Movienerd – L’attore protagonista Antony Hopkins: “Lavorare a questo film mi ha fatto concentrare sulla mia mortalità. Ho 82 anni e sono riuscito a superare l’età che aveva mio padre quando è morto. Penso di aver capito Anthony fin dall’inizio: per certi aspetti è stato come interpretare mio padre”. “ Alla domanda è stato il suo ultimo film risponde: “Morirei se smettessi di lavorare. Penso di essere un vecchio guerriero! Un sopravvissuto”.
THE FATHER – NULLA È COME SEMBRA è tratto dall’ opera teatrale “Il padre”(Le père) scritta da Florian Zeller e andata in scena per la prima volta a Parigi nel 2012, conquistando un premio Molière per la Miglior commedia, prima di debuttare a Broadway e nel West End londinese, dove ha ottenuto premi Tony e Olivier per il Miglior attore (rispettivamente a Frank Langella e Kenneth Cranham). Zeller firma la regia dell’adattamento cinematografico – il suo esordio nel lungometraggio – girato a Londra da una sceneggiatura che ha scritto a quattro mani con Christopher Hampton (ESPIAZIONE, LE RELAZIONI PERICOLOSE).
Accanto ai premi Oscar Anthony Hopkins e Olivia Colman, completano il cast del film Mark Gatiss (LA FAVORITA, la serie televisiva Sherlock), Imogen Poots (GREEN ROOM, NON BUTTIAMOCI GIÙ), Rufus Sewell (JUDY, la serie televisiva L’uomo nell’alto castello) e Olivia Williams (VICTORIA E ABDUL, AN EDUCATION).
Nel film Antony Hopkins interpreta il ruolo del protagonista, un uomo malizioso e molto indipendente che, con l’avanzare dell’età, rifiuta qualunque assistenza da parte di sua figlia Anne (Olivia Colman). Tuttavia, una forma di aiuto diventa essenziale a seguito della decisione di Anne di trasferirsi a Parigi con il suo partner. Mentre cerca di dare un senso alle sue mutate circostanze di vita, il padre di Anne comincia a dubitare delle persone a lui care, della sua mente e persino del tessuto della sua realtà. Smarrito in un labirinto di domande senza risposta, Anthony cerca disperatamente di capire che cosa stia succedendo attorno a lui.
The father è il racconto di un uomo la cui realtà si sgretola pian piano davanti a nostri occhi.
Al suo esordio alla regia cinematografica il pluripremiato drammaturgo francese Florian Zeller che firma la sceneggiatura insieme al suo collaboratore di lunga data e traduttore Christopher Hampton. Florian dirige un sensazionale cast capitanato da Anthony Hopkins e Olivia Colman nei panni dell’anziano padre e della figlia di mezza età che lottano per adattarsi alle mutate circostanze di vita.
Florian Zeller, che è passato al cinema dal mondo del teatro, è abituato a costruire con il pubblico un rapporto che egli descrive ludico e giocoso. Lontano dal consueto ruolo di mezzo d’espressione naturalistico, il film consentirà agli spettatori di scoprire che quello che vedremo sullo schermo non necessariamente ci restituirà una versione autentica del mondo.
Nel film percepiamo la realtà attraverso il prisma dello stato confusionale del personaggio di Anthony, man mano che la sua demenza mette in moto un graduale declino che coinvolge ogni aspetto della sua vita quotidiana. Ma non si tratta solo di un film sulla demenza senile e Anthony Hopkins è molto più di un inaffidabile narratore. È al centro di una lotta che regala elementi sia del thriller che dell’horror – con la mente d Anthony nel ruolo di un’incessante nemesi. Nelle parole del regista, il pubblico dovrebbe provare la sensazione di “cercare a tastoni la strada in un labirinto”.
Malgrado un tema apparentemente cupo, The father – nulla è come sembra è costruito su fondamenta di empatia umana, con momenti di ilarità e persino con un senso di gioia. Il film celebra l’indissolubile legame che esiste tra un genitore e una figlia mentre partono abbracciati per un viaggio verso l’ignoto.
Il regista e sceneggiatore Florian Zeller ci racconta alcune curiosità sul film: “Il padre” esiste innanzitutto come opera teatrale. L’ho scritta nel 2012 per Robert Hirsch che ha magistralmente impersonato il protagonista sul palcoscenico per oltre tre anni. Sono rimasto al suo fianco per tutto quel tempo e oggi sono in grado di affermare che conosco questa storia dall’interno e che non ignoro alcuno dei percorsi che intraprende o dei sentimenti che evoca. Da allora è andata in scena in oltre 35 paesi diversi e ho avuto la grande fortuna di seguire la maggior parte di queste produzioni. Quello che mi ha davvero colpito, in qualunque paese, è stata la straordinaria reazione del pubblico alla pièce. Affronta un argomento che malgrado sia doloroso, riguarda ciascuno di noi. Tutti noi abbiamo intravisto in un nonno, in un genitore o in una persona altrettanto cara, le prime inquietanti avvisaglie della perdita della ragione. E a quel punto chi di noi, con il cuore pesante, non si è fatto domande sul passare del tempo e su quello che comporta a livello personale?
Ma sono anche convinto che la reazione del pubblico sia stata così forte perché l’opera utilizza una strategia narrativa originale: gli spettatori si trovano dentro la mente del protagonista, ma se ne rendono conto solo gradualmente. Dunque anche nella versione cinematografica, il pubblico sarà invitato a essere testimone in prima persona dell’esperienza della demenza. Ci tenevo che il film preservasse questa immediatezza per gli spettatori. Inoltre, dal momento che mi stava a cuore che sia il film sia la sceneggiatura fossero esuberanti, ho chiesto a Christopher Hampton di adattare il testo per il grande schermo. Sono convinto che il film non farà che amplificare ed estendere l’inedita narrazione di forte impatto emotivo proposta in primo luogo dalla sceneggiatura teatrale.
Il film è quasi interamente girato in un teatro di posa. L’appartamento di Anthony diventerà uno dei personaggi principali. Via via che la storia si dipana, subirà una serie di trasformazioni, spiazzando ulteriormente sia il pubblico che il protagonista.
Il film si aprirà su un registro simile a quello del thriller e uno dei principali punti di forza sarà la suspense. Ci porremo le stesse domande che si pone il protagonista: “che cosa sta succedendo attorno a me?”.
Tuttavia la preoccupazione spesso cederà il passo a momenti di comicità e assisteremo all’energica e a tratti crudele ed esilarante lotta di un uomo convinto di essere ancora lucido e più che mai determinato a contrastare chiunque creda che non lo sia.
Se la tendenza estetica sarà inequivocabilmente realista, la costruzione del film non seguirà una realtà costante: coesisteranno vari livelli di realtà, molte azioni saranno in contraddizione e i personaggi non appariranno avere sempre la stessa identità. Chi sta realmente parlando? Chi esiste veramente? E chi è questa donna che sostiene di essere sua figlia?
Voglio che questo film eviti ogni forma di ottusità e spero al contrario che possa ispirare un’immensa lucidità e un profondo senso di umanità. Porteremo il pubblico a provare la costernazione del protagonista e a commuoversi per il suo sgomento e per la vulnerabilità e insicurezza che ciascuno di noi sperimenterà quando si avvicinerà la fine della nostra vita”.