La Grecia chiede ad Ankara le scuse per il Genocidio greco-pontico.
Il popolo greco “proseguirà la sua battaglia affinchè la Turchia riconosca il genocidio pontico e presenti delle scuse sincere per i crimini commessi dai propri antenati”.Lo ha affermato nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica Ellenica, Prokopis Paulopoulos, in alcune dichiarazioni riprese anche in Turchia dal giornale bilingue armeno-turco Agos. Alla richiesta di scuse per il cosiddetto “Genocidio pontico”, il Presidente greco ha aggiunto la protesta contro il governo turco perchè Ankara non autorizza i cristiani a pregare nel Monastero di Sumela (vedi immagine), costruito su un dirupo a strapiombo sulla valle dell’Altindere a 1200 metri di altitudine, nella regione di Macka, compresa nella provincia di Trabzon, oggi parzialmente restaurato dalle autorità locali.
Con l’espressione “Genocidio pontico” si indica lo sradicamento dei greci dalle terre rimaste sotto il dominio turco, che ebbe luogo negli stessi anni del Genocidio armeno. I greci del Ponto erano la popolazione greca originaria della regione Pontiaca, che si estendeva nella zona nordorientale sino all’Asia Minore, comprendendo le attuali provincie turche di Samsun, Amasya, Tokat, Ordu, Giresum, Gumushane, Trabzon, Rize e Artvin, sulle coste del Mar Nero.
Si tratta di una vicenda brutta e violenta che non sembra voler trovare mai fine.