Zimbabwe – Ecco l’ennesimo esempio che dimostra come gli africani abbiano bisogno di essere aiutati a casa loro. Harare, la capitale dello Zimbabwe, daalmeno 48 ore è una città senz’acqua.
Le autorità hanno sospeso la distribuzione di acqua potabile lasciando a secco oltre due milioni di persone – non potendo pagare i prodotti chimici necessari per la depurazione dell’acqua inquinata contenuta nelle dighe (semi-vuote) del Paese.
Ci arrivano segnalazioni concernenti la gravità della situazione dello Zimbabwe – Harare, la capitale dello Zimbabwe, da almeno 48 ore è una città senz’acqua. . Infatti la popolazione sta bevendo l’acqua delle fogne ed espletando i bisogni fisiologici all’aperto, aumentando il rischio di far esplodere epidemie di tifo e colera.
Lo scorso anno ad Harare si era registrato il peggior focolaio di colera dell’ultimo decennio, con 26 vittime e centinaia di contagiati. Anche allora la causa fu individuata nello scoppio di alcuni condotti fognari e nelle forniture idriche inadeguate. Ora la situazione è anche peggiore, acuita dalla siccità dovuta a El Nino che ha ridotto i livelli idrici nelle dighe di tutto lo Zimbabwe. Tra queste, l’invaso di Kariba, che fornisce la più grande centrale idroelettrica del Paese e fornisce acqua alla capitale.
Il vice sindaco di Harare, Enock Mupamawonde, ha spiegato che il municipio spende in media 40 milioni di dollari dello Zimbabwe (circa 2,7 milioni di dollari Usa) al mese per i prodotti chimici necessari per rendere potabile l’acqua fortemente inquinata. Ma nelle casse dell’amministrazione locale stanno affluendo mensilmente meno di 15 milioni di dollari dello Zimbabwe. Per ciò la municipalità non è in grado di assicurare la valuta estera necessaria per comprare i prodotti chimici. Da qui la decisione di fermare a tempo indeterminato l’attività dell’impianto di trattamento delle acque di Morton Jaffray fuori Harare, che già da mesi stava lavorando a meno della metà del proprio potenziale (704 mega-litri di acqua al giorno contro una domanda di 1.200 mega-litri). Inoltre il mese scorso è stato chiuso anche un impianto di trattamento acque più piccolo perché le due dighe che lo alimentavano si sono prosciugate.
- Uno dei pozzi contaminati di Harare. (Photo by Tafadzwa Ufumeli/Getty Images)
“La chiusura del depuratore di Morton Jaffray è dovuta alla non disponibilità di valuta estera … è una cosa a dir poco devastante”, ha detto Mupamawonde, esortando il governo del presidente Emmerson Mnangagwa a dichiarare la crisi idrica un disastro nazionale. “È assai improbabile che la situazione migliori se non viene intrapresa alcun intervento urgente”, ha aggiunto, ricordando come la municipalità di Harare abbia un buco di oltre 1 miliardo di dollari dello Zimbabwe in fatture non pagate.
La carenza di valuta estera è una prima diretta conseguenza dell’introduzione nel giugno scorso della nuova valuta locale fortemente voluta dal presidente Mnangagwa per bloccare l’inflazione. Negli ultimi 10 anni, infatti, per le transazioni erano stati usati il Rand sudafricano o il dollaro Usa. Una decisione di Mnangagwa si sta rivelando assai infelice, considerando che solo la scorsa settimana, il dollaro dello Zimbabwe è crollato del 23% sul mercato nero. La carenza di valuta pregiata è stata poi resa ancora più grave dalla decisione di porre dei limiti alla quantità di contante che gli stranieri possono acquistare dalle banche. Una serie di problemi gravissimi che mettono a repentagliola salute di migliaia di persone. E’ urgente che l’Europa si dia da fare per aiutare queste popolazioni in difficoltà!
Basta sbarchi di migranti! Basta porti aperti! Basta vitto ed alloggio gratis a personaggi giovani e baldi! Sono queste le persone che hanno bisogno di aiuto e non presto…..subito!!!!!!