Notre Dame – “Avevo promesso che avremmo ricostruito Notre Dame in cinque anni. Faremo di tutto per rispettare questa scadenza”. Torna sulla “promessa” fatta e garantisce di mantenerla, il presidente francese Emmanuel Marcon in un messaggio video alla Nazione registrato oggi per onorare l’anniversario, un anno fa, dell’incendio che ha distrutto la cattedrale Notre-Dame di Parigi cuore della Francia, anima dell’Europa. La pandemia da Coronavirus ha colpito anche la ricostruzione e in una Francia in quarantena, anche il cantiere è attualmente sospeso.
l presidente francese, Emmanuel Macron, ha ribadito oggi – a un anno dall’incendio di Notre-Dame – che “tutto” sarà fatto per ricostruire la cattedrale in cinque anni, come si era impegnato a fare subito dopo il disastro. In un video postato sul sito dell’Eliseo, il capo dello Stato francese sottolinea che il dramma non è stato dimenticato anche se “le nostre giornate, i nostri pensieri, le nostre vite sono accaparrate” dalla crisi del Coronavirus. “Ricostruiremo Notre-Dame – annuncia Macron – in 5 anni, ho promesso. Faremo di tutto per rispettare questa scadenza. Certo, il cantiere è in attesa in questo momento per la crisi sanitaria, ma riprenderà appena sarà possibile”. Il cantiere è stato interrotto dal 16 marzo per evitare rischi agli operai e agli addetti alla ricostruzione del sito. Il restauro vero e proprio della chiesa non è ancora cominciato, la cattedrale è ancora in una situazione di emergenza dopo l’incendio del 15 aprile 2019. Macron, nel messaggio, ringrazia “tutti quelli che, ieri, l’hanno salvata e quelli che, oggi, la ricostruiscono”. “Se il restauro di Notre-Dame interessa noi tutti – continua il presidente – è senza dubbio anche perché si tratta di un simbolo della resilienza del nostro popolo, della sua capacità a superare le prove, e a rialzarsi”. La grossa campagna “Emmanuel” della torre sud di Notre-Dame di Parigi suonerà stasera alle 20 per commemorare l’inizio dell’incendio.
La Banca centrale europea e la Banque de France sono fra i sostenitori impegnati nella costituzione di fondi per interventi sulla cattedrale. “Siamo rincuorati dall’iniziativa volta a ripristinare e ricostruire questo punto di riferimento. La Bce devolverà un contributo finanziario al restauro”, ha annunciato ieri via Twitter l’istituto centrale che ora precisa in una nota che “la somma verrà garantita da un fondo costituito con donazioni interne e finalizzato a interventi di beneficenza. La Bce non ha fino ad ora indicato l’ammontare della cifra che verrà data per contribuire alla ricostruzione di Notre-Dame.La Banca centrale europea ha elargito donazioni in passato a vari altri paesi europei.
Sulle pagine del quotidiano cattolico francese, La Croix, l’arcivescovo di Parigi monsignor Michel Aupetit ha dedicato una sua riflessione sul ruolo e sull’avvenire che la cattedrale ha svolto nella storia ed è chiamata ancora a svolgere in futuro. “Nei momenti più tragici – scrive -, la cattedrale è la casa comune dove piangiamo e imploriamo. Nei momenti più felici, dove lodiamo e celebriamo la nostra gratitudine. Dobbiamo guidare i nostri passi verso di lei, la bella signora di pietra, per ritrovare il senso della città, per sapere che non siamo individui isolati ma un popolo chiamato alla comunione, consapevole dei propri doveri a partire da quello di essere ‘custode di suo fratello’”. “Quale cattedrale per il 21° secolo?”, chiede mons. Aupetit. “Quella che è sempre stata, per la quale è stata costruita: per la lode di Dio e la salvezza degli uomini. Rimanga fedele a ciò che è, o perderà la sua anima”.
Venerdì Santo, l’arcivescovo aveva presieduto all’interno della cattedrale, rispettando le restrizioni causate dall’emergenza coronavirus, una cerimonia con la venerazione della corona di spine, la reliquia più preziosa conservata a Notre-Dame che si è miracolosamente salvata dalle fiamme dell’incendio.
“In questa Settimana santa, il mondo intero è colpito da una pandemia che diffonde la morte e ci paralizza. Questa corona di spine è stata salvata la sera del fuoco. È il segno di ciò che hai sofferto per la derisione degli uomini. Ma è anche il magnifico segno che ci dice che ti stai unendo al culmine delle nostre sofferenze, che noi non siamo soli e che sei sempre con noi” ha dichiarato l’alto prelato.
Ma a neanche un anno di distanza dall’incendio, la piazza e la cripta apriranno al pubblico. Tutto merito di operai, archeologi, scienziati e ricercatori che hanno lavorato notte e giorno affinché Notre Dame potesse tornare a splendere. La data ufficiale non è stata ancora comunicata anche se si ipotizza che i lavori dovrebbero terminare questa primavera.
