Francia – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato che le celebrazioni di messe con presenza dei fedeli non potranno riprendere prima del 2 giugno, nonostante gli allentamenti del lockdown transalpino avvengano a partire dall’11 maggio prossimo.
I vescovi di Francia hanno reagito con un comunicato davanti a questa decisione del governo. Questo il passaggio centrale della nota del Consiglio permanente della Conferenza episcopale di Francia:
«Condividiamo la preoccupazione del governo di limitare il più possibile la circolazione dell’epidemia, ma è difficile capire come la pratica ordinaria della messa promuova la diffusione del virus e ostacoli il rispetto delle protezioni più di molte delle attività che, invece, riprenderanno presto. La dimensione spirituale e religiosa dell’essere umano contribuisce, siamo convinti, alla pace dei cuori, alla forza nelle prove, alla fratellanza tra le persone e a tutta la vita sociale. La libertà di culto è un elemento fondamentale della vita democratica. Questo è il motivo per cui i vescovi desiderano incontrare il pubblico, le autorità nazionali o locali, per prepararsi all’effettiva ripresa del culto».
Attraverso Twitter Sua Eminenza il Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha postato un messaggio indirizzato a tutti i fedeli che sono colpiti dalla pandemia del coronavirus.
“Cari amici, Sono lieto di incontrarvi attraverso queste righe per incoraggiarvi a pregare di più e a non lasciarvi andare. Pregate soprattutto con un cuore traboccante di amore e carità, un cuore riconciliato con Dio e con i nostri fratelli e sorelle.
Se le circostanze o le disposizioni civili o ecclesiastiche causate dal coronavirus vi impediscono di andare in chiesa semplicemente per trovare il Signore o prendere parte all’Eucaristia, sappiate comunque che nessuno, assolutamente nessuno, può impedirvi di rivolgervi a Dio e implorare il Suo aiuto in questo momento di grande prova.
Ricordate le parole che Gesù ci ha rivolti la terza domenica di Quaresima: “Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità»” (Gv 4, 21-24).
È ora, in questo momento in cui il coronavirus opprime i popoli di tutto il mondo, è necessario rivolgersi a Dio con più intensità, fiducia e verità per confidare nella sua tenerezza di Padre e verso la Beata Vergine Maria in modo che ci copra e protegga con il suo manto materno. San Paolo lo raccomanda a noi quando scrive ai cristiani di Efeso, e anche a noi: “In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi” (Ef 6, 18).
Insieme, in un solo cuore e in un’unica anima, uniti nella stessa fede, alziamo le mani a Dio e preghiamolo. Affidiamo a lui il mondo e la Sua chiesa. Il suo cuore si allargherà e ci salverà”.
Cardinale Robert Sarah
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Ritornando allo stop alle Messe imposto da Macron ecco alcuni interessanti esternazioni vescovili francesi:
Monsignor Marc Aillet, vescovo della diocesi di Bayonne, Lescar e Oloron:
«Non credo che si possa capitolare senza discutere di ciò che sembra essere una grave mancanza di rispetto per i cattolici. Siamo persone responsabili, in grado, così come i commercianti e i curatori di musei, di adottare precauzioni sanitarie».
Monsignor Matthieu Rougé, vescovo di Nanterre:
«Una mancanza di rispetto incredibile. Emmanuel Macron dovrebbe capire che la Francia ha bisogno di tutti per superare la crisi e costruire la pace!»
Monsignor Bernard Ginoux, vescovo di Montauban:
«Il culto pubblico proibito = caso di coscienza. Non possiamo privare i nostri fedeli del cibo essenziale che è la grazia sacramentale. Quindi li nutriremo».
Restano dubbi e divisioni sulla non riapertura dell Chiese anche in Francia. Che la scienza sia contro la Chiesa non è certo un scoperta di questi giorni neppure che “certa” politica faccia di tutto per oscurare la religione (soprattutto quella cattolica perché di altre si ha timore) non è una novità.
La verità è che pur impegnandoci a capire la complessità della pandemia è doveroso evidenziare come si usino due pesi e due misure su decisioni di riaperture o chiusure illogiche, non sufficientemente motivate e troppo faziose per essere accettate passivamente.