ETIOPIA – L’assedio in Tigray continua

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Etiopia –  Comprendere che questa continua situazione di genocidio silenzioso sta consumando ogni giorno, minuto e ora, un numero immenso di vite innocenti di bambini, donne e uomini di tutte le età; smettere di sostenere e alimentare questo accanimento e piuttosto sbloccare e ripristinare i servizi base alla popolazione del Tigray; fare pressioni serie e intraprendere misure e un dialogo pacifico governo con tutti gli organismi che prendono parte in conflitto”. E’ l’ennesimo accorato appello lanciato dall’eparchia cattolica di Adigrat al governo federale, a tutti i suoi governi esterni di sostegno, nazionali e organismi internazionali non governativi, nonché società che stanno o potrebbero contribuire in qualsiasi modo e mezzo all’allungamento di questa guerra, assedio e blocco. “Insieme alla popolazione, al mio clero, ai religiosi e alle religiose e ai laici della diocesi, sto vivendo personalmente la sofferenza della mia gente e non posso non alzare la voce contro questo quotidiano doloroso, implorando la pace dal nostro Dio amorevole davanti al quale mi inginocchio ogni giorno per pregare, e che ha dato la sua vita ‘affinché l’umanità possa avere la vita e l’abbia in pienezza’ (Gv.10:10). Lo ha dichiarato il vescovo dell’Eparchia cattolica di Adigrat, mons. Tesfaselassie Medhin, in una nota dell’Eparchia cattolica pervenuta all’Agenzia Fides. “A meno che questa situazione orribile non venga risolta nel più breve tempo possibile, – prosegue l’Eparca – siamo già e saremo testimoni dell’orrore di una crisi umanitaria molto peggiorata e della perdita di vite umane nel Tigray. Pertanto, come parte del più ampio corpo della Chiesa cattolica universale e basata sui suoi valori e principi evangelici di giustizia sociale, facciamo appello ancora una volta al governo federale, a tutti i suoi governi esterni di sostegno, nazionali e organismi internazionali non governativi, nonché società che stanno o potrebbero contribuire in qualsiasi modo e mezzo all’allungamento di questa guerra, assedio e blocco”.

“Solo negli ultimi mesi stanno arrivando alcuni aiuti umanitari, anche se in misura molto ridotta rispetto al fabbisogno esistente -spiega. Tutti i servizi di base, come il trasporto terrestre e aereo, le telecomunicazioni, le banche, ecc., sono ancora bloccati. I beni e i servizi di base non sono disponibili sul mercato o hanno un prezzo estremamente elevato, quindi sono inaccessibili alla popolazione. Inoltre, la mancanza di carburante e denaro, associata alle sanzioni imposte dal governo federale, ha impedito agli aiuti umanitari di raggiungere le persone colpite dalla guerra che vivono in diversi distretti rurali e urbani della regione settentrionale etiope.”
Mons. Medhin, ha messo in evidenza l’impossibilità delle Case di formazione della Chiesa cattolica, così come le istituzioni che prestano servizio, di fornire servizi adeguati ai fedeli e alla popolazione in generale. “È estremamente difficile o impossibile fornire i mezzi di sostentamento pastorali, educativi, sanitari, umanitari, l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico, ecc. previsti attraverso programmi di sviluppo sociologico” ammonisce l’eparca. “Il continuo assedio/blocchi da parte del governo e delle forze di occupazione ci ha completamente isolati dai nostri pastori e comunità, dal resto del mondo e dalle nostre reti cattoliche internazionali. Di conseguenza, 5,2 milioni di persone sono costrette a soffrire con grave malnutrizione, fame e quasi carestia.”
“Siamo molto grati ai nostri partner locali e internazionali che forniscono supporto e a tutti coloro che stanno lavorando per porre fine a questa angosciante crisi umanitaria” ha concluso mons. Medhin.
Secondo l’ultima valutazione del Tigray Bureau of Education, si stima che 1,7 milioni di studenti siano privi del servizio educativo da quasi tre anni (Covid-19 seguito da due anni di guerra). Oltre 2 milioni di persone vivono nei centri per sfollati interni in diverse città, paesi e aree rurali del Tigray, di cui oltre 100.000 ad Adigrat, senza cibo, riparo, acqua, medicine e altri bisogni primari.