MOVIENERD – DIRE L’INDICIBILE

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MOVIENERD – Il massacro subito da Massimo Ceccherini mi è sembrato subito ingiusto. Già questa prima frase mette l’articolo che state leggendo e me stesso che lo sto scrivendo nella categoria “reietti”. Esistono alcuni argomenti su cui scattano tagliole ideologiche che vietano di esprimere il pensiero, qualsiasi sia l’argomentazione. Così gli stessi che paragonano Israele a Hitler oggi puntano il dito contro il comico toscano definendolo “antisemita”, gli stessi che urlano “cessate il fuoco” su Gaza hanno con uguale intensità sostenuto l’invio massiccio di armi a Zelensky per fare proseguire quell’altra guerra, in una serie di cortocircuiti logici spaventosi. In una nota trasmissione radiofonica il co-conduttore ebreo era felice di dar bordone a coloro che con attitudine violenta impedivano le presentazioni dei miei libri, l’altro giorno all’università con le stesse modalità gli hanno impedito di parlare in quanto ebreo e giustamente se ne adontava. Quando la subisci, insomma, capisci che ferita è la violenta limitazione della libertà di espressione, dettata da stupidi conformismi. E capisci che bisogna allenarsi a dire l’indicibile, perché ormai solo l’indicibile ci scuote e molto spesso è indicibile perché è vero. Per questo difendo la tenera innocenza di Ceccherini, che intimidito è corso a scusarsi di aver detto quel che non si può dire. Cioè la verità.

Ceccherini ha detto in una trasmissione Rai che agli Oscar il film di cui lui è stato tra gli sceneggiatori, Io Capitano di Matteo Garrone, non avrebbe vinto perché la statuetta sarebbe finita agli “ebrei”, cioè al film Zona di interesse che riguarda la serena vita dei capi nazisti a margine dell’orrore di Auschwitz. Lo ha detto e così è stato. Era prevedibile? Sì. Ceccherini si è sbagliato? No. Ha detto la verità? Sì. Ma la verità è indicibile.
I film sulla Shoah spesso vincono perché sono molto ben fatti, questo non fa eccezione. Vincono perché la Shoah è ferita infinitamente sanguinante, emotivamente fortissima, è il male assoluto e cinematograficamente il male è il tema che funziona di più, non si fanno film su belle giornate in cui non accade nulla di male. Più il male è orribile, più è narrativamente interessante. Nel sistema cinematografico molti ebrei svolgono ruoli centrali, sia dal punto di vista artistico che produttivo, quindi per tutti questi fattori il “tema olocausto” ha portato a vincere agli Oscar tanti film da Schindler’s list a La Vita è bella, dalla strepitosa Meryl Streep de La scelta di Sophie a La zona di interesse. Sono tutti fatti, è tutto vero: il tema è cinematograficamente efficace, gli ebrei lo hanno a cuore, l’intero mondo ne viene smosso, molti ebrei sono artisticamente e produttivamente potenti nel sistema cinema, di conseguenza vincono spesso agli Oscar. I fratelli Weinstein, prima della damnatio toccata ad Harvey, per decenni ne sono state le star, da produttori e distributori. Steven Spielberg è stato nominato agli Oscar 23 volte e ne ha vinti 3, Woody Allen 24 volte e ne ha vinti 4, Billy Wilder 21 volte e ne ha vinti 6, l’elenco di attori e registi di origini ebraiche nominati e premiati è infinito, decine di volte superiore a quelli di origine musulmana o induista, eppure gli ebrei nel mondo sono pochi milioni, musulmani e indù sono miliardi. Ne deriva una serie di dati di fatto: nel sistema cinematografico gli ebrei sono potenti, hanno una tradizione professionale nel settore di assoluta eccellenza, il tema dell’Olocausto è uno dei temi narrativamente più efficaci. Dunque Ceccherini, dicendo l’indicibile, diceva il vero. La probabilità che la Zona di interesse vincesse era altissima. E ha vinto. Per le ragioni che Ceccherini ha apoditticamente sintetizzato nella frase “vincono sempre gli ebrei”.
Attenzione, questo non è un articolo su Ceccherini, né sulla potenza degli ebrei, né sui premi Oscar ai film a tema Olocausto. Meno che mai è un articolo antisemita, sfido chiunque a definirmi così. Questo è un articolo che prova a spingervi a non temere di dire l’indicibile, se avete argomenti seri e logici che vi fanno pensare che l’indicibile sia vero. Non fatevi intimidire, esponetevi ed esponete le vostre idee, non la date vinta alle vestali che alzano e abbassano la sbarra delle parole che si possono o non si possono esprimere. Che poi vi massacrano per non farvi parlare, salvo accorgersi che se legittimi quel tipo di trattamento ne finiranno loro stessi vittime. E ricordatevi che quando scatta tanta agitazione attorno ad una frase che pare sgradevole, spesso quella frase è vera. Nessuno si agita se dici che l’asino vola. Di questi tempi, se dici la verità invece vieni trattato da appestato. Pensate al Papa sul tema del negoziare la pace piuttosto che far proseguire la guerra. È una triste lezione che faccio fatica ad apprendere. Per questo tifo per chi ha il coraggio (misto ad ingenuità) di dire l’indicibile ed a farlo mi attrezzo io stesso.
(Mario Adinolfi)



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