ALTRO CHE DDL ZAN: LA LEZIONE DELLA ROWLING di Mario Adinolfi

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ROWLING – La scrittrice probabilmente più nota al mondo, J.K. Rowling, ha risposto alle critiche rivolte ai suoi tweet considerati “omotransfobici” pubblicando un lungo articolo sul proprio sito internet. Questo suo testo del 10 giugno 2020 va letto con attenzione perché è una vera e propria pietra miliare nella storia del contrasto all’ideologia gender, redatta da un’autrice nota a livello planetario e certamente non tacciabile di bigottismo cattolico.

J.K. Rowling ha ricordato come sia stata travolta dalle critiche nel mese di dicembre per aver espresso il proprio sostegno a Maya Forstater che ha perso il proprio lavoro per aver espresso su Twitter la propria opinione sostenendo che il sesso di una persona sia legato alla sua natura biologica. Un atto di pura violenza e discriminazione contro una donna, operato dalla lobby Lgbt. La Rowling realizzava degli screenshot di alcuni tweet che coglievano il suo interesse e, in un’occasione, ha per sbaglio cliccato like, venendo sommersa dai commenti, peggiorati dopo la sua decisione di seguire sui social media Magdalen Burns, una giovane femminista lesbica che stava morendo a causa di un aggressivo tumore al cervello. L’autrice voleva scriverle in privato e ha quindi dovuto seguirla, ma Magdalen era una grande sostenitrice del sesso biologico e non credeva che le persone lesbiche avrebbero dovuto essere definite “bigotte” per la loro scelta di non avere relazioni sentimentali con donne transessuali. La scrittrice era quindi consapevole di quello che sarebbe accaduto quando avrebbe sostenuto Maya ed era pronta anche alle minacce di violenza, ricevendo persino commenti in cui si dichiarava che bisognava bruciare i libri che aveva scritto.

J.K. Rowling ha aggiunto: “Quello che non mi aspettavo era la valanga di e-mail e lettere, la maggior parte positive, piene di gratitudine e in mio sostegno. Provenivano da un gruppo di persone gentili, dotate di empatia e intelligenza, alcune delle quali lavoravano in campi che affrontavano la disforia di genere e le persone transessuali, che sono tutte profondamente preoccupate del modo in cui un concetto socio-politico stia influenzando la politica, la medicina e l’occuparsi degli altri. Sono preoccupati per i pericoli nei confronti dei giovani, degli omosessuali e per l’erosione dei diritti delle donne e dei ragazzi. Soprattutto sono preoccupati per un clima di paura che non è utile a nessuno, nemmeno ai giovani transessuali”.

La scrittrice ha sottolineato: “Mi sono allontanata da Twitter per alcuni mesi prima e dopo aver condiviso il mio sostegno per Maya, perché sapevo che non avrebbe fatto bene alla mia salute mentale. Sono ritornata solo perché volevo condividere gratis un libro per bambini durante l’ultimo periodo di isolamento. Immediatamente gli attivisti che, evidentemente, si credono buoni, gentili e progressivi, hanno di nuovo invaso la mia timeline, sostenendo di avere un diritto di decidere di cosa potevo parlare, accusandomi di odio, insultandomi e definendomi – come ogni donna coinvolta in questo dibattito sa – TERF”. La sigla TERF è un termine coniato dagli attivisti Lgbt che significa Trans-Exclusionary Radical Feminist e comprende molte diverse tipologie di persone come una madre che ha paura suo figlio voglia cambiare sesso per sfuggire al bullismo omofobico e una signora anziana che ha ammesso di non voler più fare acquisti da Marks & Spencer perché hanno permesso a un uomo che si identifica come donna di accedere ai camerini destinati alle donne, e molti altri esempi.

La scrittrice ha quindi spiegato di avere cinque motivi per cui parla apertamente ed è preoccupata dell’attivismo esistente nella comunità transessuale. La prima è che gestisce un’associazione benefica che si occupa di donne e bambini in difficoltà in Scozia e si occupa di progetti a sostegno di donne che si trovano in carcere e sopravvissute ad abusi domestici e sessuali, oltre a sostenere delle ricerche mediche legate alla sclerosi multipla che ha degli effetti diversi sulle donne e sugli uomini: “Per me è chiaro da tempo che il nuovo attivismo trans sta avendo (o probabilmente avrà, se tutte le richieste verranno soddisfatte) un impatto significativo su molte delle cause che sostengo perché sta spingendo per erodere la definizione legale di sesso e rimpiazzarla con genere”.

