200 anni dalla morte di NAPOLEONE: celebrazioni all’Elba

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Napoleone – Dopo un 2020 impegnativo che nonostante le difficoltà l’ha vista in cima alle classifiche delle preferenze degli italiani, l’Isola d’Elba si prepara ad affrontare i prossimi 12 mesi nel segno di Napoleone.
Il 2021, infatti, sarà celebrato il bicentenario della morte di Bonaparte e anche l’Elba sarà sotto i riflettori.
Per l’occasione, infatti, l’amministrazione dell’Isola lavora ad una “settimana Napoleonica” che diventi un evento annuale ricorrente per promuovere il territorio.
“Siamo già in contatto con importanti associazioni internazionali come La Federazione Europea delle Città Napoleoniche e Route Napoleon  con le quali stiamo organizzando questo importante anniversario e abbiamo coinvolto tutti i comuni dell’isola e realtà di livello nazionale per creare a partire dal mese di maggio (e poi durante tutta la stagione estiva 2021) un’agenda di eventi veramente speciali e valorizzare il grande patrimonio dell’Elba, spesso ancora poco conosciuto”, ha affermato Niccolò Censi, Coordinatore Gestione Associata Turismo dell’Isola d’Elba.
In attesa della “settimana napoleonica”, ecco 5 curiosità che pochi conoscono sull’imperatore all’Isola d’Elba.
Lo sbarco di Napoleone Bonaparte all’Isola d’Elba avvenne il 4 maggio 1814, a Portoferraio, dove ancora oggi è possibile vedere la zona esatta in cui il primo imperatore francese posò i piedi sull’isola. Da quel momento e fino al 27 febbraio 1815, la vita della comunità elbana venne stravolta dalla presenza di Napoleone e le sue tracce sono ancora ovunque.

Napoleone dormiva pochissimo, si dice che quattro ore per notte fossero più che sufficienti, era un grande appassionato di filosofia e scienza, giardinaggio e ingegneria. Per sostenere le proprie abitudini di studioso e pensatore, il generale francese fece in modo di organizzare in quasi tutte le città lungo il percorso dei suoi spostamenti una dimora che fosse punto di riferimento e oasi di quiete. Sparse per tutta l’Isola d’Elba si possono riscoprire, infatti, ville e stanze che hanno accolto il passaggio inquieto di Napoleone. Dopo una prima notte sull’isola, l’imperatore in esilio individuò la Palazzina dei Mulini come prima residenza. Parte del sistema difensivo delle fortezze medicee, la villa è collocata tra il Forte Falcone e il Forte della Stella ed è così chiamata per l’antica presenza nel luogo di alcuni mulini a vento. Qui, Napoleone pare trascorresse molte delle sue notti nel giardino, passeggiando e meditando una nuova rivincita. Come residenza estiva, fece riadattare villa San Martino, nell’entroterra dell’isola. La dimora avrebbe dovuto essere il nido d’amore da condividere con la moglie Maria Luisa, che però non lo raggiunse mai sull’isola.

Pochi sanno che oltre alle famose Villa dei Mulini e Villa San Martino di Portoferraio, Bonaparte fece allestire delle stanze anche tra le mura di Forte San Giacomo a Porto Azzurro mentre a Rio, accanto a quella che oggi è la sede del Museo del Parco Minerario, sorge un’antica villa che fu palazzo governativo e dove Napoleone era solito alloggiare.

A Bonaparte viene storicamente attribuito il merito di aver istituito la prima DOC elbana, riconoscendo il valore del vino Aleatico, scoperta fatta grazie al ritrovamento del Privilegio dell’Imperatore, un documento che può essere considerato una sorta di DOC ante-litteram. La passione di Napoleone per i vini si tradusse durante il suo soggiorno all’Isola d’Elba in un progetto ambizioso come la realizzazione di un’azienda vitivinicola e riserva di caccia intorno a San Martino, dove fece impiantare diversi vitigni nei pressi della bella residenza, immaginando anche due etichette: il rosso Côte de Rio, ispirato al colore rosso delle montagne ricche di minerali, e il bianco Monte Giove che richiamava il granito dell’omonima cima, calcolando con precisione confermata dalla vendemmia del 1815 (che non riuscì a vedere) quanti barili avrebbe ottenuto.

A Portoferraio, tra i documenti conservati presso l’archivio storico dell’Isola d’Elba, si nasconde anche il passaporto con cui viaggiò sotto mentite spoglie Maria Letizia Ramolino, la madre di Napoleone Bonaparte, nobildonna italiana della Corsica, nota come “Madame Mère”. La mattina del 2 agosto 1814, con il falso nome di Madame De Pont, a quasi 65 anni e abbigliata con molta semplicità, Madame Mère saliva sul ponte del brick inglese Grasshoper ancorato a Livorno per raggiungere l’Elba, viaggiando verso il figlio e pronta a sostenerlo anche durante la sua caduta.

Costruito a Portoferraio su iniziativa di Napoleone, che fece trasformare l’antica chiesa sconsacrata del Carmine, il Teatro dei Vigilanti è attivo ancora oggi e ospita ogni anno un ricco cartellone di spettacoli. La sua realizzazione, però, non si rivelò semplice per Napoleone che, non ricevendo né il pagamento delle tasse nonostante l’istituzione del principato né il vitalizio promesso dalla Francia, per poter reperire i fondi necessari alla sua realizzazione mise in vendita i 65 palchi ai maggiorenti della città, scatenando la corsa all’acquisto da parte di tutti coloro che volevano dimostrare la propria importanza sociale. Proprio qui, inoltre, la sorella Paolina organizzò il ballo di Carnevale il giorno precedente la fuga di Napoleone, avvenuta il 26 febbraio 1814, un po’ per mascherare l’imminente precipitare degli eventi, un po’ per permettere al fratello un ultimo saluto alla società di Portoferraio.

Il soggiorno di Napoleone all’Isola d’Elba ha ispirato numerosi racconti popolari tramandati per generazioni tra i vicoli dei borghi dell’isola. Tra questi, la leggenda della Vantina, raccontata dagli anziani nelle piazze di Capoliveri. Qui, a causa delle troppe tasse imposte dall’imperatore in esilio, scoppiò improvvisamente una sommossa che spinse Napoleone a schierare le sue truppe e una batteria di cannoni da dodici libbre con l’intento di radere al suolo la roccaforte di Capoliveri. Cosa fare, allora, se non provare a trattare? Si cerca il candidato perfetto e per tutti è la giovane Vantina, bellissima figlia di mastro Vantini, a cui viene affidato il compito di rappresentare e salvare l’intera comunità. Si narra che bastò uno sguardo per fare breccia nel cuore di Napoleone che, convinto dai modi umili e gentili della Vantina, decise di ritirare i suoi soldati risparmiando Capoliveri e i suoi abitanti.




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