Movienerd – “Il caso Pantani: l’omicidio di un campione” è un noir contemporaneo, un thriller, ma anche un film d’inchiesta, un biopic, un film drammatico. Una ricostruzione accurata e
avvincente della vita del campione romagnolo che svelerà particolari inediti sulla sua morte. È il racconto di Marco e delle tre fasi della sua breve vita: tre anime, tre interpreti, un solo uomo. È la storia di un uomo appassionato e tenace e delle sue contraddizioni. Una storia che va raccontata per cercare di conoscerne tutta la verità!
A 16 anni dalla scomparsa del Pirata, finalmente un film porta sul grande schermo la sua storia.
Il caso Pantani è un noir contemporaneo, un thriller, ma anche un film d’inchiesta, un biopic, un film drammatico. Una ricostruzione accurata e avvincente della vita del campione romagnolo che svelerà particolari inediti sulla sua morte.
Un film, sceneggiato e diretto da Domenico Ciolfi, che non racconta solo la discesa agli inferi e la scomparsa di un uomo, ma intende mettere in luce tutto ciò che concerne l’ipocrisia della società contemporanea e le sue contraddizioni.
“Chi ha ucciso Marco Pantani e’ ancora libero”. La battaglia per arrivare alla verita’ sulla morte del grande campione di ciclismo non e’ finita. A 16 anni dalla scomparsa del Pirata, un film porta sul grande schermo la sua storia: “Il Caso Pantani – L’omicidio di un Campione”, diretto da Domenico Ciolfi, sara’ distribuito da Koch Media in oltre 300 sale.
Marco Pantani è stato ucciso due volte: a Madonna di Campiglio, vittima di una provetta manipolata e dalla criminalità organizzata e a Rimini, cinque anni dopo, dove verrà trovato solo, disteso a terra, a petto nudo, il giorno di San Valentino.
È il racconto di Marco e delle tre fasi della sua breve vita: tre anime, tre interpreti, un solo uomo. Il caso Pantani è la storia di un atleta che è diventato un mito. Un mito che è stato distrutto. Una vittima che non ha ancora avuto giustizia. È la storia di un uomo appassionato e tenace e delle sue contraddizioni. Una storia che merita di essere raccontata.
5 giugno 1999. A seguito di un controllo antidoping nell’Hotel Touring di Madonna di Campiglio, Marco Pantani viene escluso dal Giro d’Italia che sta conducendo trionfalmente.
Il “Pirata” urla al complotto. Appena ventiquattro ore prima il mondo era ai suoi piedi. Ora tutti gli voltano le spalle. Marco è un guerriero inviso a molti, che è già caduto tante volte e tante volte si è rialzato, tornando a vincere e stravincere. Abituato com’è ad andare più forte degli altri “perché l’agonia della fatica finisca prima”, anche in questa occasione promette battaglia, giurando al mondo d’esser pulito e di avere intenzione di dimostrarlo. Ma la vita è più vigliacca di mille salite e quell’estate di fine millennio segna per il campione l’inizio dell’ultima tappa, quella che non porterà alle celebrazioni di un traguardo, ma a una drammatica discesa agli inferi e alla morte.
Passeranno quindici anni prima che una procura italiana accolga le prove di un coinvolgimento della criminalità organizzata dietro il sabotaggio delle sue analisi. La sua vita, purtroppo, finirà molto prima.
Lo ritroveranno la sera del 14 febbraio di cinque anni dopo. Solo, disteso a terra, a petto nudo. Intorno a lui i segni di una lotta furiosa contro tutti o contro qualcuno.
L’inchiesta chiusa in soli 55 giorni lascerà solo dubbi e nessuna certezza.
Il regista Domenico Ciolfi sul suo film: “Il Caso Pantani è un noir contemporaneo, un thriller, un film d’inchiesta, un drammainteriore che svela le contraddizioni e l’ipocrisia della società contemporanea.
L’indagine che intende portare avanti è anche e soprattutto intima, sulla personalità e sulle emozioni di un uomo eletto a mito. Si tratta forse del film più documentato scritto sulla figura del Pirata durante gli ultimi anni che vanno dal 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio fino alla tragedia di Rimini, il 14 febbraio di cinque anni dopo.