Certo, c’è ancora molto da fare affinché la cattedrale recuperi il suo splendore, ma il solo fatto di riaprire al pubblico la piazza di Notre Dame e la sua bellissima cripta rappresenta solo il primo grande passo verso la rinascita totale.
Ma ricostruiamo quanto avvnuto in quelle drammatiche ore del 15 Aprile 2019.
L’incendio della cattedrale di Notre-Dame è stato un incendio avvenuto nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019.
L’evento ha provocato all’edificio danni significativi, tra cui il crollo della flèche e del tetto, e ha causato il ferimento di tre persone: due agenti di polizia e un vigile del fuoco, intervenuti per spegnere le fiamme.
Per diversi mesi, parte del monumento era in restauro, soprattutto per ripulire e consolidare la parte esterna della flèche annerita dall’inquinamento, e una serie di sculture metalliche, ossidate.
Lo Stato aveva finanziato 2,5 milioni di euro per il restauro della flèche, una somma che Patrick Chauvet, rettore della cattedrale, aveva ritenuto insufficiente per coprire tutti i lavori di ristrutturazione.
Benjamin Mouton, responsabile dell’architettura dei sistemi di sicurezza della cattedrale dal 2000 al 2013, ha dichiarato che quando gli fu affidato l’incarico non era mai stata fatta una valutazione dei rischi di incendio.
L’incendio è scoppiato il 15 aprile 2019 (all’inizio della Settimana Santa intorno alle 18.50.
Secondo i vigili del fuoco, le fiamme si sono avviate su un ponteggio installato sul tetto dell’edificio.
Le fiamme si sono poi diffuse velocemente, raggiungendo l’intero tetto e distruggendo la struttura, la più antica di Parigi, fatta di 1300 querce, 21 ettari di foresta.
Secondo il procuratore di Parigi Rémy Heitz, un primo allarme antincendio era stato segnalato alle 18:20, cinque minuti dopo l’inizio della messa. Dopo una procedura di controllo, senza aver rilevato alcun incendio a causa di un errore del computer sull’unità di controllo degli ufficiali di sicurezza dell’edificio, causato dall’attivazione erronea di un rilevatore di sicurezza, vengono trasmessi dei messaggi in francese e inglese chiedendo ai visitatori di restare calmi e di evacuare l’edificio.Due minuti dopo che le persone presenti sono rientrate nell’edificio alle 18:43, un addetto alla sicurezza scopre le fiamme sul telaio, attivando un secondo avviso. Arrivati quindici minuti dopo il secondo allarme, i vigili del fuoco non riescono a domare l’incendio.
Alle ore 19:50 avviene il l crollo della flèche sbriciolata dalle fiamme.
Il fuoco sembra diminuire gradualmente di intensità, nonostante abbia regolari conflagrazioni silenziose che improvvisamente raddoppiano l’altezza delle fiamme e rilasciano un voluminoso fumo giallo, a causa della combustione di rame e lega di piombo. Queste conflagrazioni regolari potrebbero essere state causate dal cantiere.
Alle 20:59, il fuoco sembra aver riacquistato intensità, arrivando a toccare la torre nord della cattedrale.
Alle 21:07 la torre nord inizia a prendere fuoco.
Alla domanda sulla possibilità di far cadere l’acqua a bassa quota, la Direzione della Sicurezza Civile riferisce di non voler ricorrere a questa soluzione poiché il peso dell’acqua potrebbe indebolire la struttura della cattedrale.
Poco prima delle 22, il Segretario di Stato per gli Interni, Laurent Nuñez, è arrivato sul posto, annunciando alla stampa che il salvataggio della cattedrale era in corso e sono stati mobilitati circa quattrocento vigili del fuoco, oltre all’autorizzazione all’uso di diciotto lance acqua.
Intorno alle 22:50, il generale Jean-Claude Gallet, comandante dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che le torri erano salve, l’azione dei vigili del fuoco ha contribuito a fermare la diffusione verso la torre nord.
Il 16 aprile, intorno alle 4:00 del mattino, il tenente colonnello Gabriel Plus, portavoce dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che l’incendio era sotto controllo e che era parzialmente estinto.
L’incendio ha causato la perdita integrale del tetto (con copertura in tegole di piombo terminata nel 1326, e intelaiatura lignea risalente prevalentemente al 1220-1240 e ricostruita nel XIX secolo nell’area del transetto) e della flèche (ricostruzione neogotica realizzata nel 1858-1859 su disegno di Eugène Viollet-le-Duc in sostituzione di quella originaria duecentesca, demolita nel corso della Rivoluzione francese); il collasso della copertura ha comportato il crollo parziale della volta nell’area della navata centrale (vele tra la quarta e quinta campata) e del transetto (crociera – che ha danneggiato i sottostanti ambone e altare maggiore moderni – e vela settentrionale della volta interna del transetto di sinistra), nonché il distacco di alcune pietre in quella del coro, e ha minato la stabilità dei timpani triangolari apicali delle due testate del transetto, in particolare di quello della facciata settentrionale.
