La Francia torna a far parlare di se per l’ennesimo episodio concernente la vita dei bambini. L’adozione di un infante concepito da PMS stranieri è stata convalidata dalla corte d’appello di Aix-en-Provence che ha riconosciuto la piena adozione di un bambino nato da PMA ritenendo che si tratta del frutto di un progetto parentale.
Le associazioni gridano il loro dissenso in nome del superiore interesse del bimbo. Una decisione che rappresenta un colpo duro per le associazioni che si oppongono alla Legge Toubira (la legge che ha aperto il matrimonio alle coppie omosessuali). Il timore è che una volta che con la legge sul “mariage pour tous”, si è aperta la strada al riconoscimento del matrimonio alle coppie gay, il processo continui consentendo alle coppie omosessuali di accedere alle tecniche di Pma e Gpa (utero in affitto) in modo totalmente indiscriminato.
Non si tratta del primo caso e sicuramente non sarà neppure l’ultimo del tipo e continuerà a creare problemi e polemiche, divisioni ed incomprensioni. La sentenza riguarda la storia di una donna omosessuale che ha concepito il suo bambino ricorrendo all’estero alla procreazione medicalmente assistita. Rientrata in Francia, la donna ha partorito ed è stata riconosciuta come madre del bimbo. Poi si è sposata e la sua sposa ha chiesto di adottare il figlio della compagna. Alla Corte i giudici hanno chiesto se dovevano accordare questa adozione visto che la legge Toubira aveva aperto il matrimonio e l’adozione dei figli alle coppie gay nelle stesse condizioni di una coppia eterosessuale. O se invece dovevano considerare che la coppia in questione aveva raggirato la legge visto che la procreazione medicalmente assistita (Pma) e la Gpa non sono autorizzate alle coppie gay. Nel suo parere la Corte ha ritenuto non solo che il ricorso alla procreazione assistita “non fa ostacolo” all’adozione da parte della sposa della madre ma interpreta la legge Toubira come un testo che apre l’adozione alle coppie di persone dello stesso “senza alcuna restrizione relativa alla modalità del concepimento del bambino stesso”.
Le Manif pour tous, il cartello di associazioni che lo scorso anno contro la legge Toubira, aveva portato in piazza a Parigi un milione di persone continua la sua battaglia per i diritti dei bimbi. Nel denunciare la sentenza della Cassazione in nome dell’interesse superiore del bambino, la Manif è sempre in prima linea per per dire no alle conseguenze della Legge Toubira”, e cioè al ricorso alla Pma per le coppie di sole donne e alla Gpa, uteri in affitto, per le coppie di soli uomini. Sull’argomento è sceso in campo direttamente (ed in più di un’occasione) Ludovine de La Rochère, presidente de La Manif pour tous, sostenendo che il parere della Corte di Cassazione “toglie il divieto alle coppie di donne di fare ricorso alla procreazione medicalmente assistita, dal momento che l’inseminazione ha luogo fuori dalle nostre frontiere. Così facendo la giustizia incoraggia le persone a raggirare la legislazione francese andando all’estero e consentendo di fabbricare fin dal concepimento e deliberatamente un bimbo orfano di padre. E’ progresso questo? La risposta è no”.
Sulla questione sono scesi in campo anche i “Giuristi per l’infanzia”. Gli avvocati che aderiscono all’associazione, evidenziano la contraddizione della sentenza della Cassazione con un pronunciamento del Consiglio Costituzionale che aveva chiaramente detto che il fatto di andare all’estero per ricorrere alla Pma o alla Gpa in frode alla legge francese, per chiedere in seguito l’adozione in Francia, costituisce un raggiro della legge che i tribunali competenti dovevano impedire. (Décision n° 2013-669 DC du 17 mai 2013, §58). “Perché – chiedono ora i “Juristes pour l’enfance” – la Corte di Cassazione permette di validare questo pratica in contraddizione con il Consiglio Costituzionale”. Anche le Associazioni Familiari Cattoliche (Afc) sottolineano la stessa contraddizione e soprattutto evidenziano: “si sottomettono i bambini ai desideri degli adulti e così facendo, si da spazio alle condizioni della vita artificiale che è contro il loro stesso interesse”.
“La sentenza della Corte d’Appello di Aix però, non è una sorpresa. La giustizia continua a convalidare la produzione di orfano. Questo è un vero e proprio attacco ai diritti dei bambini ed è incredibile che i tribunali diano il via libera a questi metodi”.
Va rammentato che nel maggio del 2014 la situazione era ben diversa: Un tribunale di Versailles in Francia ha impedito per la prima volta a una donna di adottare il bambino di quattro anni che la compagna ha generato tramite fecondazione assistita in Belgio, perché costituente una «frode rispetto alla legge».
