Sotto le stelle dell’Austria – Giunta tra i plauso di pubblico e critica alla sesta edizione e salutata da un sempre crescente successo di pubblico, torna dal 19 al 28 giugno “Sotto le stelle dell’Austria”, l’arena estiva che si svolge negli splendidi giardini del Forum Austriaco di Cultura di Roma (Viale Bruno Buozzi 113) ed è dedicata ai film migliori del cinema austriaco contemporaneo, come sempre a ingresso gratuito.
L’inaugurazione, il 19 giugno alle 21.00, spetta a un maestro come Michael Haneke e al suo Happy End, che aggiunge un nuovo, sensazionale tassello a una filmografia capace di esplorare lati più oscuri della natura umana e della società di oggi. Allo sguardo lucido e distaccato di Haneke fanno da contraltare progetti personalissimi come Wilde Maus, commedia esilarante e debutto alla regia di un attore celeberrimo come Josef Hader, o Die beste aller Welten, eccezionale racconto autobiografico di un’infanzia unica nel suo genere: il film, che ha trionfato all’ultima edizione di Alice nelle Città alla Festa del Cinema di Roma, ha fatto incetta di premi Romy, gli Oscar austriaci.
Un altro progetto che sfugge a ogni classificazione è Untitled – Viaggio senza fine, film testamento del regista Michael Glawogger che ha raccolto senza copione e senza filtri immagini in tutto il mondo, costruendo un inno commovente alla libertà di visione. È proprio l’incapacità di vedere ad essere invece al centro di Licht di Barbara Albert, parabola attualissima sugli ostacoli affrontati dal talento femminile, benché ambientata nella Vienna di Mozart e dedicata alla giovane pianista non vedente Maria Theresia von Paradis, realmente esistita. Un’altra regista donna, Katharina Mückstein, sarà infine ospite del festival per l’evento di chiusura, il 28 giugno, con la proiezione in anteprima italiana del suo splendido L’Animale, il cui titolo si rifà a un brano di Franco Battiato. Già presentato con successo al Festival di Berlino, il film è prodotto da La Banda Film, giovane e dinamica società di produzione fondata da Katharina con l’italiano Flavio Marchetti, esempio perfetto di un dialogo culturale tra Austria e Italia che si rinnova costantemente in direzioni sempre nuove e sorprendenti.
Tutti i film saranno presentati in versione originale con sottotitoli italiano.
Eccovi il programma completo della rassegna.
MARTEDÌ 19 GIUGNO, ore 21.00, HAPPY END, (2017, durata: 110’) di Michael Haneke
con Jean-Luis Trintignant, Isabelle Huppert, Mathieu Kassovitz
Dopo il trionfo di Amour, Haneke torna dietro la cinepresa per raccontare con straordinaria lucidità le vicende di una famiglia dell’alta borghesia di Calais, tra tradimenti, violenza sotterranea, ipocrisia e tendenze autodistruttive. Grazie anche a un cast superlativo e a uno stile unico, che non esclude momenti di insospettabile ironia, il maestro austriaco resta ineguagliato nell’affrontare i grandi interrogativi sociali e esistenziali del mondo di oggi.
MERCOLEDÌ 20 GIUGNO, ore 21.00, WILDE MAUS (2017, durata: 103’) di Josef Hader
con Josef Hader, Pia Hierzegger, Jörg Hartmann
Georg è il critico musicale di un importante quotidiano, ma quando all’improvviso viene licenziato non riesce a farsene una ragione: deciderà di non confessarlo neanche alla moglie, iniziando a lavorare di nascosto in un parco giochi. Tra i più popolari attori austriaci, Hader esordisce alla regia con una commedia insieme amara e esilarante, il ritratto di un uomo in crisi di mezza età che pure riesce lentamente a riscoprire i piaceri e il senso di una vita libera.
GIOVEDÌ 21 GIUGNO, ORE 21.00, DIE BESTE ALLER WELTEN (2017, Il migliore dei mondi, durata: 103’) di Adrian Goiginger con Verena Altenberger, Jeremy Miliker, Lukas Miko
Adrian ha sette anni, è un bambino vivace e intelligente e ha un bellissimo rapporto con la madre Helga. Quello che Adrian non sa è che Helga è tossicodipendente e col tempo la vita dei due si fa sempre più complicata e rischiosa… Tratto da un’incredibile storia vera (a lieto fine) e capace di emozionare e commuovere senza sentimentalismi, il film ha trionfato ai premi Romy, gli Oscar austriaci, e alla rassegna romana Alice nelle Città. Imperdibile
MARTEDÌ 26 GIUGNO, ore 21.00, LICHT , (2017, Luce, durata: 97’) di Barbara Albert
con Maria Dragus, Devid Striesow, Lukas Miko
Nella Vienna del ‘700 Maria Theresia von Paradis è una giovane pianista di talento che ha perso la vista. I genitori la affidano alle cure del controverso dottor Mesmer, ma, quando la ragazza ricomincia davvero a vedere, a farne le spese è il suo genio musicale… La storia vera di Maria Theresia è una vicenda appassionante di emancipazione femminile, una battaglia contro i pregiudizi quanto mai attuale. Formidabile la protagonista Maria Dragus.
MERCOLEDÌ 27 GIUGNO, ore 21.00, UNTITLED – VIAGGIO SENZA FINE (2017, durata: 107’) di Michael Glawogger, Monika Willi, documentario
Nel 2013 il regista Michael Glawogger inizia un viaggio intorno al mondo con l’obiettivo di filmare quello che vede, senza un copione e senza nessun filtro. Il destino vuole che resti ucciso in Liberia dalla malaria, ma le straordinarie immagini che ha girato vengono assemblate dalla sua montatrice di fiducia, Monika Willi, e rivedono la luce in questo film eccezionale e forse unico nel suo genere, un’opera di struggente poesia sulla bellezza più nascosta del mondo.
