Speranza e quell’attacco alla sentenza di Firenze

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Speranza – L’avvocato Cichella, ha risposto a Speranza in merito alle dichiarazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza legate alla sentenza di Firenze,
S.E. Il Ministro Segretario di Stato per la SALUTE
Ordinanza del Tribunale di Firenze del 6 luglio u.s.
Compiego l’ordinanza in oggetto dopo aver con disappunto ascoltato in talk show che si tratterebbe di un provvedimento di cui dovremmo “vergognarci”.
Ritengo utile segnalarLe che milioni di teste pensanti, che sono poi quelle che tengono in piedi questo paese, si vergognano di avere responsabili istituzionali tanto palesemente inadeguati, e rimangono comunque costernati nel prendere atto che un ministro della Repubblica contesti una decisione giurisdizionale con modalità tanto grossolane e senza alcun argomento concreto, utilizzando la consueta, desolante formula, per cui essa sarebbe affetta da una asserita “mancanza di alcuna base scientifica”.
In realtà anche chi Le scrive sarebbe in grado di seppellirLa di letteratura scientifica e statistica a sostegno di quanto affermato dal Tribunale di Firenze, se solo ci fosse, per parte Sua e di chi altri governi la Sanità in questo momento, l’intenzione seria e concreta di sostenere la salute dei cittadini, e non piuttosto la fretta di smaltire le enormi giacenze di vaccino accumulate, nel migliore dei casi, per miopia o grave incapacità. L’unica vera Speranza di moltissimi cittadini italiani, Le garantisco, è che Lei torni a casa quanto prima. Con il dovuto rispetto istituzionale
Avv. Giuseppe Cichella
STUDIO LEGALE CICHELLA e ASSOCIATI
https://www.youtube.com/watch?v=9p-51JF7VCA
LA STORIA

Una psicologa toscana sospesa dall’Ordine professionale perché non in regola con l’obbligo vaccinale anti-Covid imposto per legge alle professioni sanitarie “deve tornare a lavorare”. E’ questa la decisione a Firenze del giudice civile Susanna Zanda che ha addotto le seguenti motivazioni per revocare la sospensione della professionista disposta dall’Ordine: secondo la giudice “i vaccini alterano il Dna e sono pericolosi”. Le ragioni stanno facendo discutere l’opinione pubblica ed è per questo che l’Ordine degli Psicologi della Toscana ha già annunciato ricorso in tutte le sedi. “Non può essere costretta” a sottoporsi a vaccini “sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile con effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute”, spiega la giudice in un provvedimento d’urgenza.

La legge sull’obbligo vaccinale poi si propone di “impedire la malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario”, ma il giudice rileva che “questo scopo è irraggiungibile perché sono gli stessi report di Aifa ad affermarlo”. E poi si fa riferimento ad un “fenomeno opposto a quello che si voleva raggiungere con la vaccinazione, ovvero un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali e il prevalere numerico delle infezioni e decessi proprio tra i soggetti vaccinati con tre dosi”. Nominato anche l’art. 32 della Costituzione“dopo l’esperienza del nazi-fascismo non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona, senza il suo consenso libero e informato”. Il giudice rileva anche “un’innegabile discriminazione rispetto ai colleghi vaccinati che possono continuare a lavorare pur avendo le stesse possibilità di infettarsi e trasmettere il virus”.

“Per cultura politica sono molto rispettoso del lavoro dei magistrati, ma questa sentenza è irricevibile, non ha fondamento scientifico ed è in contrasto con tutta la comunità internazionale. E’ una sentenza di cui, sinceramente, dobbiamo vergognarci”, sono state le dure parole del ministro Roberto Speranza, che ha commentato nel corso di un’intervista rilasciata al programma In Onda su La7. Nel frattempo, comunque, la psicologa di Pistoia è stata reintegrata dal giudice nel suo posto di lavoro e potrà esercitare “in qualunque modalità (sia in presenza che da remoto) alla stessa stregua dei colleghi vaccinati”.

 




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