L’anno scorso il governo Hollande ha approvato il matrimonio e l’adozione gay, che permette alle coppie dello stesso sesso di sposarsi e adottare bambini. In Francia però la fecondazione eterologa per le coppie lesbiche è illegale e il giudice ha considerato la pratica di adozione di Versailles come un tentativo di frodare la legge, avendo la coppia aggirato il divieto francese recandosi all’estero.
Dura presa di posizione anche della Chiesa con il recente intervento del cardinale Bagnasco:
«Un conto sono i diritti individuali dei singoli che sono da sempre tutelati dal codice civile, un altro conto è creare nuovi soggetti di diritto che in quanto tali si presentano sul piano della giurisprudenza, della società e della cultura come un “novum” che va di fatto ad equipararsi con la famiglia basata sul matrimonio di un uomo e di una donna».
La novità va ad ampliare una crescente difficoltà per il fenomeno delle adozioni internazionali. I giudici, dando il via libera a questo tipo di procreazione e di adozione saranno la causa di nuove difficoltà per i bambini bisognosi d’affetto nel mondo. Il 2014 si è chiuso con il numero di bambini adottati dall’estero più basso degli ultimi trent’anni. Una tendenza che per gli esperti non sarà senza conseguenze: ci si aspetta, per esempio, un aumento delle domande di procreazione medicalmente assistita. Se le adozioni internazionali sono in crisi in tutto il mondo in Francia sono in caduta libera. L’allarme, prima che dai dati forniti dall’Ined (l’Istituto nazionale di studi demografici) è stato lanciato nei primi giorni dell’anno dai giornali d’Oltralpe come Le Figaro e La Croix basandosi sui dati diffusi dal Quai d’Orsai (il ministero degli esteri francesi da cui dipende il Mai – Mission de l’adoption internationale) che per il 2014 stimava un numero di adozioni tra le mille e le 1100 unità. Al primo dicembre dello scorso anno il numero dei minori adottati era fermo a 935 bambini. Alla fine al 31 dicembre 2014 i bambini adottati in Francia dall’estero sono stati 1.069, facendo superare la soglia psicologica delle mille unità.
Il numero di adozioni più basso degli ultimi 30 anni in Francia e secondo la direttrice dell’Afa (Agence française de l’adoption), l’agenzia francese delle adozioni, Béatrice Biondi su La Croix rappresenta un crollo di circa il 20% sul 2013. Per non parlare del vero e proprio crollo rispetto a dieci anni fa, anche se una riduzione anche sensibile è in corso da anni.
C’è da dire che al momento in Francia sono circa 18mila le autorizzazioni all’adozione in corso di validità. Tre anni in media il tempo che serve ai francesi per portare a termine il percorso adottivo all’estero, una volta ottenuta l’autorizzazione.
Secondo gli esperti a contribuire al declino delle adozioni internazionali (negli anni 2000 in Francia l’83% degli adottati provenivano dall’estero) che nel giro di otto anni – dal 2005 al 2013 – sono passati da 4.136 a 1.343 il fatto che, Oltralpe come in Italia la maggior parte dei bambini adottabili all’estero sono bambini con bisogni speciali: un terzo dei piccoli adottati nel 2013 hanno più di 5 anni e un quarto presenta almeno una patologia. I cosiddetti special needs, infatti, in Francia rappresentano il 63% dell’insieme degli adottati all’estero nel 2014, ossia 667 minori. Nel corso dello stesso anno il 35% dei bambini aveva più di 5 anni, il 37% tra i 2 e i 5, mentre solo il 28% aveva meno di due anni.
Per i francesi il continente africano resta la principale zona geografica di provenienza dei bambini adottati (37%), segue l’Asia (29%) e l’Europa (22%). Se invece si va a vedere nazione per nazione i primi tre Paesi sono Vietnam, Russia e Cina. In un anno il numero dei bambini russi adottati in Francia è crollato del 35%, mentre la riduzione maggiore tra il 2013 e il 2014 riguarda l’Europa con un meno 63 %.
Va ricordato che la Francia è stato il quattordicesimo paese a legalizzare i matrimoni e le adozioni gay. “È un momento storico” ha commentato il ministro della Giustizia, Christiane Taubira. “Crediamo che queste nozze sono una cosa bella e portano un vento di gioia e che coloro i quali oggi vi si oppongono saranno disorientati quando verranno sopraffatti dalla felicità dei neosposi e delle famiglie”, ha concluso Taubira. La Legge è così stata sancita dal nuovo Articolo 143 in cui si legge che “Il matrimonio è contratto tra due persone di sesso opposto o dello stesso sesso”. La destra francese ha però fatto sapere farà ricorso soprattutto per quanto riguarda “alcuni punti procedurali” quali la paternità, l’adozione e sul diritto al lavoro che impedisce sanzioni o licenziamenti per persone omosessuali che rifiutino il trasferimento in un Paese che discrimina gli omosessuali.
Raffaele Dicembrino