Abbiamo pensato a questo film con la volontà di raccontare al pubblico il dramma personale di un uomo, la cui vicenda si lega indissolubilmente a quella della sua terra, la Romagna.
Marco Pantani è stato ed è ancora un fenomeno sociale, amato, seguito, invidiato, “chiacchierato”, come è inevitabile che accada a tutti i campioni sportivi capaci di appassionare un intero paese con le proprie gesta.
La storia di Pantani è un racconto che si snoda lungo la cronaca del nostro paese tra interessi economici, criminalità organizzata, traffico di stupefacenti, scommesse clandestine, leggende della malavita.
Una storia di amicizia tradita, di amore perduto, di dipendenza e di immensa desolazione, come quella che lo ha accolto in un limbo senza vita lungo quasi cinque anni. Ma è anche la narrazione della vita di un semplice ragazzo di mare e delle sue imprese sulle vette più alte d’Europa. Dei suoi sogni, della sua incredibile voglia di vivere. Il racconto di questa storia è diviso in tre atti, corrispondenti a tre momenti della vita del campione e dell’uomo Marco Pantani.
Tre atti di una sola esistenza uniti in un gioco di rimandi tramite flashback e flashforward, Marco Pantani è stato almeno tre persone diverse e ho deciso di raccontarne la storia affidando l’interpretazione a tre diversi attori. Tre attori, tre personaggi, un solo uomo.
In quattro anni di ricerche sono state raccolte testimonianze, confidenze, documenti giudiziari incontrando i protagonisti di una vicenda umana profondamente toccante, con le sue contraddizioni e le sue tante sfaccettature.
Si è scelto per raccontarla un linguaggio visivo che lasci trasparire le diverse chiavi di lettura del personaggio, e che si differenzi in maniera importante durante i tre atti ideali della storia integrando finzione a brevi inserti di documentazione giornalistica delle imprese sportive.
La scelta dei formati di ripresa, delle ottiche e delle scenografie, con la sapiente collaborazione di Agostino Castiglioni e Tonino Zera, metterà in scena un dramma variegato e dalle diverse possibilità di interpretazione. È la storia di un uomo e delle sue contraddizioni. Una storia che merita di essere raccontata.
Una pellicola che passa dal biopic al dramma fino al cinema d’inchiesta, svelando particolari inediti sulla morte dell’ex ciclista morto a Rimini nel 2004.
Un film che si trasforma in un appello alla giustizia da parte di mamma Tonina, presente ad un’anteprima a Milano. “Spero che qualche magistratura veda il film e si metta una mano sulla coscienza facendo le indagini sul serio”, le sue parole. “Questo film serve per mettere insieme tutte le cose che sono state scoperte in questi anni. È un film duro, per me è stato difficile rivedere certe scene, pero’ mi ha preso molto. Purtroppo mio figlio indietro non me lo da’ nessuno ma non vorrei che succedesse ad altri” ha aggiunto.
Il racconto nel film si snoda attraverso due passaggi fondamentali, che dividono la vita di Marco in tre fasi: quella del campione, quella del mito distrutto dopo la positivita’ svelata a Madonna di Campiglio nel 1999 e la vittima che non ha avuto giustizia. Tre momenti che si intrecciano nel film ma ben sottolineati dalla scelta di tre attori diversi per interpretare il Pirata: Brenno Placido è il campione a Campiglio, Marco Palvetti e’ Pantani tra le difficolta’ dopo il caso doping, Fabrizio Rongione e’ l’ultimo Pantani, quello che verra’ trovato morto a Rimini il giorno di San Valentino del 2004.
A tenere le fila del discorso è Francesco Pannofino, che interpreta l’avvocato Antonio De Rensis, legale che ha portato alla riapertura del caso nel 2014 e che nel film ripercorre gli ultimi anni del campione romagnolo partendo tra le carte bollate.
Arrivando anche, in un finale in crescendo spinto dalla voce dello stesso Pannofino, a raccontare la versione dei fatti secondo gli atti d’inchiesta, mettendo in fila tutte quelle cose che in questi anni non sono state spiegate. “Chi ha ucciso Marco Pantani è ancora libero”, è la frase che conclude il film. Ma non la battaglia giudiziaria.