Accademia Navale di Livorno – Il 6 Novembre del 1881 divenne ufficiale l’Accademia Navale di Livorno oggi ente di formazione universitaria militare, alle dipendenze dell’Ispettorato scuole della Marina Militare, aperto a entrambi i sessi, che si occupa della formazione tecnica e della preparazione militare degli allievi ufficiali della Marina militare italiana.
La Regia scuola di marineria nacque, con decreto del 20 settembre 1868 , dall’unione della “Regia scuola di marina” di Genova della Marina del Regno di Sardegna istituita il 1º ottobre 1815 e di quella borbonica, la Real Accademia di Marina fondata nel 1715 a Napoli, a seguito dell’Unità d’Italia e dell’istituzione della Regia Marina. Quando l’allora Ministro della Marina, ammiraglio Augusto Riboty, unificò le due scuole in un unico Istituto, le suddivise in due Comandi, detti Divisioni. Da quel momento gli allievi seguirono i primi due anni di corso presso la sede di Napoli e gli ultimi due a Genova.
L’istituzione segue l’auspicio del Conte Camillo Benso di Cavour che aveva propugnato la creazione di un’unica scuola per l’istruzione e l’educazione dei giovani Ufficiali, a Livorno, sede ideale per la sua posizione geografica.
Solo nel 1878, con la trasformazione della Scuola in Accademia Navale, con legge presentata dall’allora ministro della Marina, l’ammiraglio Benedetto Brin, fu indicata come sede Livorno.
La progettazione del complesso di edifici fu affidata al capitano del Genio militare Luigi Pestalozza ed i lavori furono avviati nel 1878; l’ingegnere livornese Angiolo Badaloni seguì attivamente ogni progetto.
L’Accademia navale fu inaugurata a Livorno il 6 novembre 1881, alla presenza del Capitano di Vascello S.A.R. il duca di Genova Tommaso di Savoia, e inizialmente occupò la sola area del lazzaretto di San Jacopo, nei pressi dell’omonima chiesa.
Il primo Comandante dell’Accademia Navale fu il Contrammiraglio Andrea del Santo; uno dei primi allievi ufficiali a frequentare l’accademia fu Manlio Garibaldi ultimo figlio maschio di Giuseppe Garibaldi, che infatti acquistò una villa nella zona di Ardenza.
L’Accademia navale ricevette la bandiera d’Istituto nel 1906 dal Re Vittorio Emanuele III che la consegnò nelle mani del Comandante dell’Istituto, incarico ricoperto dall’allora Capitano di vascello Thaon di Revel, che sarebbe stato l’artefice della vittoria sul mare durante il successivo primo conflitto mondiale. Nel 1913 fu poi annessa al complesso dell’Accademia Navale anche l’adiacente area occupata dal preesistente lazzaretto di San Leopoldo.
L’8 settembre 1908, nella Sala a Tracciare dell’Arsenale di La Spezia, il Re inaugura la prima Sessione della Scuola Navale di Guerra, dando vita al primo Centro Superiore Navale della Marina Italiana, lontano antenato dell’attuale Istituto di Studi Militari Marittimi. Secondo il decreto istitutivo la Scuola doveva “coltivare ed affermare un pensiero navale sulla nostra preparazione alla guerra valendosi della cooperazione di tutti gli Ufficiali a mezzo di conferenze di organica, arte e tecnica militare navale, discussioni relative ai detti argomenti e applicazione del gioco di guerra navale”.
La Scuola interrompe la sua attività nel 1911, a causa dello scoppio della guerra italo-turca, poi della Prima Guerra Mondiale. Nel dopoguerra prende corpo una duplice esigenza: consolidare una dottrina militare navale sulla scorta degli insegnamenti del conflitto appena terminato e affiancare ai Capi militari, responsabili di decisioni sempre più gravi ed immediate, un complesso di ufficiali qualificati con il compito di coadiuvarli nei preparativi e nell’esecuzione di tutte le operazioni militari: lo Stato Maggiore.
Nascita dell’Istituto di Guerra Marittima
Con il Decreto Reale 5 maggio 1921 viene costituito il nuovo Centro di studi che, il 18 maggio 1922, inizia la sua attività nella stessa sede dell’Accademia Navale di Livorno assumendo la denominazione ufficiale di Istituto di Guerra Marittima, con questi criteri: “…affinché gli Ufficiali di Vascello possano meglio provvedere alla propria cultura negli studi che interessano la preparazione e la condotta della guerra marittima e possano acquistare maggiore attitudine e competenza per i servizi di Stato Maggiore.(…) L’Istituto deve essenzialmente costituire un libero centro di studi ove gli Ufficiali intendano la necessità di riesaminare la propria esperienza pratica in rapporto ai principi della condotta della guerra, di formarsi, con unità di criteri direttivi, l’attitudine intellettuale a considerare e risolvere i problemi di strategia, di tattica e di organica”.
