali.
Durante le preparazioni per l’incoronazione, la Principessa Margaret espresse alla sorella il desiderio di sposare Peter Townsend, uomo divorziato di sedici anni più vecchio, già padre di due figli. La Regina le chiese di aspettare un anno, secondo molti nella speranza che la relazione si concludesse prima. In molti erano contrari all’unione e la stessa Chiesa d’Inghilterra, di cui la Regina è a capo, non permetteva il matrimonio di un divorziato. Se la Principessa avesse contratto un matrimonio civile, sarebbe stata costretta a rinunciare ai suoi titoli. Alla fine, decise di abbandonare i suoi piani con Townsend. Nel 1960 sposerà Anthony Armstrong-Jones, per poi divorziare nel 1978. Sin dalla nascita di Elisabetta, l’Impero britannico aveva proseguito la sua trasformazione nel Commonwealth delle nazioni. Nel 1952, anno della sua successione al trono, il suo ruolo come capo di Stato di numerosi stati indipendenti era, dunque, già consolidato. Nel 1953 la Regina e il marito partirono per un lungo viaggio intorno al mondo della durata di sette mesi, con lo scopo di visitare tredici Stati per un totale di più di 65 000 km (40 000 miglia) di percorso. Divenne il primo regnante dell’Australia e della Nuova Zelanda a visitare tali nazioni. L’abitudine di compiere viaggi contrassegnerà tutto il suo regno e la farà diventare il capo di Stato che ha viaggiato di più nella storia, davanti a papa Giovanni Paolo II
Nel 1977 Elisabetta II festeggiò il suo Giubileo d’Argento, il venticinquesimo anniversario della sua ascesa al trono. Festeggiamenti ed eventi speciali ebbero luogo in tutto il Commonwealth, spesso in occasione dei suoi viaggi nei vari Paesi. Le celebrazioni riaffermarono la popolarità di cui la regina godeva presso i suoi sudditi. Nel 1979 due eventi colpirono in maniera diretta la vita della sovrana: in primo luogo, venne alla luce che Anthony Blunt, ex-Surveyor of the Queen’s Pictures (curatore della collezione reale di opere artistiche), era una spia al servizio dell’Unione sovietica, e, infine, la morte di Lord Mountbatten, ex-tutore di Filippo e parente a lei molto vicino, assassinato dalla Provisional IRA
Durante la Sfilata della bandiera del 1981, sei mesi prima del matrimonio tra il principe Carlo e lady Diana Spencer, sei colpi di arma da fuoco furono sparati da distanza ravvicinata contro la regina, nel momento in cui essa stava percorrendo a cavallo The Mall. In seguito, la polizia scoprì che si trattava di colpi a salve. Un giovane diciassettenne, Marcus Sarjeant, venne riconosciuto colpevole dell’atto e condannato a cinque anni di prigione, di cui ne scontò solo tre. Nell’ottobre dello stesso anno, la regina fu obiettivo di un secondo attacco a Dunedin, in Nuova Zelanda, compiuto questa con una. 22 Long Rifle dal quinto piano di un edificio che affacciava sulla parata. L’attentatore, Christofer John Lewis fu arrestato, ma condannato solo per possesso illegale di arma da fuoco.
Nel 1982, allo scoppio della Guerra delle Falklands, la regina seguì con attenzione e preoccupazione lo sviluppo degli avvenimenti, che per lei ebbero anche un risvolto anche personale, dal momento che il suo terzo figlio, il principe Andrea, era membro delle forze armate inglesi impegnate nelle azioni militari. Il 9 luglio dello stesso anno Elisabetta II trovò al risveglio un intruso seduto sulla sponda del letto. Il tale, Michael Fagan, era riuscito ad eludere il dispositivo di sicurezza ed entrare indisturbato a Buckingham Palace, fino a giungere negli appartamenti privati della sovrana. Questo evento costituisce, ad oggi, la più grave infrazione compiuta nel palazzo e una delle più gravi falle dei servizi di sicurezza, che giunsero dalla sovrana solamente dopo due chiamate.
