Russia – “La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo”. E’ quanto scritto da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo e fedelissima di Vladimir Putin, sul suo seguitissimo profilo Facebook.
Un messaggio piuttosto chiaro che arriva dopo l’annuncio del ministero della Difesa russo dell’inizio del “ritiro” delle truppe di Mosca dal confine con l’Ucraina. La Zakharova lancia così una frecciata a Stati Uniti e Regno Unito che da giorni parlano di attacco della Russia che avrebbe dovuto avere inizio il 16 Febbraio 2022. Una previsione che alla luce delle ultime mosse militari appare in effetti del tutto errata.
Zakharova: “Stati Uniti e Regno Unito sono folli, falsificatori”
Ieri la bella “voce di Putin”, in un’intervista esclusiva a Quarta Repubblica, programma condotto da Nicola Porro, ha definito “folli, senza morale e falsificatori” Stati Uniti e Regno Unito. “Quando ascoltiamo le dichiarazioni della Casa Bianca e di Downing Street sul fatto che la Russia avrebbe intenzione di attaccare, ci rendiamo conto che lo possono dichiarare solo persone folli, che sono matte, che non hanno una morale e che fanno delle falsificazioni”, ha detto Zakharova. E ancora: “Non capiscono la nostra mentalità: noi siamo slavi, siamo persone che si considerano un popolo unico, perché abbiamo una storia comune di diversi secoli”.
Frecciate social (anche) in latino
Maria Zakharova è nota per i suoi post social al fulmicotone. Lo scorso anno ad esempio punzecchiò così Ue e Usa dopo il dirottamento dell’areo Ryanair da parte del governo di Lukashenko. “È scioccante che l’Occidente definisca ‘scioccante’ l’incidente nello spazio aereo della Bielorussia”. Nel suo post Facebook, per il resto rigorosamente in cirillico, il portavoce del ministero degli Esteri russo se ne uscì poi con un’acuta frase in latino: “Quod licet Iovi, non licet bovi”, ovvero “quello che è concesso a Giove, non è concesso al bove”. Un monito per far notare letteralmente come molte cose che vengono consentite agli Dei, o ai loro protetti, non sono concesse agli uomini.