“Comedians” il nuovo film di Salvatores

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Comedians – Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima. Attraverso le storie di sei comici, Comedians è una riflessione sul senso stesso della comicità.

Lo scorso anno la diffusione del Covid-19 ha scombinato non pochi piani. Tra questi i programmi di Gabriele Salvatores, che avrebbe dovuto girare un film in costume, troppo complicato da organizzare in tempi di pandemia. “Ma non volevo stare fermo – racconta il regista – mi sentivo e mi sento responsabile per le persone con cui lavoro. Allora ho provato a pensare a un film più contenuto nei personaggi e nei luoghi, qualcosa che venisse dal teatro. E un testo che ho amato e che a teatro aveva avuto molto successo lo avevo: Comedians!
Così ho proposto a Griffiths di adattarlo per il grande schermo, e lui con grande entusiasmo mi ha risposto: “Go ahead with all speed. You’ll do it well. Cioè vai a tu,a birra, andrai bene.”
Scritto nei primi anni SeLanta dal drammaturgo inglese Trevor Griffiths, l’opera debuttò il 20 febbbraio 1975 al Nocngham Playhouse, e da lì girò il mondo.

Nel 1985 Gabriele Salvatores lo portò al Teatro dell’Elfo di Milano con un cast di giovani aLori – Paolo Rossi, Silvio Orlando, Claudio Bisio, Bebo Storti,cRenato Sarti – destinati a diventare molto famosi. Venne replicato per tre anni.
“Quando Gabriele mi ha proposto di portare il testo su grande schermo ne sono stato felice.” Il drammaturgo Griffiths è rimasto entusiasta del progetto: “Degli anni all’Elfo ricordo vividamente l’entusiasmo.
La versione di Gabriele trasme,eva una straordinaria energia anarchica, che ho amato e che risuonava chiaramente tra il pubblico, proprio come accadeva con l’originale.” In un testo che unisce comico e drammatico e porta sul campo elementi di estrema attualità e di dibattito contemporaneo – la possibilità di abbracciare la bugia, il tradire i propri maestri e affetti per il successo si riflette sul significato della risata, sul ridere anche di cose terribili. Per portarci poi a chiederci: perché sto ridendo?
Nella pellicola si narrano le storie di sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima.
Le esibizioni iniziano e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore?
O forse cercare una terza strada, di assoluta originalità? Attraverso le storie di sei comici, Comedians è una riflessione sul senso stesso della comicità nel nostro tempo, affrontando temi di assoluta attualità.
Gabriele Salvatores sul film racconta: “C’è un curioso e, in qualche modo, fortunato rapporto tra me e il testo di Griffiths, Comedians.
35 anni fa, la messa in scena al Teatro dell’Elfo di Milano, mi aprì la strada per arrivare al Cinema. Oggi, in piena pandemia, mi permette di realizzare un film nonostante tutto e tutti e di continuare a lavorare con la mia “famiglia” cinematografica che si era trovata senza lavoro per l’impossibilità di realizzare il progetto a cui stavamo lavorando e che era troppo complicato da girare in condizioni di emergenza sanitaria.
Nel lontano 1985, data del debutto a teatro, eravamo giovani alla ricerca del successo, spericola> ed anarchici, irregolari e affamati e nelle nostre mani, il testo si trasformò in un ottimo contenitore per una sarabanda di gags e battute comiche, a volte improvvisate sul palco, come nel Jazz.
Oggi, rileggendolo, il testo di Griffiths mi mostra il “Dark Side of the Moon” come direbbero i Pink Floyd, il suo lato oscuro, il suo cono d’ombra.
Certo, il testo è un’indagine sul concetto di comicità e non mancano i momenti divertenti ma probabilmente condizionato dai tempi che stiamo vivendo, ho visto emergere dalle parole di Griffiths delle persone sull’orlo del fallimento, pronte a tradire un’amicizia o un maestro, un’umanità minima che cerca in tutti modi di sopravvivere, lottando senza sosta contro un destino avaro. E ho deciso di rimanere molto più fedele al testo originale: siamo tutti “Comedians”!
In due settimane di prove con gli attori ed il direttore della fotografia, ho messo praticamente in scena il testo come a teatro, decidendo le posizioni degli attori e della macchina da presa, i movimenti e le luci…

Questo mi ha permesso di girare in ordine cronologico, seguendo la storia, con gli attori che conoscevano tutto il testo a memoria, con lunghi piani sequenza, un’illuminazione che mi permetteva di muovere la macchina da presa a 360 gradi e, per la gioia dei produttori, in sole quattro settimane!
Quello a teatro era il mio “Comedians” a 35 anni. Questo è il mio “Comedians” a 70. E, come dice Griffiths: “L’uomo è l’unico animale che ride”. A volte solo per allontanare la paura!




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