Gli anni Ottanta segnarono anche l’inizio di un legame di amicizia tra la sovrana inglese e il Presidente americano Ronald Reagan, il quale fu ospitato nel 1982 al Castello di Windsor. L’anno successivo, durante la sua visita negli Stati Uniti, la regina si recherà in California, ospite presso il Rancho del Cielo, una tenuta di campagna di proprietà di Reagan,
In un discorso tenuto il 24 novembre 1992, in occasione del quarantesimo anniversario della sua ascesa al trono, la regina si riferì al 1992 come un vero e proprio Annus Horribilis. In quell’anno, infatti, sentimenti repubblicani cominciarono a diffondersi nel Regno Unito a causa di stime fatte dalla stampa riguardo alla ricchezza complessiva della sovrana. Ciò si andò ad aggiungere a notizie riguardanti tradimenti e crisi matrimoniali in atto presso la famiglia reale a marzo, il principe Andrea, secondo figlio della regina, si separò dalla moglie, Sarah Ferguson, mentre il mese successivo fu la principessa Anna a divorziare dal capitano Mark Philips. Ad ottobre, durante una visita di stato in Germania, un gruppo di manifestanti violenti le lanciò uova addosso a Dresda. Infine, a novembre, un vasto incendio si sviluppò all’interno del Castello di Windsor, danneggiando gravemente parte dell’edificio. Nel dicembre 1992, il principe Carlo e sua moglie, Diana Spancer, si separarono formalmente, ma rivelazioni sullo stato della loro relazione continuarono a susseguirsi negli anni successivi. Nonostante il momento difficile, gli indici di gradimento della sovrana continuavano a rimanere alti e il sentimento repubblicano restava una minoranza.
Solo un anno dopo il divorzio tra Diana e Carlo, nell’agosto 1997, Diana morì in un incidente stradale a Parigi. Al momento dei fatti, Elisabetta II si trovava presso il castello di Balmoral con la sua famiglia. I figli di Carlo e Diana, i principi William ed Harry, vollero partecipare alla messa del mattino e vi furono accompagnati da Elisabetta e dal marito Filippo all’alba del giorno dopo. Dopo tale apparizione pubblica, per cinque giorni consecutivi la famiglia reale non si mostrò in pubblico nel tentativo di proteggere i giovani nipoti dall’assalto dei media. Tuttavia, il ritiro autoimposto dei sovrani e il rifiuto di issare la bandiera a mezz’asta sopra Buckingham Palace suscitò una reazione di forte disappunto presso la popolazione. Tali reazioni obbligarono di fatto Elisabetta II a far ritorno a Londra, da dove trasmise un messaggio televisivo rivolto alla nazione, esprimendo la sua ammirazione per Diana e i suoi sentimenti “di nonna” nei confronti dei due principi. Subito dopo il messaggio, gran parte dell’ostilità nei confronti della sovrana svanì. Nel novembre 1997, la regina celebrò insieme al marito Filippo il cinquantesimo anniversario del loro matrimonio, tenendo un ricevimento presso la Banqueting House. Durante la serata tenne un discorso ed elogiò Filippo per il suo ruolo di consorte, riferendosi a lui come “mia forza e mio sostegno”. Nel 2002, Elisabetta II celebrò il suo Giubileo d’Oro (Golden Jubilee), che segna il cinquantesimo anniversario della sua ascesa al trono.
L’anno del Giubileo, tuttavia, coincise con le morti, nel giro di pochi mesi, della sorella della regina, la principessa Margaret, a febbraio, e della regina Madre, avvenuta nel mese di marzo. Nel novembre 2007 Elisabetta II divenne la prima monarca inglese a celebrare il sessantesimo anniversario di matrimonio (nozze di diamante). Inoltre, dal 21 dicembre 2007 è divenuta il più anziano sovrano britannico di tutti i tempi. l 6 febbraio 2017, Elisabetta II diventa il primo sovrano britannico a celebrare un Giubileo di Zaffiro, cioè il sessantacinquesimo anniversario della sua ascesa al trono, preferendo, tuttavia, non festeggiare come fatto in precedenza ma piuttosto ritirarsi in una “silenziosa contemplazione” ricordando la morte di suo padre.
Il 20 novembre celebra privatamente, assieme al marito, il proprio settantesimo anniversario di matrimonio. Ad oggi Elisabetta II non ha intenzione di abdicare in favore di suo figlio Carlo, il quale, tuttavia, da tempo ha iniziato a rappresentare la madre in sempre più occasioni ufficiali. Il 21 aprile 2019 la regina ha celebrato il suo novantatreesimo compleanno. Il 5 aprile 2020 la regina registra un video messaggio indirizzato alla nazione parlando della pandemia di COVID-19 del 2019-2021: è stata la quarta volta nella storia del suo regno, escludendo l’annuale messaggio di Natale, in cui si è rivolta ai sudditi (le precedenti sono state la Guerra del Golfo nel 1991, la morte di Diana Spencer nel 1997 e la morte della Regina madre nel 2002)




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