Kabir Bedi – Il suo esordio sul palcoscenico internazionale Bedi lo deve però al personaggio di Sandokan, il pirata malese creato dallo scrittore veronese Emilio Salgari. In Europa, Sandokan rimane a oggi il più grande successo per Bedi. Coprodotto da Italia, Germania e Francia, fu record di ascolti e consensi.
Buon compleanno a Kabir Bedi, il Sandokan che ha entusiasmato tante generazioni di telespettatori e che oggi spegne 75 candeline.
Indimenticabile interprete di Sandokan, della omonima serie tv diretta da Sergio Sollima, che incollò una media di 27 milioni di telespettatori davanti allo schermo, Kabir Bedi, spegne il 16 gennaio 75 candeline, ha al suo fianco Parveen Dusanj sua quarta moglie, sposata nel 2016 ma che ama da 10 anni prima, produttrice e ricercatrice.
Oggi Kabir vive per gran parte dell’anno a Mumbai, collabora a progetti umanitari come quelli con Care&Share Foundation, manda sempre in tempi di covid, attraverso i social messaggi agli amici italiani di incoraggiamento, gentilezza e fratellanza.
In molti hanno conosciuto attraverso la tv, prima che sui libri, l’opera di Emilio Salgari, grazie al volto di uomo affascinante con gli occhi bistrati di kajal, che si faceva chiamare la tigre di Mompracem.
La storica miniserie con Bedi in sei puntate (trasmesse dal 6 gennaio all’8 febbraio 1976) vedeva nel cast tra gli altri Philippe Leroy (Yanez), Carole Andrè (Lady Marianna – la perla di Labuan), Andrea Giordana, Adolfo Celi. Quarantaquattro anni dopo la casa di produzione Lux Vide (don Matteo, Doc Diavoli, Medici) annuncia l’inizio riprese nel prossimo autunno della nuova serie-tv, in 8 episodi, ispirata agli avventurosi romanzi di Emilio Salgari: ad interpretare Sandokan sarà l’attore turco Can Yaman, un vero e proprio fenomeno capace di macinare grandi ascolti e milioni di visualizzazioni sui social (lanciato con la serie in onda su Mediaset DayDreamer e protagonista recente di uno spot con Claudia Gerini con la regia di Ozpetek le cui riprese a Roma hanno fatto impazzire le fan foto ovunque e multe pagate dall’attore per assembramento fuori dall’hotel ndr). Luca Argentero invece sarà Yanez. Il nuovo sceneggiato, in 8 episodi verrà girato, per gli interni, negli studi della casa di produzione a Formello, e ai Caraibi e in altre location. Inutili i paragoni, poi i tempi sono cambiati. Basti pensare che Kabir riuscì addirittura nell’impresa insolita di far visita agli operai della Mirafiori che lo accolsero tutti con i romanzi di Salgari in mano. Nato il 16 gennaio del 1946 a Lahore, nel Punjab pachistano (allora parte del dominio coloniale britannico), figlio di Baba Bedi, un maestro spirituale e filosofo, frequenta lo Sherwood College di Nainital. In Italia ha ricevuto il Pegaso d’oro alla carriera nel 2007. Ha recitato in centinaia di pellicole, molte a Bollywood, è riconosciuto a livello internazionale.
Tra i film piu’ noti si ricorda quello di James Bond Octopussy (007 Operazione Piovra) nel ruolo dell’avversario di Roger Moore. Kabir Bedi ha ammesso che è grazie proprio alla serie diretta da Sergio Sollima ad essere stato il primo attore di Bollywood ad avere una carriera internazionale: “è stato il più grande evento della tv italiana.
“Devo tutto a Sollima (morto il 3 luglio del 2015) – raccontò all’ANSA in un’intervista in occasione di una mitica reunion – mi scelse non solo per il fisico, perchè sapevo andare a cavallo e per la mia determinazione – per me è stato come un padre, un mentore, mi ha aperto le porte del cinema internazionale in tre continenti”. “Per una decisione definitiva sarei dovuto volare a mie spese, a un casting a Roma.