Nel 1937 cambia l’ordinamento dell’Istituto, con un più spiccato indirizzo formativo nei confronti degli Ufficiali destinati ad esercitare il Comando e a svolgere funzioni di Stato Maggiore. L’attività si svolge regolarmente fino all’inizio della seconda Guerra Mondiale (1939), con un carattere, per direttiva del Capo di Stato Maggiore della Marina, Amm. Cavagnari, “… di grande praticità, evitando di trasportare gli studi nel campo delle erudizioni ed astrazioni”.
L’Istituto dal 1947 al 1963
Nel 1947 l’attività dell’Istituto riprende (con ritmo accelerato per recuperare, per quanto possibile, la sosta del periodo bellico), con lo svolgimento contemporaneo di due tipi di corsi: uno per Capitani di Corvetta di recente promozione ed uno per Capitani di Fregata e Capitani di Vascello che, per esigenze belliche, non avevano potuto frequentare l’Istituto.
Nel 1956 le sessioni del primo Corso assumono la denominazione di Corso di S.M., mentre le sessioni del secondo quella di Gruppo di Studi di S.M., con compiti di studio su specifici problemi assegnati dal Capo di S.M. della Marina. Nello stesso anno l’Ammiraglio Pecori-Giraldi, Capo di S.M. della Marina, stabilisce la partecipazione ai Corsi di S.M. degli Ufficiali degli altri Corpi della Marina, che avrebbero potuto essere inseriti come collaboratori tecnici negli SS.MM. (ai Corsi già partecipavano Ufficiali dell’Esercito e dell’Aeronautica).
L’Istituto dal 1963 al 1969
Nel 1963 l’Istituto deve sospendere i Corsi per carenza di Ufficiali Frequentatori, dovuta all’aumento delle destinazioni di impiego. Negli anni dal 1963 al 1966 l’attività didattica continua con i Corsi di Servizio di Stato Maggiore, frequentati da TT.VV. Comandanti della Scuola di Comando Navale, tenuti ad Augusta a margine delle sessioni di Scuola Comando.
Nel 1966, l’Istituto riprende la sua attività nella sede di Livorno; negli anni compresi tra il 1966 ed il 1969 le varie Sessioni svolte hanno una fisionomia simile, nelle linee essenziali, a quella precedente la chiusura e vengono frequentate da Ufficiali compresi in una larghissima fascia di anzianità, per l’esigenza di “recuperare” tutti gli “spuntati”.
Il nuovo ordinamento degli studi (dal 1969 al 1999)
Nel 1969 entra in vigore il nuovo Ordinamento degli Studi, che così definisce la duplice finalità dell’Istituto, formativa e di studio:
– far acquisire agli Ufficiali in servizio permanente effettivo della Marina Militare, del Corpo di Stato Maggiore, il metodo, la procedura di lavoro presso gli Stati maggiori ed i principi di organizzazione;
– perfezionare la loro preparazione professionale per l’assolvimento dei compiti di comando, delle funzioni direttive e degli incarichi nell’ambito degli Stati Maggiori;
– studiare particolari problemi indicati dal Capo di Stato Maggiore della Marina.
Con tale ordinamento inizia lo svolgimento annuale di due Corsi complementari:
– un Corso Normale di Stato Maggiore per Tenenti di Vascello, inclusi nell’aliquota di avanzamento per il grado superiore, della durata di due mesi;
– un Corso Superiore di Stato Maggiore per Capitani di Fregata ed un’aliquota di Ufficiali Superiori di altri Corpi della Marina Militare, della durata di quattro mesi.
Il Corso Normale viene successivamente soppresso dal 1980 al 1993 a causa delle difficoltà di organico nel settore dei giovani Ufficiali (le materie previste vengono ridistribuite in parte alla quarta classe dei Corsi Normali dell’Accademia Navale, in parte al Corso Superiore per TT.VV., in parte al Corso Superiore di Stato Maggiore); contestualmente, la durata del Corso Superiore di Stato Maggiore viene portata ad un intero anno accademico.
Dal 1993 riprende lo svolgimento dei Corsi Normali di Stato Maggiore e pertanto vengono annualmente tenuti presso l’Istituto:
– due Corsi Normali di S.M., della durata di quattro mesi, con finalità essenzialmente formative, ai quali accedono Tenenti di Vascello inclusi nella aliquota di valutazione per l’avanzamento e Capitani di Corvetta appena promossi;
– un Corso Superiore di S.M., della durata di sei mesi, per Capitani di Fregata, con l’obiettivo di perfezionare la preparazione professionale degli Ufficiali e consentire lo studio di particolari problemi indicati annualmente dal Capo di Stato Maggiore della Marina.
Nel 1998, con la costituzione dell’I.S.S.M.I. (Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze), il Corso Superiore di S.M. viene soppresso.
L’Istituto da Livorno a Venezia (1999)
Nell’estate del 1999, nel quadro della generale riorganizzazione dei Comandi e delle strutture della Marina Militare e per tener conto dell’esigenza di valorizzare la sede di Venezia quale “polo culturale” della Marina, l’Istituto lascia la sede di Livorno e, senza soluzione di continuità e senza interrompere le proprie attività e funzioni, si trasferisce nella città lagunare, occupando le sistemazioni rese disponibili dal Comando Marina (successivamente soppresso alla data del 31 dicembre 1999).