J.K. ha poi spiegato che come ex insegnante e fondatrice di un’organizzazione che si occupa dei bambini studia da tempo le questioni legate all’educazione e alla protezione dei minori, realtà che subiranno delle conseguenze legate al nuovo attivismo gender.

Il terzo motivo è legato alla difesa della libertà di parola, il quarto riguarda il numero crescente di persone che rimpiangono la scelta di cambiare il proprio sesso e in molti casi hanno modificato il proprio corpo senza poter tornare indietro e aver rinunciato alla possibilità di diventare madri. La scrittrice ha sottolineato che molti studi hanno dimostrato che la pressione sociale, alimentata anche dall’uso di internet e dagli attacchi da parte dei bulli, ha un ruolo in molti casi fondamentale nel portare i giovani a identificarsi come transessuali e voler iniziare la propria trasformazione fisica. Alcuni studi hanno dimostrato che i giovani transessuali affrontano problemi come ansia, dissociazione, disturbi alimentari, atti autolesionistici e odio nei confronti di se stessi, situazioni che portano i teenager a cercare sostegno e conforto online. La Rowling ha spiegato che forse, se fosse nata trenta anni prima, avrebbe provato anche lei la tentazione di diventare un ragazzo per diventare “il figlio che suo padre ha sempre detto che avrebbe preferito”. La scrittrice ha sottolineato: “Quando ho letto la teoria sull’identità di genere mi sono ricordata come mi sentivo mentalmente priva di un sesso definito da ragazza. Mi ricordo la descrizione di se stessa compiuta da Colette che diceva di essere ‘ermafrodita mentalmente’ e le parole di Simone de Bauvoir: ‘Per la donna futura è perfettamente naturale sentirsi indignata di fronte ai limiti posti legati al proprio sesso. La vera domanda non è perché dovrebbe rifiutarli: il problema è piuttosto di capire perché li accetta’”. L’autrice ha spiegato che i suoi problemi e dubbi affrontati quando era ragazza li ha superati grazie ai libri, alla musica, trovando il proprio posto nel mondo e approfondendo l’ambivalenza di essere una donna riflettendosi nelle opere di scrittrici e musiciste che “va bene essere confusi, dark, essere sessualizzati e anche il contrario, non essere certi di chi si è. Voglio essere davvero chiara: so che la transizione sarà una soluzione per alcune persone che soffrono di disforia di genere, ma sono anche consapevole tramite molte ricerche che gli studi dimostrano in modo consistente che circa il 60-90% dei teenager supereranno la propria disforia. Mi hanno detto più e più volte ‘semplicemente incontra dei transessuali’. L’ho fatto: oltre ad alcuni giovani, che erano tutti adorabili, conosco una donna transessuale che è più vecchia di me ed è fantastica. Anche se parla apertamente del suo passato come uomo gay, ho sempre trovato complicato pensare a lei se non come una donna, e credo (e certamente spero) che sia completamente felice di aver compiuto la transizione”. La scrittrice sostiene poi che molte persone non sono consapevoli del fatto che si possa chiedere di poter cambiare genere per legge anche senza compiere delle terapie ormonali o subire operazioni, situazione non priva di problematiche.

La creatrice di Harry Potter sostiene che si sta attraversando un periodo estremamente misogino e che negli anni ’80 non avrebbe mai immaginato che le sue figlie avrebbero dovuto affrontare una cultura che si oppone al femminismo e “saturata dal porno”, situazione che rende la vita delle ragazze peggiore rispetto al passato, ricordando che il presidente degli Stati Uniti è stato persino accusato di molestie sessuali e tratta le donne come oggetto, mentre gli attivisti sostengono che chi è TERF vada picchiato e rieducato: “Ovunque alle donne viene detto di stare zitte, ferme o subire le conseguenze”.

