Movienerd – Futuro prossimo: una guerra devastante e gli eventi climatici hanno distrutto le infrastrutture e riportato il mondo a uno stato selvaggio. La cosiddetta “civiltà” si concentra in sparute e chiuse cittadelle, mentre nelle zone periferiche e abbandonate imperversano bande di fuorilegge che compiono razzie e spargono il terrore. Questo e molto altro troviamo ne “La guerra di Cam” di Laura Muscardin.
I protagonisti della storia, un ragazzino di nome Cam e sua sorella Dede, intraprendono un viaggio alla ricerca di una via di fuga verso il mare, ultima possibilità di salvarsi e trovare la libertà. Per raggiungere i porti, devono attraversare lande abbandonate dove spadroneggiano milizie armate e avidi trafficanti di esseri umani; un itinerario spaventoso in balia di un mondo spietato. È un viaggio lungo, estremamente pericoloso, e presto il ragazzino s’imbatte in un misterioso frate gravemente ferito…
L’ambientazione distopica colloca il “cuore di tenebra” di Cam in uno scenario apocalittico, futuristico, frutto di un grande lavoro di ricerca inizialmente ispirato al progetto “Incompiuto” della crew artistica Alterazioni Video. La luce e i colori naturali raccontano simultaneamente una natura contaminata dalla devastazione del mondo che ha ripreso possesso del pianeta seppellendo i resti della civiltà contemporanea.
Elemento centrale del film è il suono, che definisce una dimensione di costante inquietudine: un filo che tiene insieme le emozioni e che costituisce lo sfondo su cui si snoda la trama musicale della colonna sonora, affidata a Pescheria, laboratorio creativo indipendente che opera nel territorio di Roma Est. Nell’individuare i contributi musicali si è scelto di riunire artisti che potessero raccontare le atmosfere sospese della storia attraverso la scelta di brani legati da una comune ricerca. Troviamo quindi i suoni sintetici e le divagazioni acustiche di Tropicantesimo e Steve Pepe, così come le sperimentazioni psichedeliche di Cacao, l’elettronica rallentata di Front de Cadeaux e l’incursione techno di dj Muf.
La Guerra di Cam è un attraversamento infernale, una metafora rovesciata che racconta molto del nostro presente, un viaggio iniziatico che lancia un’ancora di salvezza verso un approdo di consapevolezza.
La regista sul suo film: La Guerra di Cam è un racconto di formazione, un’immersione nel “cuore di tenebra” del mondo da parte di un ragazzino dall’anima pura che, perso il riferimento affettivo ma iperprotettivo di sua madre, è costretto ad affrontare per la prima volta da solo tutte le sfide di un mondo completamente in balia di guerra e violenza. A guidarlo c’è solo il desiderio quasi irrealizzabile di ritrovare sua sorella e arrivare insieme al mare, il luogo della speranza di cui tutti vagheggiano ma pochissimi riescono a raggiungere. Perché tra il sogno e la realtà c’è di mezzo una landa sconfinata, battuta dalle milizie che uccidono la popolazione e dai cacciatori di taglie che, mascherati da traghettatori, in realtà catturano chi cerca di arrivare ai barconi per farli prigionieri.
Nel mondo di Cam la civiltà come la conosciamo è finita a causa di una serie di eventi distruttivi climatici e non solo. Tutto quello che sappiamo è che da anni è in corso una guerra, non si sa se chimica e militare e trae ispirazione dalle realtà più povere del nostro pianeta come l’Africa o la Siria, con le carovane di migranti si mettono in il miraggio di una vita migliore ma anche a tutto ciò che sta accadendo intorno a noi, distruzione ecologica, crisi sociali, pandemia.
In un contesto del genere, sopravvivere è l’unica cosa che conta. Per questo ogni personaggio è costretto a cedere alla violenza e al suo lato oscuro.
Ed è quello che succede anche a Cam, che a differenza di tutti non cede all’istinto di sopravvivere e basta ma mette a rischio l’unica cosa che ha, la sua vita, per trovare sua sorella. È un viaggio che lo costringerà a crescere, che gli farà fare i conti con le bugie protettive che gli ha sempre detto sua madre e con gli insegnamenti del Frate, una figura paterna che non ha nessuna intenzione di indorargli la pillola e vuole educarlo alla violenza come unica possibilità di raggiungere i suoi obiettivi. Perché in un mondo che fa della violenza e della sopraffazione un’arma, rimanere puri, come gli dice il Frate significa solo morire.
Il film è un permeato di riferimenti al cinema di Sergio Leone e Duccio Tessari e ispirato alla letteratura western apocalittica del Cormac McCarthy Meridiano di sangue e The Road, ma anche dal John Lansdale de La Foresta. L’ambientazione di questa storia è dichiaratamente un mondo diverso dal mondo western classico, è uno scenario possibile che possiede necessariamente elementi contemporanei. Del western rimangono i suoni e le situazioni. Un vento forte e continuo accompagna il viaggio dei protagonisti tra architetture incompiute e orizzonti deserti mentre la luce e i paesaggi naturali raccontano al tempo stesso una natura contaminata dalla devastazione umana ma anche tornata padrona. Così come elementi più arcaici del territorio convivono con i resti della civiltà contemporanea.