22 Luglio del 776 a. C. la prima edizione delle Olimpiadi

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Olimpiadi – Il 22 Luglio è una data da ricordare per la prima edizione delle Olimpiadi. Infatti I primi giochi olimpici si svolsero nel 776 a.C. ad Olimpia, in Grecia. All’inizio era essenzialmente una manifestazione locale e veniva disputata unicamente un’antica gara di corsa. Successivamente si aggiunsero altri sport e i Giochi arrivarono a comprendere corsa, pugilato, lotta e pentathlon. Da quel momento in poi, i Giochi divennero lentamente sempre più importanti in tutta la Grecia antica, raggiungendo l’apice nel VI secolo a.C. e nel V secolo a.C.

Il numero di gare crebbe a venti, e le celebrazioni si estendevano su più giorni. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo della celebrazione divenne noto come Olimpiade. Per tutta la durata dei giochi (cinque giorni) venivano sospese le guerre in tutta la Grecia: questa era chiamata tregua olimpica. I Greci usavano le Olimpiadi anche come metodo per contare gli anni. Anche oggi si svolgono ogni 4 anni.

La partecipazione era riservata a greci liberi che potessero vantare antenati greci. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportava che solo i membri delle classi più facoltose potessero prendere in considerazione di partecipare. Venivano esclusi dalla partecipazione gli schiavi, i barbari, gli assassini, i sacrileghi e le donne.

I Giochi persero gradualmente importanza con l’aumentare del potere Romano in Grecia. Sorsero problemi legati alla corruzione all’interno delle competizioni sportive, nonché problemi legati alla sicurezza delle manifestazioni.

L’avvento del cristianesimo ebbe un’influenza determinante sul declino dei Giochi e la loro estinzione. Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano, i vescovi e scrittori cristiani, palesarono la loro avversione per le celebrazioni e i riti pagani e la loro repulsione nei confronti dell’agonismo.

I Padri della Chiesa in numerosi scritti esortano i cristiani a resistere alle infatuazioni dei ludi agonali: sant’Agostino deprecò con toni aspri gli spettacoli atletici.Fu così che nel 393 d.C., sulla scia della strage di Tessalonica (avvenuta tre anni prima), dietro l’influenza del vescovo di Milano Ambrogio, l’imperatore Teodosio li vietò, ponendo fine a una storia durata più di 1000 anni.

Giochi Olimpici non morirono: già nel XVII secolo, si teneva in Inghilterra un festival sportivo che prendeva proprio il nome dalle Olimpiadi. Nei secoli seguenti eventi simili vennero organizzati in Francia e in Grecia, ma si trattava di manifestazioni su piccola scala e sicuramente non internazionali. Questo era il caso al tempo della Rivoluzione francese quando si svolsero le Olimpiadi della Repubblica nel 1796, 1797 e 1798. L’interesse nella rinascita dei Giochi Olimpici crebbe quando le rovine dell’antica Olimpia vennero scoperte dagli archeologi tedeschi alla metà del XIX secolo.

Contemporaneamente un barone francese, Pierre de Coubertin, cercava una spiegazione alla sconfitta francese nella guerra franco-prussiana (1870-1871). Giunse alla conclusione che i francesi non avevano ricevuto un’educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. De Coubertin voleva anche trovare un modo di avvicinare le nazioni, di permettere ai giovani del mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra. La rinascita dei Giochi Olimpici avrebbe permesso di raggiungere entrambi gli obiettivi.

Nel 1892, durante il quinto anniversario dell’Unione delle società francesi degli sport atletici, De Coubertin chiede il rilancio dei Giochi olimpici, ma senza molto successo. De Coubertin presentò ancora una volta in pubblico le sue idee nel giugno 1894 durante un congresso presso l’università della Sorbona a Parigi. Il 23 giugno, ultimo giorno del congresso, venne deciso che i primi Giochi Olimpici dell’era moderna si sarebbero svolti nel 1896 ad Atene, in Grecia, la terra dove erano nati in antichità. Fu fondato il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per organizzare l’evento, sotto la presidenza del greco Demétrios Vikélas.

Le prime Olimpiadi dell’era moderna furono un successo. Con quasi 250 partecipanti, fu per l’epoca il più grande evento sportivo internazionale mai organizzato. La Grecia chiese di diventare sede permanente di tutti i futuri Giochi Olimpici, ma il CIO decise che le Olimpiadi avrebbero dovuto essere organizzate di volta in volta in una nazione diversa. Le seconde Olimpiadi furono assegnate a Parigi, Francia.

Il movimento olimpico utilizza diversi simboli, principalmente ispirati alle idee e agli ideali espressi da De Coubertin.

Probabilmente il simbolo più noto sono i cinque cerchi della bandiera olimpica, che viene issata ad ogni edizione dei Giochi a partire dal 1920. Essa raffigura cinque anelli, di diverso colore, intrecciati in campo bianco. Gli anelli sono cinque come i continenti: Oceania, Asia, Africa, Europa e America. L’intreccio degli anelli rappresenta l’universalità dello spirito olimpico.

