Dopo le elezioni di domenica scorsa, domina l’incertezza politica ed il futuro politico della Spagna si fa incerto. I Popolari del premier Rajoy, vincitori ridimensionati dal voto, cercano consensi per la formazione di un governo di coalizione da parte degli altri partiti: i socialisti certo, ma anche la nuova sinistra indipendentista di Podemos e i centristi di Ciudadanos.
Ma quali sono gli scenari possibili in questo marasma di formazioni politiche e di divisioni culturali?
Potrebbe sorgere un governo del Pp con l’accordo di Ciudadanos, oppure diversamente si potrebbe giungere ad una difficile coabitazione verso sinistra aprendo gli autonomisti. Attualmente l’antico bipartitismo appare sempre più una chimera per la Spagna e gli scenari all’orizzonte appaiono completamente nuovi e ricchi di sorprese (speriamo positive) per gli spagnoli alla ricerca di una ripresa economica ed un miglioramento della qualità di vita nel paese. Attualmente la cornice parlamentare comprende quattro protagonisti ed accordi intricati e complicati sono una minaccia per la durata e la forza di una coalizione di governo che operi per il bene del Paese.
Il Psoe potrebbe fare la voce grossa anche se le divisioni al suo interno sono l’ostacolo principale: infatti tra i rappresentanti eletti vi è chi vorrebbe una grande coalizione, o chi desidererebbe orientarsi verso un accordo con Podemos, movimento in ascesa e nato dalle grandi mobilitazioni e rappresentante disponibile ad una sorta di protagonismo della società della Spagna.
L’interrogativo degli analisti è legato alla possibilità che possa esservi un governo di minoranza. Una soluzione che avvicinerebbe la Spagna alle recenti gesta politiche dei “cugini” italiani e, anche in questo caso, forti pressioni su questo tipo di “ribaltone” appaiono giungere dalla vicina Germania.
Converrebbe alla Spagna giungere ad una soluzione così estrema? Ma soprattutto sarebbe giusto nei confronti dei cittadini che si sono espressi in modo incerto, ma comunque in modo diverso da quello che prevederebbe un governo che escluderebbe il partito vincitore? E che garanzia di durata avrebbe?