Degli organi a canne della cattedrale, quello maggiore (situato sulla cantoria in controfacciata) non ha ricevuto ingenti danni né al suo interno dalla fuliggine, né all’esterno dall’acqua dei vigili del fuoco, mentre quest’ultima ha colpito pesantemente l’organo del coro.
Nell’incendio sono andati perduti i due concerti, di tre campane ciascuno, che erano collegati all’orologio situato nel sottotetto del transetto sud, realizzato nel 1867 da Armand-François Collin, i cui quattro quadranti si trovavano sugli spioventi della navata trasversa: quello situato all’interno del secondo piano della base della flèche (installato nel 1866) e quello posto nel sottotetto immediatamente al di sopra della volta della crociera, udibile dall’interno della chiesa.
Il Ministero della Cultura francese ha annunciato che molti tesori, come la Sacra Corona o la tunica di San Luigi (una camicia appartenuta al re Luigi IX), sono stati salvati.
È anche il caso di altre reliquie e di molte opere d’arte: un frammento della “Vera Croce” e un chiodo della Passione, così come tutte le opere conservate nel “tesoro”, inclusa la Visitazione di Jean Jouvenet e la Grande Pietà di Nicolas Coustou.
La stampa internazionale ha riconosciuto il ruolo decisivo del vigile del fuoco Jean-Marc Fournier, sacerdote e cappellano dei vigili del fuoco di Parigi, nel salvataggio della corona di spine, la tunica di San Luigi e il Santissimo Sacramento, un’ostia consacrata che per i cattolici significa la presenza reale di Cristo.
Per quanto riguarda le sedici statue di rame (i dodici apostoli e quattro evangelisti) installate da Viollet-le-Duc alla base della guglia, erano state appena rimosse dal sito l’11 aprile 2019 per essere trasferite in Dordogna.
La Madonna col Bambino scolpita nel XIV secolo, detta anche Vergine al Pilastro e situata ai piedi del pilastro sud-est dell’incrocio del transetto,è stata semplicemente bagnata dall’acqua usata per estinguere l’incendio, ma non è stata danneggiata (è con questa statua che Paul Claudel si converte al cattolicesimo).
I dipinti appesi nella cattedrale non sono stati danneggiati.
La flèche aveva, issata sulla cima, una banderuola segnavento a forma di gallo contenente tre reliquie: una parte della corona di spine, una reliquia di Saint Denis e un’altra di Santa Genoveffa. Inizialmente creduto perduto, il gallo sarà ritrovato il giorno dopo il disastro; esso non è gravemente danneggiato, ma a seguito dell’incendio necessita di un restauro. Salvo anche Il vecchio altare tradizionale (altare maggiore) della Pietà, sul retro del coro.
L’ufficio del procuratore di Parigi ha aperto un’indagine per distruzione involontaria da parte di un incendiolo stesso giorno, al fine di determinare le cause dell’incidente. Questo è affidato alla polizia giudiziaria di Parigi. Il prefetto della polizia ha istituito un perimetro di sicurezza intorno alla cattedrale in cui il soggiorno del popolo è regolato fino al 22 aprile 2019.
Secondo una fonte della polizia citata da Le Monde, l’indagine dovrebbe sposare elementi di polizia ed elementi tecnici, con competenze che saranno commissionate. Gli operai edili sono stati ascoltati dalla notte del 15 aprile dagli investigatori.
All’indomani dell’incidente, il pubblico ministero della Repubblica di Parigi indica che nulla va nella direzione di un atto volontario, privilegiando così la pista accidentale.
Parallelamente all’indagine giudiziaria, sono state avviate indagini amministrative per determinare le condizioni in cui è scoppiato l’incendio.
Il New York Times il 15 settembre 2019 ha pubblicato una lunga inchiesta sui pericoli per la salute causati dal piombo diffusosi durante l’incendio, che può causare danni irreparabili al corpo umano, accusando il Presidente francese Emmanuel Macron di aver anteposto la ricostruzione (promessa in cinque anni) alla salute dei propri cittadini. Il tetto e la guglia andati distrutti contenevano infatti circa 460 tonnellate di piombo, in parte evaporato, le cui microparticelle si sono diffuse nell’aria e depositate, facendosi anche strada nei sistemi di ventilazione. I test effettuati sul luogo dopo il rogo avevamo mostrato livelli di contaminazione fino a 1300 volte superiori al limite di sicurezza stabilito dalle linee guida francesi, ma secondo l’inchiesta le autorità non avrebbero rivelato la reale pericolosità delle zone contaminate, effettuando test (alcuni non ancora completati) in scuole e parchi pubblici solo dopo insistenti richieste da parte della cittadinanza, e bonificando dunque le aree maggiormente colpite solo molte settimane più tardi (operazioni ultimate solo quattro mesi dopo). Subito dopo l’incendio un centro diurno riservato ai figli degli ufficiali di polizia, situato di fronte alla cattedrale, sarebbe stato invece immediatamente chiuso. L’inchiesta si sarebbe basata su documenti riservati (relazioni dell’ispettorato del lavoro, rapporti della polizia e test non divulgato del ministero della Cultura.