I colori scelti per i cinque cerchi sono rispettivamente, secondo l’ordine sopra, e da sinistra a destra secondo l’ordine sulla bandiera: blugialloneroverde e rosso. Insieme al bianco dello sfondo, questi colori erano presenti nelle bandiere di tutte le nazioni del mondo nel momento in cui furono scelti. La combinazione dei colori simboleggia quindi tutti i Paesi, ma esiste anche la credenza comune che il colore di ogni cerchio stia a rappresentare un determinato continente, cosa che però fu realmente codificata per un certo periodo dal CIO.

Il motto olimpico ufficiale è “Citius, Altius, Fortius”, un’espressione latina che significa “più veloce, più alto, più forte”. La frase fu usata per la prima volta in occasione delle Olimpiadi del 1924 a Parigi. Un altro motto, non ufficiale ma non meno importante fu la famosa frase di De Coubertin “L’importante non è vincere ma partecipare”.

La fiamma olimpica viene accesa ad Olimpia e poi portata da una staffetta di tedofori, fino alla città che ospita i Giochi (dove sarà spenta una volta terminato l’evento).

Contrariamente alle speranze del barone De Coubertin, le Olimpiadi non impedirono le guerre. I Giochi del 1916 furono cancellati a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, e lo stesso avvenne per i giochi del 1940 e 1944, a causa della seconda guerra mondiale. Inoltre i vincitori della prima guerra mondiale impedirono alle nazioni sconfitte di partecipare alle Olimpiadi del 1920. Lo stesso accadde nel 1948; tutte le nazioni che persero la guerra (tranne l’Italia, a cui venne riconosciuta l’attenuante di aver dichiarato guerra, dopo l’armistizio del 1943, all’invasore tedesco) vennero escluse dai Giochi di Londra. Dal 1992 il CIO in occasione di ogni Olimpiade chiede ufficialmente alla comunità internazionale (con il supporto dell’ONU) di osservare la tregua olimpica.

La politica interferì sullo svolgimento delle Olimpiadi anche in altre occasioni. Le Olimpiadi estive del 1936 a Berlino furono utilizzate come strumento di propaganda dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. In queste Olimpiadi, Luz Long diede a Jesse Owens (un atleta nero) consigli utili a vincere il salto in lungo, nonostante fosse un suo avversario; questo gesto viene considerato da molti un esempio di “vero Spirito Olimpico”. La Spagna non prese parte a queste Olimpiadi e, come contromanifestazione a queste, il governo spagnolo del Fronte Popolare organizzò a Barcellona una competizione sportiva internazionale chiamata Olimpiade Popolare, che non poté tuttavia avere luogo a causa dello scoppio della guerra civile spagnola.

L’URSS non prese parte ai Giochi Olimpici fino alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 e dal 1928 al 1956 organizzò una competizione sportiva internazionale chiamata Spartachiadi. Molti atleti comunisti scelsero di non disputare le Olimpiadi e disputarono invece le Spartachiadi.

I Giochi Olimpici del 1956 furono le prime Olimpiadi a venire boicottate. Paesi Bassi, Spagna e Svizzera rifiutarono di parteciparvi in segno di protesta per la repressione da parte sovietica della rivolta ungherese del 1956; inoltre anche Cambogia, Egitto, Iraq e Libano boicottarono i Giochi a causa della Crisi di Suez

Un incidente politico di scala minore avvenne durante le celebrazioni dei giochi di Città del Messico 1968. Due atleti afroamericani della squadra di atletica leggera, Tommie Smith e John Carlos, durante l’esecuzione dell’inno statunitense alla cerimonia di premiazione dei 200 metri, eseguirono il saluto delle Pantere Nere per denunciare il razzismo contro gli afroamericani negli USA.

Il massacro di Monaco di Baviera fu un evento terroristico avvenuto durante le Olimpiadi estive del 1972, a Monaco di Baviera (Germania Ovest). Un commando dell’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero irruppe negli alloggi destinati agli atleti israeliani del villaggio olimpico, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Un successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco.

Negli anni settanta e ottanta furono invece i boicottaggi a segnare i Giochi. Prima furono i paesi africani a boicottare le Olimpiadi del 1976 per protestare contro la tournée in Sudafrica, in pieno regime di apartheid, della nazionale neozelandese di rugby. Ai Giochi di Mosca nel 1980 furono gli USA, assieme ad altri paesi del blocco occidentale, a rifiutarsi di partecipare a causa dell’invasione sovietica dell’Afghanistan. Per reazione, i sovietici e i loro partner del blocco orientale boicottarono i successivi Giochi di Los Angeles nel 1984 Inoltre nel 1988 la Corea del Nord boicottò le olimpiadi a Seul e venne appoggiata da Cuba, Madagascar, Etiopia e Nicaragua.

Non diversamente sono andate le cose nel 2020 a causa dell’emergenza Covid. Il 24 marzo 2020 è stato annunciato il rinvio al 2021 dei Giochi della XXXII Olimpiade per la pandemia. Per tale rinvio, per la prima volta nella storia dei Giochi olimpici estivi, la manifestazione si disputerà in un anno dispari ( ameno di ulteriori rinvii che tutti sperno di poter scongiurare).




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