La scrittrice ha quindi spiegato di considerare l’idea che le donne dal punto di vista biologico non vivano delle esperienze comune come profondamente misogine e regressive, oltre a pensare che negare l’importanza del sesso contribuisca a erodere la creazione di una classe politica coesa. La centinaia di e-mail ricevute negli ultimi giorni dimostrano che molte persone esprimono delle preoccupazioni perché si sostiene “che non è abbastanza essere donne che sostengono le persone transessuali. Le donne devono accettare e ammettere che non c’è alcuna differenza materiale tra loro e le donne transessuali. Ma, come molte donne hanno detto prima di me, ‘donna’ non è un costume. ‘Donna’ non è un’idea nella testa di un uomo. ‘Donna’ non è un cervello rosa o un apprezzamento nei confronti delle Jimmy Choo o qualsiasi altra idea sessista che ora in qualche modo viene propagandata come progressiva. Inoltre il linguaggio ‘inclusivo’ che chiama le persone di sesso femminile ‘mestruatrici’ e ‘persone con la vulva’ viene considerato da molte donne come in grado di disumanizzare e sminuire. Capisco perchè chi è attivista trans considera questo linguaggio appropriato e gentile, ma per chi tra di noi è stato degradato con termini volgari detti da uomini violenti non è neutrale, è ostile e alienante”.

La quinta ragione per la preoccupazione nei confronti dell’attivismo è infatti per J.K. Rowling molto personale: “Sono una figura pubblica ormai da venti anni e non ho mai parlato del fatto che sia una sopravvissuta ad abusi domestici e aggressione sessuale. Non perché mi vergogni di quanto mi è accaduto, ma perché è traumatico rivivere e ricordare. Mi sento inoltre protettiva nei confronti della figlia nata dal mio primo matrimonio. Non volevo sostenere l’esclusiva proprietà di una storia che appariene anche a lei. Tuttavia, poco tempo fa, le ho chiesto cosa avrebbe provato nel parlare pubblicamente di quella parte della mia vita e mi ha incoraggiata a farlo. Sto menzionando queste cose ora non per ottenere simpatia, ma in solidarietà con l’enorme numero di donne che hanno storie simili alla mia, che sono state considerate bigotte per aver espresso preoccupazioni nei confronti di spazi senza distinzione di sesso”. La scrittrice ha ribadito: “Le cicatrici lasciate dala violenza e dalle aggressioni non scompaiono, a prescindere da quanto si è amate e quanti soldi si guadagnino”.

J.K. Rowling ha spiegato che ora è sposata con un uomo fantastico, ma continua a essere spaventata da suoni improvvisi o da persone presenti improvvisamente alle sue spalle: “Se poteste entrare nella mia testa e capire quello che provo quando leggo di una donna trans che muore per mano di un uomo violento trovereste solidarietà e comprensione. Ho un viscerale senso del terrore per quello che queste donne hanno vissuto negli ultimi secondi sulla terra perché anche io ho vissuto momenti di cieca paura quando ho capito che l’unica cosa che mi teneva in vita era la potenziale capacità di controllarsi del mio aggressore”.

La scrittrice ha quindi sottolineato: “Credo che la maggior parte delle persone che si identificano come trans non siano una minaccia per gli altri, ma sono vulnerabili per tutte le ragioni che ho sottolineato. Le persone transessuali hanno bisogno e meritano protezione. Come le donne hanno più probabilità di essere uccise dai propri partner. Le donne che lavorano nell’industria del sesso, in particolare le donne transessuali di colore, sono in particolare a rischio”. Rowling ha spiegato che vuole che tutte, anche le donne e le ragazze nate biologicamente di sesso femminile, possano sentirsi al sicuro ed è preoccupata dal fatto che chiunque si faccia identificare come donna, anche senza aver compiuto un cambiamento fisico, possa accedere liberamente agli spogliatoi e ai camerini riservati alle donne.

Pochi giorni fa si è ritrovata alle prese con la rabbia e la delusione per dei progetti del governo scozzese legata al riconoscimento di genere e che non pone dei limiti o assicura che qualcuno possa definirsi una donna semplicemente dichiarando di esserlo, potenzialmente avendo delle intenzioni di tipo criminale.