Contestualmente al trasferimento a Venezia la denominazione dell’Ente cambia da “Istituto di Guerra Marittima” a “Istituto di Studi Militari Marittimi”.
Oggi il corpo principale dell’accademia, al quale si accede percorrendo un viale alberato dall’ingresso del cancello di San Jacopo posto sul lungomare di viale Italia, è costituito da un ampio edificio a tre piani formato da tre ali perpendicolari a racchiudere un’ampia “piazza d’armi” interna; l’ala principale, prospiciente il mare, è sormontata da una torre quadrata con orologio a tre facce e, sul frontone della facciata interna, il motto Patria e Onore. Il lato del cortile interno rivolto verso il mar Ligure non è occupato da edifici, ma è caratterizzato da un brigantino interrato le cui sovrastrutture sono utilizzate ancor oggi degli allievi dell’Accademia per esercitarsi nella manovra delle vele, anche in vista della campagna addestrativa sulla nave scuola “Amerigo Vespucci”.
Il complesso dell’Accademia navale copre, attualmente, un’estensione di circa 215.000 metri quadrati e comprende, tra gli altri, aule, laboratori, dormitori, piscina, palestra, biblioteche, cinema ed auditorium. L’accademia ospita annualmente circa 1250 persone tra allievi ufficiali ed ufficiali che frequentano corsi integrativi e professionali.
La biblioteca è fornita di oltre 90.000 volumi di matematica, geometria, astronomia, manuali di navigazioni, portolani e opere frutto della stagione delle esplorazioni geografiche del Settecento e primo Ottocento.
A Livorno, dove ora sorge l’Accademia navale, in passato si trovava il lazzaretto di San Jacopo, innalzato a partire dagli anni quaranta del XVII secolo per la quarantena degli equipaggi delle navi provenienti dal Levante le quali, prima della costruzione di questo complesso sanitario, venivano invece dirottate verso l’isola del Giglio e l’isola d’Elba.La struttura, collegata al più antico lazzaretto di San Rocco mediante un canale (oggi scomparso), fu ampliata nel 1721 e nel 1754.
Poco più a sud si trovava invece il lazzaretto di San Leopoldo, eretto nel 1773, su disegno di Ignazio Fazzi, per volontà di Pietro Leopoldo d’Asburgo.
Il lazzaretto era dotato di alcune torrette, una delle quali serviva per il controllo della costa, due cappelle e due cimiteri. Rimase attivo fino al 1846 e successivamente, prima di essere inglobato nell’Accademia, fu trasformato in un carcere e, in parte, in una caserma militare.
Il nuovo lazzaretto fu ritenuto uno dei più vasti e completi d’Europa. Sul portale d’ingresso in pietra panchina, sopra l’arco di gusto baroccheggiante, si legge ancora oggi la targa marmorea che commemora l’utilità dell’opera pubblica per la salute e la navigazione: “Petrus Leopuldus Arch. Austr. Hung. Boem. R.P. Magnus Etrur. Dux navigationis et salutis publicae vindex hominibus mercibusque graviore pestilentiae suspicione notatis tutius expurgandis remotiorem hanc insulam et porticus designavit construxit ann. MDCCLXXIII“.
A pianta trapezoidale, il lazzeretto, quasi una cittadella sul mare, era circondato da un fossato a secco e da un’alta muraglia la cui parte inferiore a scarpa era segnata da un cordolo in pietra, tuttora visibile nel lato più meridionale del complesso. Vi si accedeva mediante un ponte levatoio dalla Porta Leopolda. Le torrette angolari fungevano da difesa e da vigilanza; di queste l’unica parzialmente superstite si affaccia sulla muraglia meridionale prospiciente la Cala Mosca.
All’interno, il complesso sanitario era suddiviso in due zone distinte. Una era costituita dal palazzotto delle abitazioni degli ufficiali, tuttora presente, con facciata ad esedra di fronte all’ingresso, da una darsena esagonale chiusa sul mare da una catena. Al centro dell’ingresso della darsena, isolato sull’acqua, sorgeva il mastio di San Rocco (distrutto durante la seconda guerra mondiale), collegato a terra da una passerella in legno. Vi erano anche le vaste tettoie per il deposito delle merci in quarantena, una cappella circolare, un serraglio per gli animali. In questa zona, presso le tettoie venne eretta la statua marmorea del granduca Pietro Leopoldo, nelle vesti di centurione romano e posta in una ricca nicchia marmorea, poi trasferita, su proposta del Vigo, nella piazzetta del sagrato della chiesa di San Jacopo, ove si trova tuttora. L’altra sezione, più a sud, era detta “La Gabbia” ed era a sua volta isolata da un fosso interno dal resto del complesso; qui vi venivano segregati i malati appestati e le merci infette.
Il lazzeretto era corredato di due cimiteri: uno ad uso dello stesso lazzeretto (1775) e l’altro detto “della Quarantina” in uso fino al 1846.