Decisi di tentare la sorte e il provino andò bene, mi sottoposi a una cura dimagrante, di Salgari confesso non conoscevo nulla lessi il libro in italiano lentamente facendomi spiegare i passaggi più complicati”.
Oltre a Octopussy, tra le innumerevoli produzioni ha lavorato, accanto a Michael Caine, nel film Ashanti; era l’estroso principe ne Il ladro di Bagdad e copriva e l’omonimo ruolo ne (Il corsaro nero), è stato Lord Rama in General Hospital di Ahmed Kamal nell’episodio Miraggio di Riptide (1984), di Farouk Ahmed in Dynasty (1986), di Malcolm nell’episodio Legend of the Lost Art di Magnum P.I. (1988), del Principe Omar di Beautiful, nella stagione realizzata dal ‘94 al ‘95 (fece anche una apparizione come guest star in quella realizzata nel 2005), o per la guest appearence in Supercar. Nel 2005 e’ protagonista di Taj Mahal: An Eternal Love Story, grande produzione del regista Akbar Khan, nel ruolo dell’Imperatore Shah Jahan, al fianco di altre star del cinema indiano come Zulfi Syed, Sonya Jehan, Kim Sharma, Pooja Batra e Manisha Koirala. Tra i film più recenti The Broken Key di genere thriller del 2017, diretto da Louis Nero, con Christopher Lambert e Rutger Hauer e Franco Nero. Tanti i riconoscimenti ricevuti nel nostro paese, ma anche un particolare ricordo è ha avuto modo di incontrare sua Santitat Papa Giovanni Paolo II.
In Italia, Bedi ha partecipato alla seconda edizione dell’Isola dei famosi, arrivando secondo. Memorabili restano i duetti giocati sul filo del non-sense con Toto’ Schillaci e certi atteggiamenti da “santone”. E alla quinta stagione partecipò anche a “Un medico in famiglia” nel ruolo di un nonno indiano. Nel 2010, e’ stato nominato cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Kabir Bedi si e’ sposato piu’ volte. La prima e’ Protima Gaur Bedi,dalla quale ha avuto la figlia Pooja e il primogenito Siddarth (morto a 25 anni nel 1997). Il terzogenito Adam figlio della seconda moglie, Susan Humphreys.
La nipote sta facendo carriera a Bollywood. Kabir Bedi continua ad ammettere da sempre in tutte le interviste da anni: “Io l’America l’ho trovata in Italia”. Recentemente Kabir Bedi ha dichiarato: “Mio padre Baba era un rivoluzionario indiano e un filosofo, che ha vissuto a Milano per gli ultimi vent’anni della sua vita. Mia madre Freda era inglese per nazionalità ma indiana nell’animo. Ha combattuto per l’indipendenza dell’India, si è presa cura dei rifugiati tibetani, ed è diventata una delle suore buddiste più celebri del mondo (la prima donna occidentale a ricevere la piena ordinazione nel buddismo tibetano,). Sto scrivendo la sua biografia, ma la pandemia ha rallentato anche questo progetto, cui tengo moltissimo.
Anche lei da piccolo voleva diventare monaco buddista…
E infatti è successo a dieci anni, in Birmania. Ero andato con mia madre a visitare un monastero di quelli dove si insegna la meditazione ai bambini, ho chiesto di poter diventare monaco e mi è stato accordato. Sono tuttora devoto al Dalai Lama e quell’esperienza è stata fondamentale per la mia vita.
Che cosa ha imparato dai suoi genitori?
La tolleranza, la gentilezza e la compassione. Mi hanno comunicato fin da piccolo una forte dimensione spirituale, che ho poi coltivato grazie ai guru e ai filosofi incontrati lungo il mio percorso evolutivo. Ho sempre scelto di seguire gli insegnamenti che avevano un riscontro dentro di me, da qualunque fonte provenissero.