1998 Or2, l’asteroide che passerà a salutarci

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1998 Or2 – Il 29 aprile, perché potremo ammirare un altro spettacolo del cielo: un grande asteroide, chiamato 1998 Or2, passerà a trovarci, arrivando a una distanza minima di soli 6 milioni di chilometri circa da noi. Ma niente panico, non c’è nulla da temere: l’asteroide, infatti, non si avvicinerà così tanto al nostro pianeta da rappresentare un pericolo. Tanto per rendersi conto di questa distanza, basta pensare la Luna orbita attorno alla Terra a una distanza media di circa 385mila chilometri.

A Puerto Rico, il grande “occhio” da 305 metri di diametro dell’osservatorio di Arecibo sta seguendo un asteroide in avvicinamento, che raggiungerà la minima distanza dalla Terra la prossima settimana, il 29 aprile 2020. Per la Terra non costituisce una minaccia, anzi: guardandolo bene, sembra quasi aver capito che il nostro pianeta sta affrontando una pandemia e che potremmo essere noi una minaccia per lui!

«Le caratteristiche topografiche su piccola scala, come le colline e le creste visibili su un’estremità dell’asteroide 1998 Or2 sono scientificamente affascinanti», afferma Anne Virkki, a capo del Planetary Radar dell’osservatorio di Arecibo. «Ma visto che stiamo tutti pensando al Covid-19, queste caratteristiche fanno sembrare che anche 1998 Or2 si sia premurato di indossare la mascherina».

La struttura della National Science Foundation, gestita dall’Università della Florida centrale, ha un team di esperti che monitora gli asteroidi vicini alla Terra. Questo asteroide appartiene a una classe speciale di asteroidi chiamati Pho, acronimo di oggetti potenzialmente pericolosi (Potentially Hazardous Objects). I Pho hanno dimensioni maggiori di 140 metri e arrivano a 8 milioni di chilometri dall’orbita terrestre, quindi relativamente vicino. Nessun Pho noto rappresenta un pericolo immediato per la Terra, ma osservazioni come quelle condotte all’Osservatorio di Arecibo sono fondamentali e vengono utilizzate per determinare le loro traiettorie future.

«Le misure radar ci consentono di sapere con maggiore precisione dove sarà l’asteroide in futuro, compresi i suoi futuri passaggi in prossimità della Terra», dice Flaviane Venditti, ricercatrice presso l’osservatorio. «Nel 2079, l’asteroide 1998 Or2 passerà in prossimità della Terra circa 3.5 volte più vicino di quest’anno», aggiunge Virkki, «quindi è importante conoscere con precisione la sua orbita. Sebbene questo asteroide non impatterà sulla Terra, è importante comprendere le caratteristiche di questi oggetti per migliorare le tecnologie finalizzate a diminuire il rischio di eventuali impatti».

I dati di Arecibo hanno confermato che 1998 Or2 ha una dimensione di circa due chilometri e ruota una volta ogni 4.1 ore, come suggerito dalle osservazioni fatte con i telescopi ottici. Se un giorno dovessimo scoprire un asteroide che rappresentasse una minaccia per la Terra, conoscere tali caratteristiche sarebbe importante per pianificare una risposta.

La linea bianca indica il percorso dell’asteroide in avvicinamento alla Terra. Crediti: Nasa/Jpl Horizons

Il team ha iniziato le osservazioni il 13 aprile e continuerà a raccogliere dati fino al 23 aprile, quando l’asteroide non sarà più visibile dalla struttura di Puerto Rico. L’asteroide raggiungerà il punto più vicino alla Terra il 29 aprile, quando arriverà a una distanza pari a 16 volte la distanza della Luna: circa 6 milioni di chilometri.

Nonostante la pandemia abbia influenzato le operazioni in tutto il mondo, Arecibo sta continuando le sue osservazioni, dando un’importante contributo alla scienza e alla difesa planetaria. Gran parte delle osservazioni radioastronomiche possono essere fatte da remoto, ma non questo genere di operazioni radar, che richiedono la presenza sul posto di almeno un operatore radar e uno scienziato. Il team di scienziati e operatori del telescopio sta seguendo le linee guida sulla salute e la sicurezza, limitando il numero di osservatori al telescopio e indossando mascherine durante le osservazioni. Ricordiamo che è dalla metà degli anni ’90 che Arecibo svolge un ruolo nell’analisi dei Neo (near-Earth object), osservando da 60 a 120 oggetti all’anno, con il supporto della Nasa.




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