GIOVEDÌ 28 GIUGNO, ORE 20.30, L’ANIMALE (2018, durata: 100’) di Katharina Mückstein
con Sophie Stockinger, Kathrin Resetarits, Dominik Warta
La diciottenne Mati è un maschiaccio con la passione del motocross, ma la scoperta dell’amore mette in crisi le sue certezze, proprio mentre il rapporto tra i genitori diventa sempre più precario. Accolto con successo al Festival di Berlino, il film prende il titolo da un brano di Battiato e ne sposa il racconto dell’eterna lotta tra istinto e ragione, desiderio e regole sociali, con uno stile che conferma Mückstein una delle grandi promesse del cinema austriaco.
Presenta il film la regista Katharina Mückstein.
Per maggiori informazioni eccovi la storia del forum austriaco di cultura capitolino.
L’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano alla ricerca scientifica deliberata da Papa Leone XIII nel 1881, fornì l’occasione per fondare – nel medesimo anno – un Istituto Austriaco di Studii Storici a Roma. Determinante fu l’iniziativa del celebre medievista Theodor von Sickel, futuro primo direttore, che in un’udienza del giugno 1881 ottenne l’approvazione da parte dell’Imperatore Francesco Giuseppe I. Una lettera autografa imperiale del 1881 e un decreto ministeriale del 1883 ne possono essere considerati gli atti costitutivi. Solo nel 1890, con l’affitto di un appartamento sito in Via della Croce 74, fu possibile allestire una sede istituzionale permanente. Dal 1895 esiste uno stretto e continuativo rapporto con l’Accademia Austriaca delle Scienze (che opera la scelta dei borsisti), rapporto tutt’ora in essere. Fino al 1935 gli storici Theodor von Sickel (1883–1901), Ludwig von Pastor (1901–1928) e Ignaz Philipp Dengel (1928–1938) che si susseguirono nella direzione, definirono l’orientamento dell’attività dell’Istituto. L’attività scientifica venne interrotta soltanto durante la prima guerra mondiale.
Un accordo culturale stipulato tra Austria e Italia nel 1935 mutò l’Istituto Storico Austriaco in un Istituto di Cultura. Tale trasformazione era già prevista nei cosiddetti Protocolli Romani del 17 febbraio 1934, che prevedevano al contempo la fondazione di un Istituto Italiano di Cultura a Vienna. Nell’agosto del 1936 si diede inizio alla costruzione dell’edificio a viale Bruno Buozzi (all’epoca denominato viale dei martiri fascisti) su progetto dell’architetto austriaco Karl Holey. I lavori vennero portati a compimento agli inizi del 1938, l’Istituto austriaco potè usufruirne per soli due mesi.
Dopo l’Anschluss“ dell’Austria al Reich Tedesco, avvenuto nel marzo dello stesso anno, l’Istituto venne incorporato dall’Istituto Storico Germanico. La biblioteca fu accorpata alla “Biblioteca Prussiana” dell’Istituto Storico Germanico che nell’edificio trasferì la sua sede che, dopo un trasloco prolungato, venne inaugurata ufficialmente il 22 marzo 1939. Ignaz Philipp Dengel invece, nel marzo del 1938 fu citato in giudizio a Vienna e costretto a presentare domanda per il pensionamento. Dopo un breve arresto da parte della Gestapo gli fu impedito di lasciare Vienna per un periodo di tre mesi e solo successivamente poté far ritorno ad Innsbruck, sua città natale. Nel 1939 la sua pensione fu temporaneamente annullata per intero, poi ridotta di un quarto.
Gli avvenimenti bellici, in particolare l’armistizio italiano del settembre 1943 e un ordine del Führer” del dicembre dello stesso anno, portarono alla chiusura dell’Istituto. A partire dal gennaio del 1944 ebbe luogo l’evacuazione della biblioteca e – dopo una sosta provvisoria nelle miniere di sale di Bad Aussee – ne venne disposto il trasferimento a Pommersfelden (Franconia).
Nel giugno del 1945 venne nominato da parte italiana un amministratore giudiziario per l’edificio, posto nel frattempo sotto la protezione e l’amministrazione della Legazione Svizzera. Nel maggio del 1946 fu concesso al Rappresentante Politico Austriaco in Italia di risiedere nell’edificio. Questo venne adibito fino all’anno 1949 a sede prima della Rappresentanza Politica Austriaca, poi della Legazione Austriaca in Italia.
Il 1949 vide la ripresa dell’attività dell’Istituto di Cultura e il 1950 anche del lavoro scientifico nell’ambito di un Dipartimento Storico. La cerimonia ufficiale d’inaugurazione come Istituto Austriaco di Cultura a Roma (con Sezione Storica) ebbe luogo l’11 aprile del 1950. La restituzione dei beni della biblioteca e la loro classificazione in base alla rispettiva provenienza, tedesca e austriaca, si protrasse sino al 1951. Il sequestro fu formalmente annullato nel 1952. La Sezione Storica fu trasformata, con validità dal 1° gennaio 1982, in un proprio Istituto Storico Austriaco presso l’Istituto Austriaco di Cultura” (subordinato al Ministero della Scienza e la cui supervisione scientifica venne conferita all’Accademia Austriaca delle Scienze“). Dal 1982, dunque, due Istituti vivono sotto lo stesso tetto. Nel 2001, l’Istituto Austriaco di Cultura a Roma ha assunto la denominazione di Forum Austriaco di Cultura“.
Raffaele Dicembrino