Roma ha finalmente un consiglio comunale ed una giunta oltre al sindaco Virginia Raggi. Ecco i nomi dei 9 assessori (5 uomini e 4 donne) della Giunta capitolina: Marcello Minenna (Bilancio); Paola Muraro (sostenibilità ambientale); Linda Meleo (città in movimento); Laura Baldassarre (Diritti persona, scuola, comunità solidali); Adriano Meloni (Sviluppo economico, turismo, lavoro); Paolo Berdini (urbanistica e infrastrutture); Luca
Bergamo (crescita culturale); Flavia Marzano (Roma semplice).
Un lungo applauso ha accolto Raggi, al suo arrivo nell’Assemblea capitolina, per il primo Consiglio comunale della nuova consiliatura, il primo dell’era Raggi.
Il sindaco Virginia Raggi deve ancora prendere la parola e all’improvviso davanti al bancone arriva il padre della neo sindaca. Capello bianco e cravatta blu con disegnate tante bilance che stanno a simboleggiare che la legge è uguale per tutti. Cordiale non si sottrae ai cronisti: “Cosa penso di questa giornata? Se falliscono Virginia e Chiara Appendino, il Movimento muore. Se il Movimento 5 Stelle dovesse buttarla giù, cade tutto il Movimento”. Parole cariche di speranze ma che risuonano un po’ anche come un avvertimento dopo le polemiche degli ultimi giorni e dopo le liti tra correnti per la composizione della Giunta.
Fiducioso sul futuro comunque. “Mia figlia saprà dimostrare la sua onestà e farà sì che il Movimento vada avanti. Il suo pregio? La determinazione. Beh, si sa come sono le donne, quando si mettono in testa una cosa non ci sono padri e mariti che riescono a fargliela togliere”.
Ingegnere informatico il padre del sindaco, che si chiama Lorenzo, parla di sé e del suo lavoro sottolineando la necessità di stanare l’evasione fiscale attraverso dei sistemi innovativi. Emozionato? “Certo, per mio nipote che vi comanderà a tutti”. Ed ecco che al bar arrivano anche Raggi con il figlio Matteo. “Eccoli, eccoli”, dice il padre mentre si avvicina ad abbracciare la figlia. Matteo chiede un gelato, così Raggi: “La carta nel cestino”. Una calca di fotografici accerchia la famiglia, c’è anche il marito Andrea. “Basta foto, basta”, dice Matteo. E la mamma-sindaco: “Ha bel caratterino…”. E il nonno: “Io ve l’ho detto”.
La Raggi ha i numeri per fare una rivoluzione. Ci aspettiamo che faccia quella rivoluzione. Ma se il buongiorno si vede dal mattino non siamo molto ottimisti perché finora l’unica cosa che abbiamo visto è il manuale Cencelli 2.0″. Lo ha detto, prima dell’inizio dell’assemblea capitolina, la consigliera comunale e leader di FdI, Giorgia Meloni. “È un’esperienza nuova – ha detto Meloni – sulla quale siamo pienamente mobilitati. Intendiamo rappresentare al meglio i cittadini che ci hanno votato e anche quelli che non ci hanno votato, perché c’è bisogno di collaborazione. Come abbiamo già detto, saremo leali oppositori. Ci sono alcune tematiche in cui le nostre proposte in campagna elettorale sono state oggettivamente più concrete degli altri, come per il sostegno alla famiglia, la questione dei campi Rom, le zone franche e le periferie. Speriamo che il Movimento sappia essere più umile del governo Renzi e sappia ascoltare e valutare nel merito i provvedimenti. Da parte nostra non ci saranno preclusioni”