La scrittrice si era collegata ai social solo per dare dei feedback legati ai disegni dei bambini inviati per la nuova iniziativa legata al suo libro, tuttavia si è imbattuta in una notizia che usava dei termini che considerava degradanti per le donne e ha condiviso apertamente la propria opinione, ritrovandosi così a pagarne il prezzo e ricevendo minacce di attacchi violenti e persino di morte: “Tu sei Voldermort ha detto una persona, chiaramente pensando che fosse l’unico linguaggio che avrei capito”. La scrittrice sostiene che usare solo gli hashtag approvati o conformarsi alla maggioranza sarebbe più facile, ma molte donne sono ” terrorizzate dagli attivisti legati alla comunità transessuale. Lo so perché molte mi hanno scritto per condividere le proprie storie. Hanno paura di essere linciate sui social media, perdere i propri posti di lavoro o rendita, e di essere attaccate con violenza”.

La Rowling ha chiaramente dichiarato: “Mi rifiuto di inchinarmi a un movimento che credo stia compiendo dei danni dimostrabili nel tentativo di erodere ‘donna’ come una classe politica e biologica e offrendo una copertura ai predatori come pochi prima di tutto questo. Sostengo le donne e gli uomini coraggiosi, gay, etero e trans che difendono la libertà di parola e pensiero e il diritto di proteggere alcune delle persone più vulnerabili della nostra società: i ragazzi omosessuali, i teenager fragili e le donne che vogliono mantenere le differenze negli spazi. Le statistiche dimostrano che queste donne sono la maggioranza ed escludono solo quelle privilegiate e abbastanza fortunate da non aver mai affrontato la violenza o un’aggressione sessuale, e non si sono mai preoccupate di educare se stesse su quanto sia prevalente”. L’autrice di Harry Potter sostiene che nessuna donna preoccupata dall’erosione dei propri diritti e dalla progressiva intimidazione abbia dimostrato odio contro i transessuali tra le persone con cui ha parlato e, al contrario, c’è stata una grande dimostrazione di interesse e sostegno.

J.K. Rowling ha quindi concluso il suo saggio sostenendo che non l’ha scritto per ottenere simpatia, ma solo per ribadire che come tutti gli esseri umani ha un passato complicato che alimenta le sue paure, i suoi interessi e le opinioni. “Non ho mai dimenticato quanto sia complessa l’interiorità quando sto creando un personaggio e sicuramente non lo dimentico quando si parla di persone transessuali. Tutto quello che chiedo – e voglio – è un’empatia, una comprensione simili e che questi sentimenti vengano estesi alle milioni di donne il cui unico crimine è il desiderio che le proprie preoccupazioni vengano ascoltate senza ricevere minacce o abusi”.

Il lungo testo di J.K. Rowling apparso sul suo sito web il 10 giugno 2020 è certamente destinato ad attrarre ulteriori violente critiche dalla lobby Lgbt così come dalla rigida e ideologica comunità dello show business anglofono, peraltro capitanata curiosamente da Daniel Radcliffe, l’attore che deve tutto ad aver interpretato il ruolo di Harry Potter e che in questi giorni si è scagliato con ferocia contro l’autrice. Quel che è certo è che l’articolo della Rowling spiega molto del clima di intimidazione costruito dall’ideologia gender ed è dunque un primo passo verso il necessario suo smantellamento.

Altro che legge Zan, qui la necessità è l’esatto contrario: la protezione del diritto alla libertà d’espressione per coloro che non vogliono uniformarsi ai diktat di una lobby prepotente e violenta che non consente neanche l’apertura del dibattito attorno a temi che invece sono cruciali: la dittatura dei modelli estetici derivanti del porno che ha saturato l’immaginario sessuale dei giovani, la moda della disforia di genere diagnosticata fin dalla tenerissima età in soggetti che nel 90% dei casi con lo sviluppo l’avrebbero risolta, l’intervento non reversibile sulle caratteristiche sessuali, l’idea che il sesso biologico non sia un dato reale ma un elemento modificabile a proprio piacimento con conseguenze inevitabilmente deliranti e potenzialmente violente verso le donne dal punto di vista giuridico. Su questo e molto altro pretendiamo un piano di discussione libero, sgombro da ogni forma di intimidazione, certamente privo di norme che vogliano identificare come “omotranfobica” un’opinione che è semplicemente difforme da quella della lobby che vuole imporre anche alla più famosa scrittrice del mondo cosa e come deve pensare in materia.




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