Peter Gabriel – Ci sono pochi artisti che hanno segnato la storia della musica così trasversalmente come Peter Gabriel, cantante e polistrumentista di grandissimo talento.
Peter Gabriel da leader dei Genesis aveva saputo creare una peculiare forma di art-rock progressivo dalle forti tinte teatrali, da solista Peter Gabriel non è stato da meno, sviluppando un’ambiziosa ricerca sull’integrazione tra rock, elettronica e world music, che lo ha portato a realizzare dischi innovativi e sperimentali, destinati a lasciare un solco profondo sulle generazioni successive. Artista impegnato in ambito sociale e politico oltre che musicale, autore di opere e spettacoli teatrali, Gabriel ha inoltre contribuito, attraverso la sua etichetta Real World, a far conoscere al pubblico le opere di musicisti “etnici” provenienti da ogni angolo del globo con una particolare attenzione al Terzo Mondo.
Abbandonati i Genesis proprio al culmine della loro fama, con Phil Collins pronto a subentragli alla voce e al timone, Gabriel intraprende la sua avventura solista a partire dall’omonimo album del 1977. Intitolato semplicemente Gabriel I ma anche “Car” – secondo una denominazione non ufficiale poi avallata dallo stesso Gabriel – il disco è prodotto da Bob Ezrin e impreziosito da musicisti stellari come sua maestà cremisi Robert Fripp e Tony Levin, importante collaboratore degli Yes e dei suddetti King Crimson.
Musicalmente, restano alcune tracce dei Genesis, con passaggi sonori solenni e impetuosi, ma in generale il sound cambia, virando verso nuovi orizzonti elettronici e meno barocchi, con la bellissima voce tetra di Gabriel sempre in primo piano.
Alla vicenda dell’addio ai compagni di viaggio allude, indirettamente, la ballata folk di “Solsbury Hill”, che racconta un’esperienza di meditazione spirituale vissuta da Gabriel sull’omonima collina del Somerset, dove Re Artù sconfisse i Sassoni. Un brano che, secondo le parole dello stesso musicista, riguarda il tema della perdita, della rinuncia a qualcosa.
Peter Brian Gabriel è nato a Chobham il 13 febbraio 1950 sotto il segno dell’Acquario. Figlio di un ingegnere elettronico, forma la sua prima band nel 1966 assieme ad alcuni compagni di scuola, tra cui Tony Banks.
Un anno dopo, dalla fusione con un’altra band, gli Anon, nasce la prima formazione dei Genesis. Dopo il primo album From Genesis to Revelation, il gruppo inizia ad affermarsi in Paesi europei come l’Italia, il Belgio e la Francia, riuscendo a imporsi entro i confini del Regno Unito solo dal secondo disco, Trespass, in poi. Il successo della band è in parte da attribuire alla presenza scenica senza eguali di Peter Gabriel, che al canto alterna parti recitate, avvalendosi di costumi e trucco di chiara matrice teatrale.
Con il sesto album The Lamb Lies Down on Broadway nei Genesis inizia a farsi evidente la frattura tra l’eccentrico Gabriel e il resto del gruppo. Una ‘crisi’ che, porta, dopo il tour promozionale per il disco, all’addio del cantante. Il suo posto viene preso dal batterista Phil Collins, che darà vita a una nuova carriera per la band. Il percorso solista di Peter Gabriel inizia nella seconda metà degli anni Settanta con una serie di album senza titolo, di cui il primo esce nel 1976. Già da queste prime battute della sua nuova vita musicale si può vedere come il cantante abbia deciso di allontanarsi dalle sonorità progressive rock della band, per dar vita a un lavoro di ricerca molto variegato, in cui confluiscono elementi di vario genere. Il primo vero successo arriva nel 1980 con il terzo album, cui partecipano tra gli altri Kate Bush, Phil Collins, Paul Weller e Robert Fripp, ma per tornare popolare presso il grande pubblico, l’artista deve attendere il suo quinto disco, So, del 1986. Da questo fondamentale lavoro vengono estratti singoli celeberrimi come Don’t Give Up in duetto con Kate Bush, Big Time e soprattutto Sledgehammer:
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta Gabriel gode così del maggior successo della sua carriera solista, dà alle stampe diversi album, anche come soundtrack di film importanti come L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, e ottiene numerosi riconoscimenti di prestigio, tra cui diversi Grammy. Forte di una fama immortale grazie al lavoro coi Genesis prima e ai classici degli anni Ottanta poi, Peter Gabriel oggi è ancora uno degli artisti più completi e rispettati in tutto il mondo, un vero intellettuale della world music.
Oggi “c’è grande musica e pochi testi”, disse in un’intervista di quasi sei anni fa, a dimostrazione di un’attenzione mantenuta altissima sul mondo della musica che lo circonda e a cui contribuisce con una produzione infinita e variegata.
“Gli artisti si concentrano più sui suoni che sulle parole”.